Dino Distefano, matematico, logico e informatico italiano originario Biancavilla (in provincia di Catania, in Sicilia), è da considerarsi a pieno titolo come una delle "eccellenze italiane esportate all'estero". Solo che in questo caso non ci si riferisce a qualche prodotto enogastronomico della tradizione del nostro Paese, ma a uno dei ricercatori più brillanti e apprezzati sulla scena internazionale. Appassionato di matematica e grande esperto di linguaggi di programmazione, è oggi professore ordinario di Informatica presso la Queen Mary University of London.
Con il suo lavoro e il suo software ha permesso a giganti dell'industria aeronautica e automobilistica come Airbus, Toyota e Mitsubishi di realizzare programmi e software di controllo con un minor numero di falle e bug. Insomma, se le auto che guidiamo ogni giorno e gli aerei che decollano da tutti gli aeroporti del mondo sono più sicuri, è anche merito suo. Un lavoro che gli è valso diversi riconoscimenti e premi internazionali e le attenzioni dei big del mondo dell'informatica e dell'hi-tech, Facebook in testa.
Infanzia informatica
Figlio di un professore di francese con il pallino per la pittura, Dino Distefano (nato il 20 luglio 1973 nella provincia catanese) si appassiona all'informatica sin dai primissimi anni della sua vita. Muove i suoi primi passi in questo mondo già nella seconda metà degli Anni '80: il suo primo computer è un Commodore 64 che usa sia per giocare (si tratta a tutti gli effetti di una delle prime console-computer della storia) sia per scoprire i rudimenti della programmazione.
Una passione, quest'ultima, che porterà con sé nel corso di tutta la sua vita. Come all'Istituto di Ragioneria, dove si iscrive al corso con specializzazione in informatica per mettere alla prova alla le proprie abilità. Un test perfettamente superato, visti i voti e i risultati ottenuti nel corso dei cinque anni di superiori e vista l'iscrizione alla facoltà di Informatica all'Università di Pisa.
La carriera universitaria
Nel capoluogo toscano la stella di Dino Distefano continua a brillare. Il giovane catanese eccelle un po' in tutte le materie, mettendosi però in mostra in quelle dove la programmazione e i linguaggi di programmazione la fanno da padrone: non è un caso che la sua tesi di laurea verte sulla semantica dei linguaggi di programmazione, ovvero le fondamenta stesse dei programmi e dei software che utilizziamo quotidianamente.
A questo punto Distefano tenta la strada con la ricerca universitaria. In Italia non ha molta fortuna e gioca quindi la carta dell'estero: invia il proprio curriculum all'Università di Twente (Paesi Bassi) e all'Università di Stoccolma (Svezia) e viene selezionato da entrambe, ma la scelta dell'informatico catanese ricade sull'istituto accademico orange. Qui, nel corso del suo dottorato di ricerca, rafforza le sue basi concettuali sul funzionamento degli algoritmi e lo sviluppo dei software, arrivando a realizzare dei modelli per la creazione di programmi in grado di spulciare il linguaggio sorgente di altri software e individuare eventuali bug ed errori.
La tappa successiva lo vede ancora all'estero, anche se non più a Londra. Nel novembre 2003 si presenta nello studio del professor Peter O'Hearn, docente dell'University College of London e tra i maggiori esperti di sviluppo software in ambito universitario. Il colloquio dura circa sette ore, nel corso delle quali i due scambiano idee e punti di vista sulla semantica dei linguaggi di programmazione. Un confronto più che convincente, tanto che Dino Distefano ottiene il post da ricercatore postdoc e nel marzo 2004 inizia la sua nuova avventura.
Software dei software
A Londra Dino Distefano incontra impresa Cristiano Calcagno, altro informatico italiano emigrato all'estero. Il sodalizio funziona alla grande, tanto che i due portano avanti vecchi progetti del ricercatore catanese riguardanti programmi e software di controllo di altri software. Articoli e paper accademici su alcune delle più importanti riviste internazionali si susseguono a ritmo forsennato, facendo sì che molte aziende inizino a interessarsi alla loro idea.
Allo stesso tempo cresce anche la preoccupazione che qualcuno possa appropriarsi del loro software dei software e Distefano con Calcagno decidono di dare vita alla startup Monoidics e registrare il marchio Infer, nome che contraddistingue il loro programma. Il successo è immediato: come detto, a Infer si interessano alcuni dei marchi più noti del mondo dell'industria, ma non solo. Nel 2013 Mark Zuckerberg bussa alla porta di Monoidics e acquista la startup e il suo Infer per testare e controllare nuove programmi e servizi Facebook prima che siano rilasciati ufficialmente.
I riconoscimenti internazionali
Il 2013 è un po' l'anno d'oro di Dino Distefano. Oltre alla cessione di Monoidics a Facebook, lo scienziato catanese (nel frattempo diventato professore ordinario presso il Queen Mary di Londra) riceve il Roger Needham Award, da molti considerato alla stregua del Premio Nobel per l'informatica (si tratta, in realtà, di un premio assegnato all'informatico che si è maggiormente distinto entro 10 anni dall'ottenimento del Dottorato di ricerca). Nel 2014, invece, viene premiato con la Silver Medal dalla Royal Academy of Engineering, un riconoscimento dato a ricercatori per il loro contributo scientifico commercializzato con successo.