Un decreto del Presidente del Consiglio lo ha nominato Digital Champion italiano lo scorso 22 settembre 2014. Un ruolo di prestigio, che lo metterà al fianco – e al pari – dei più grandi esperti europei di evoluzione e sviluppo digitale. Con i suoi colleghi europei Riccardo Luna parlerà di sviluppo delle infrastrutture di Rete e dell'abbattimento del digital divide, di strategie per la promozione di competenze digitali in materia di istruzione; di promozione di servizi di e-government; di sostegno alle aziende, spingendole ad abbracciare le nuove tecnologie e ad essere più competitive, contribuendo alla ricerca e all'innovazione.
Un compito tutt'altro che semplice, quello che attende l'ex direttore dell'edizione italiana di Wired: lo stato dell'arte dell'Agenda Digitale italiana non è dei migliori. Ma, da sempre, Riccardo Luna è affascinato dalle sfide apparentemente impossibili.
Chi è Riccardo Luna
Nato a Roma il 20 marzo 1965, Riccardo Luna si affaccia sul mondo del giornalismo cominciando a collaborare con Il Messaggero. Poco dopo arrivano le collaborazioni con il quotidiano “Conquiste del lavoro”, con l'Avvenire e l'Agi. Nel 1984 fonda, insieme a un gruppo di colleghi universitari della facoltà di Scienze Politiche dell'Università “La Sapienza” di Roma, la rivista “Campus”, dove resterà sino al 1987 con la carica di direttore di testata. Nel 1991, dopo aver terminato gli studi universitari, entra nella redazione romana di Repubblica, diventando prima capocronista (1996) e successivamente caporedattore (1998). Resta nel quotidiano fondato da Eugenio Scalfari sino all'aprile 2001, quando passa al Corriere dello Sport con il ruolo di vicedirettore.
Nel 2003 comincia a scrivere degli strani rapporti che intercorrono tra i vertici di alcune società calcistiche e i vertici della FIGC e dell'associazione arbitrale italiana, la cosiddetta inchiesta Calciopoli.
Nell'ottobre 2003 decide di dimettersi e di fondare, con l'aiuto di un public company fondata con 50 tifosi dell'A.S. Roma, un nuovo quotidiano sportivo, “Il Romanista”. Nel ruolo di direttore della testata – unico quotidiano al mondo dedicato esclusivamente alle attività sportive di una società di calcio – continua la propria inchiesta sui rapporti tra i vertici del calcio italiano e alcune società del campionato di Serie A.
Nel 2008 vola a New York da Chris Andersen, allora direttore dell'edizione statunitense di Wired, per valutare le possibilità di esportare la celebre rivista anche nel nostro Paese. Viene approntato un ambizioso progetto che porta, nel giro di un anno circa, alla pubblicazione del primo numero di Wired Italia. Dalle pagine della rivista da lui diretta lancia l'idea di candidare Internet al Nobel per la pace 2009: un'iniziativa che avrà ampio risonanza sulla stampa di tutto il mondo.
Nel 2011 cura la grande mostra "Stazione Futuro" organizzata presso le “Officine grandi riparazioni” di Torino in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il 2 maggio di quell'anno si dimette dal ruolo di direttore di Wired. Sempre nel 2011 cura l'organizzazione dell'evento “Happy Birthday web”, conferenza celebrativa dei primi 20 anni del world wide web che si tiene presso il Tempio di Adriano e cui partecipa anche Tim Berners-Lee.
Nei primi mesi del 2012 è tra i fondatori di Wikitalia, associazione italiana di civic hacker per l'open government. Nel marzo dello stesso anno torna a dirigere una nuova testata, fondata nuovamente da lui: si tratta di “CheFuturo! Lunario dell'innovazione italiana” e premiato come miglior blog italiano dal Sole 24 Ore. Nella seconda metà dell'anno organizza la prima edizione di Makers!, prima conferenza in Italia dedicata alla cosiddetta “Terza rivoluzione industriale” e che vede nella Maker Faire la sua erede.
Nel marzo 2013 lancia StartupItalia!, portale web dedicato all'innovazione e alla comunità di startupper italiani. Nel settembre 2014 arriva la nomina a digital champion.