Non solo software, hardware e servizi digitali di vario genere. I prossimi anni saranno caratterizzati da una peculiare forma di "possesso" che, nata nel mondo dell'informatica, finirà per dominare qualunque settore economico e commerciale. Ci riferiamo al modello dell'everything as a service, nel quale potremmo "noleggiare" tutto ciò di cui abbiamo bisogno e che, fino a oggi, siamo "forzati" ad acquistare. Si pensi, per l'appunto, ai vari software che possiamo utilizzare nel cloud senza bisogno di acquistarne una licenza o alla possibilità di noleggiare server e datacenter senza dover realizzare fisicamente l'infrastruttura di cui si avrebbe bisogno.
Una tendenza che ha iniziato a contagiare anche il settore automotive. Anche se non ce ne accorgiamo direttamente, il concetto tradizionale di possedere un'auto sta cambiando piuttosto rapidamente. Come dimostrano diverse ricerche e statistiche, i più giovani non ritengono l'acquisto di una macchina come un passaggio fondamentalmente, consci del fatto di poterne noleggiare una quando e come vogliono.
Nascono così nuove aziende capaci di offrire inedite soluzioni di mobilità multimodale, basate sulla connettività e sulla possibilità di utilizzare i veicoli come è quando si vuole, pagando solamente per l'uso effettivo. Stiamo assistendo a un cambio di paradigma, nel quale si passa dalla proprietà del mezzo alla sua fruizione grazie a formule di utilizzo on demand e di modalità pay-per-use.
Che cos'è il modello car-as-a-service
Sempre più diffuso negli Stati Uniti e nel Regno Unito, nel modello car-as-a-service il concetto di proprietà dell'automobile è completamente ribaltato. Il veicolo non viene più acquistato da una persona, ma messo a disposizione da una società a tutti gli utenti iscritti a un particolare servizio.
Nascono così servizi come il ride sharing, il car sharing ed il car pooling, fenomeni apparentemente diversi ma alla fin fine estremamente simili tra loro. Di fatto, questi modelli consentono di condividere il "possesso" e l'utilizzo di uno o più veicoli, che possono essere utilizzati in maniera indifferente da uno degli iscritti al servizio. Un fenomeno in rapida crescita, che entro il 2025 dovrebbe coinvolgere il 20% dei veicoli circolanti negli Stati Uniti e in Europa e che dovrebbe arrivare a interessare il 10% delle auto vendute in questi mercati (circa 16 milioni di veicoli l'anno).
Car-as-a-service: i vantaggi
Servizi di questo genere saranno caratterizzati da estrema flessibilità (come detto, ognuno potrà utilizzare l'auto come e quando vuole, pagando solamente il tempo di guida) e da una maggiore convenienza economica rispetto ai tradizionali noleggi o all'acquisto diretto. Si tratta di servizi altamente personalizzabili che offrono soluzioni di mobilità temporanea semplici ed economiche, ma pensate anche per chi ama cambiare auto spesso senza però spendere un patrimonio.
Il grande vantaggio con il noleggio personalizzato consiste nell'avere a disposizione un'auto dimenticando tutte le preoccupazioni che derivano dalla mera proprietà del veicolo. Parliamo di tutte quelle spese ordinarie e straordinarie alle quali si è sottoposti quando si possiede un'auto. Tasse e balzelli vari, l'assicurazione, il costo della manutenzione: tutte spese già comprese nell'abbonamento e che potranno essere dimenticate grazie alle nuove forme di noleggio.
Il car-as-a-service influirà inoltre sul livello di emissioni di gas serra causati dai veicoli con motore a scoppio, consentendo di ridurre il numero dei veicoli circolanti su strada.
Car-as-a-service: nuovi e vecchi player
Lo sviluppo dei nuovi servizi legati alla mobilità urbana ed extraurbana vede uno di fianco all'altro i colossi del mondo automobilistico e startup che provano a farsi largo in un settore particolarmente appetibile da un punto di vista economico. Volvo, Mercedes-Benz, BMW, Porsche, Ford e HYUNDAI sono solamente alcuni dei marchi che hanno mosso i primi passi nel mondo del car-as-a-service.
Non mancano poi le grandi società di noleggio come Budget, Hertz, ma anche le classiche società di leasing come Arval, Alphabet e Ald. A questi nomi si aggiungono le varie startup che, pur non avendo un "solido retroterra" automobilistico, sono state in grado di accaparrarsi importanti quote di mercato. Si pensi, ad esempio, a Enjoy (car sharing), o BlaBlaCar (carpooling) o, ancora, Uber e Lyft (ride sharing), tanto per fare alcuni nomi.
Ma anche le compagnie di assicurazione stanno facendo la loro parte in questo particolare ecosistema in forte espansione. I nuovi servizi vanno di pari passo con la creazione di nuovi prodotti assicurativi basati esclusivamente sull'uso dell'auto e non più sulla proprietà. Nascono così nuove polizze di assicurazione legate all'uso effettivo del veicolo e denominate PAYD, ovvero Pay-As-You-Drive. La polizza Pay-As-You-Drive oltre a consentire un netto risparmio rispetto ad una normale polizza assicurativa, essendo basata sull'uso effettivo del veicolo permetterà non solo di incoraggiare i consumatori a guidare meno e in maniera eco-compatibile, ma contribuirà anche alla riduzione del numero dei veicoli circolanti nonché delle emissioni inquinanti.
4 settembre 2019