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Colossus, il computer che sconfisse i Nazisti

Dietro la vittoria degli Alleati si nasconde il primo computer digitale programmabile della storia dell'informatica, il Colossus

Colossus al lavoro

Dietro la vittoria degli Alleati sui Nazisti c'è anche lui. Colossus è il primo computer digitale completamente programmabile della storia e grazie alla sua capacità computazionale – una frazioni minimale rispetto a quella dei computer odierni – gli Alleati furono in grado di decifrare la chiave crittografica che proteggeva i messaggi inviati dall'Alto Comando Tedesco alle truppe schierate sui vari fronti europei.

 

La replica del Colossus realizzata nel 2007

 

Costituito da una serie di valvole termoioniche (o tubi a vuoto), il primo esemplare di Colossus (il Mark I) entrò in funzione nel dicembre del 1943, mentre il Colossus Mark II venne terminato il 4 febbraio 1944. Prima della fine della Seconda Guerra Mondiale i Colossus operativi era una decina. Queste macchine vennero però distrutte negli anni '70 per ordine del servizio segreto inglese; una replica funzionante è stata realizzata nel 2007 ed è ora esposta presso il National Museum of Computing a Bletchley Park.

Lorenz SZ40

Il Colossus venne progettato e realizzato con lo scopo di decifrare i messaggi radio che l'Alto Comando Tedesco scambiava con Hitler e altri gerarchi della Germania Nazista. Data l'importanza delle comunicazioni, la cifratura era affidata alla Lorenz SZ40, telescrivente a 12 rotoli che utilizzava il codice Baudot a 5 bit (era quindi in grado di generare sino a 32 segni differenti). Il vantaggio che la Lorenz offriva rispetto ad altre macchine cifratrici stava nel fatto che il processo di codifica e decodifica era totalmente automatizzato: il testo era inserito e ricevuto in chiaro, così che il mittente e il ricevente non dovevano avere particolari abilità crittografiche. La cifratura, che poteva essere cambiata di volta in volta, era determinata dal posizionamento iniziale dei 12 rotoli, responsabili della creazione del codice arbitrario di “disturbo”.

Il Colossus venne creato con lo scopo di scoprire la posizione di partenza dei rotoli, in modo che i crittografi britannici avessero a disposizione la chiave utilizzata dalla Lorenz nel corso della trasmissione radio.

Lo sviluppo del Colossus

Il computer venne sviluppato presso il Post Office Research Station, all'estrema periferia di Londra. Vi lavorò Tommy Flowers, un ingegnere che già in passato aveva collaborato con i reparti di crittografia del servizio segreto britannico. Flowers, infatti, aveva lavorato al potenziamento della cosiddetta Bomba, la macchina utilizzata per decifrare i messaggi scritti con Enigma.

 

Un particolare del nuovo Colossus

 

Nel gennaio 1943 Flowers entrò a far parte del cosiddetto Newmanry, il team di ingegneri e matematici che lavorava alla decifrazione del codice della Lorenz SZ40. In undici mesi di faticosissimo lavoro, progettò e realizzo il primo computer digitale programmabile della storia: un bestione composto da 1.500 valvole termoioniche in grado di stabilire la posizione dei rotori basandosi sui messaggi inviati dai Nazisti. Questo primo modello venne testato nel dicembre 1943 e, dopo averne testato la funzionalità, smontato e inviato a Betchley Park. Nel frattempo il team di sviluppo di Flowers stava lavorando sul Colossus Mark II, migliorandone le prestazioni grazie all'aggiunta di altre 500 valvole.

A pieno regime, il Colossus era in grado di “leggere” fino a 5.000 caratteri al secondo, per una velocità di 12.2 metri al secondo.

 

20 ottobre 2013

A cura di Cultur-e
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