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TLDR, cos'è e cosa significa

Acronimo nato agli albori della Rete, indica contenuti troppo lunghi da leggere. Però, può essere usato anche in senso positivo: ecco come

Leggere al PC

Navigando su Internet di sicuro avrai trovato spesso l'acronimo "TLDR", a volte scritto "TL;DR". Probabilmente lo avrai letto anche in qualche commento ad un post pubblicato su Facebook, o su altri social network. Da qualche anno lo si trova persino all'interno di alcuni articoli giornalistici, chiaro sintomo che ormai "TLDR" è diventata una parola di uso comune.

Ma cosa significa e come si usa? TLDR è semplicemente l'acronimo di "Too Long; Didn't Read", che in italiano possiamo tradurre con "Troppo lungo, non l'ho letto". Questo acronimo viene usato oggi in vari modi, ma ha mantenuto il suo significato originario: il post, l'articolo o il testo di cui stiamo parlando è troppo lungo, quindi... TLDR.

La storia del TLDR

Secondo il Merriam-Webster Dictionary, uno dei più importanti dizionari di inglese americano che lo ha inserito tra i termini censiti nel 2018, il termine TLDR è stato usato su Internet per la prima volta nel 2002. Non ci sono però prove che questa data sia quella corretta e molti credono che il TLDR nasca invece nel 2003, quando è stato inserito su Urban Dictionary, un dizionario online che raccoglie neoligismi e termini dello slang inglese. Se analizziamo le ricerche per "TLDR" e "TL;DR" fatte dagli utenti su Google, scopriamo che a partire dal 2004 l'interesse verso questo acronimo inizia a crescere. A partire dal 2014 le ricerche di "TL;DR" iniziano a decrescere e l'interesse degli utenti si concentra maggiormente su "TLDR", che oggi è molto più cercato.

Leggere da smartphone

Come si usa il TLDR

Ci sono molti modi per usare l'acronimo TLDR. Spesso viene usato senza aggiungere altro, ad esempio nei commenti su Facebook. In questo caso il significato è chiaro: chi commenta in questo modo vuole dire a chi ha scritto il post che è stato troppo prolisso e che un post così lungo risulta pesante da leggere. Non si tratta, quindi, di un commento positivo.

Quando viene usato negli articoli giornalistici, invece, il TLDR può avere anche una funzione positiva. Chi scrive sa che il discorso è lungo e complesso e, all'inizio o alla fine dell'articolo, inserisce un breve paragrafo di sintesi preceduto proprio da TLDR. In questo modo, chi ha voglia e tempo di leggere tutto l'articolo può farlo, chi non ha la voglia o il tempo (o entrambe le cose) può leggere "il riassuntino".

A volte, infine, troviamo TLDR anche in calce alle email, specialmente quelle di lavoro. Anche in questo caso l'acronimo è seguito da qualche frase di sintesi di quanto espresso subito prima. Qui il TLDR ha la funzione di catturare l'attenzione di chi legge il messaggio sui punti fondamentali da ricordare del messaggio stesso. Così non potrà dire, in futuro, di non aver ricevuto chiare istruzioni su cosa deve fare.

Leggere al PC

I testi sul Web sono troppo lunghi?

Oppure noi non siamo più in grado di prestare attenzione ad un testo lungo più di qualche frase? La diffusione del TLDR ci impone di rispondere a queste due domande, che in realtà sono le due facce della stessa medaglia. Il Web ormai è pieno di contenuti ed è ampiamente dimostrato che il bombardamento di testi, immagini e video al quale siamo sottoposti durante la nostra giornata media digitale è causa di una forte perdita d'attenzione in chi legge.La vita di oggi, con la sua frenesia e i tempi sempre più ristretti, non ci aiuta e non ci permette di dedicare molto tempo alla lettura.

In più, e va ammesso sempre questo, sono sempre di più gli utenti semplicemente troppo pigri per leggere un testo corposo. All'estremo di questo ragionamento c'è l'analfabetismo funzionale, la cui definizione data dall'UNESCO nel lontano 1984 è: "La condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità". Gli scienziati, nel frattempo, dibattono sulla possibilità che l'analfabetismo funzionale sia la causa del boom del TLDR, o se non sia vero l'opposto: che un eccessivo consumo di testi troppo brevi stia rendendo la popolazione mondiale sempre più funzionalmente analfabeta.

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Il vero giornalismo è TLDR?

Chi di mestiere fa il giornalista, però, probabilmente ha già la risposta a tutte le domande sul TLDR. Per scrivere un buon articolo, infatti, i giornalisti sanno di dover rispettare la cosiddetta regola delle 5 W: Who, What, When, Where e Why. Secondo questa regola, nell'attacco di un articolo (meglio ancora nella prima frase), il giornalista deve raccontare chi è protagonista della notizia, cosa ha fatto, quando lo ha fatto, dove e perché lo ha fatto. Nei paragrafi successivi il giornalista deve poi raccontare i dettagli della notizia. Un articolo che rispetta queste regole, per definizione scolastica, è un buon articolo. Non è forse anche questa una forma di TLDR?

 

21 settembre 2019

A cura di Cultur-e
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