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Sam Altman, la biografia dell’inventore di Chat GPT

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Sam Altman ha inventato Chat GPT, il famoso strumento basato sull’Intelligenza Artificiale che ha attirato l’attenzione del mondo intero: la sua biografia

Sam Altman jamesonwu1972 / Shutterstock.com

Si chiama Sam Altman ed è uno dei nomi più conosciuti nel mondo digitali e delle nuove tecnologie. È diventato famoso per aver inventato Chat GPT, uno strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale per realizzare contenuti accattivanti, altamente realistici e di qualità e in grado di stupire tutti gli utenti del web.

I suoi successi non si limitano a Chat GPT. Altman ha dedicato la sua vita alla programmazione e al digitale e fin da giovanissimo ha attirato l’attenzione per il suo talento innegabile. A soli 19 anni riesce a portare alla luce un progetto importante, che gli consente di ottenere ottimi guadagni e di avviare una carriera di tutto rispetto. 

Oggi è uno degli imprenditori più famosi del mondo: scopriamo i passi compiuti per raggiungere i traguardi che hanno segnato la sua vita e cosa gli riserva il futuro.

Sam Altman, un talento sin da bambino

sam altman

jamesonwu1972 / Shutterstock.com

Sam Altman è giovanissimo, ma ha già avuto modo di dimostrare di avere una mente eccelsa e di essere un vero e proprio portento quando si parla di tecnologia, digitale ed innovazione. Fin da bambino ha dato prova di sé, lasciando poco spazio all’immaginazione su quella che sarebbe stata la sua strada futura.

Nato il 22 aprile del 1985 a St. Louis, in Missouri, ha iniziato a prendere confidenza con le tecnologie fin dall’infanzia

Aveva solo otto anni quando è riuscito a smontare e a rimontare un MAC che gli era stato regalato, senza provocare danni al dispositivo. Un avvenimento che provocò non poco stupore in sua madre, dermatologa.

Una volta diventato adolescente, decise di lasciare la città e di allontanarsi dalla sua famiglia per poter studiare scienze informatiche e rendere la sua passione un lavoro. Inizia a frequentare l’Università in California e ottiene i primi successi e i primi fallimenti.

Sam Altman, i primi passi nel mondo della tecnologia

sam altman crescita professionale

Shutterstock

A circa 19 anni Sam realizza un’applicazione per la geolocalizzazione, Loopt, che aveva le sembianze di un vero e proprio social network e che era facilmente integrabile con Twitter (che ora è conosciuto come X) e con Facebook. Nonostante gli ottimi presupposti, nello stesso periodo prende una decisione drastica. Gli studi non sembrano andare benissimo e, nel 2005, abbandona la sua facoltà senza portare a termine il corso e senza conseguire la laurea.

Loopt, prima di essere definitivamente chiusa, viene venduta alla Green Dot Corporation per 43,4 milioni di dollari, permettendo a Sam Altman di mettere da parte i primi risparmi e iniziare a ragionare come un vero imprenditore.

Qualche anno dopo, nel 2011, Altman comincia a lavorare part-time per Y Combinator, un incubatore di start-up. Una realtà per lui stimolante e di cui riesce a diventare presidente nel 2014. A proporlo fu Paul Graham, uno dei fondatori della società, che aveva potuto notare le sue potenzialità fin da quando Sam aveva ideato Loopt.

Sam Altman diventa CEO di OpenAI: la creazione di Chat GPT

chat gpt

Shutterstock

Altman ricopre la carica di presidente per Y Combinator per diversi anni, decretando il successo di realtà molto famose in tutto il mondo come AirBnB, Dropbox, Twitch, Reddit e Stripe. Vi rimane fino al 2019, quando decide di intraprendere una nuova avventura che lo porterà a diventare uno degli imprenditori più noti, quasi al pari di Elon Musk, e a provare a realizzare la sua visione del futuro.

Nello stesso anno Sam Altman va a lavorare per OpenAI, ricoprendo l’importante ruolo di CEO. La società era stata fondata già nel 2015 come associazione senza scopo di lucro, con sede a San Francisco, ed era nata proprio da una collaborazione tra l’imprenditore ed Elon Musk.

L’obiettivo era quello di portare a termine progetti ambiziosi open source, con la collaborazione di enti pubblici, organizzazioni, aziende e privati cittadini.

Un sodalizio, quello tra Elon Musk e Sam Altman che termina solo qualche anno dopo. Nel 2018, l’imprenditore proprietario, tra le altre cose, di Tesla e Twitter, decide di abbandonare OpenAI per dedicarsi ad altri lavori.

Nella sostanza, OpenAI è un vero e proprio laboratorio di ricerca incentrato sull’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è quello di sviluppare strumenti e tecnologie che possano essere sempre più utili per migliorare e semplificare la vita degli esseri umani.

Tra i primi progetti portati a termine da OpenAI c’è Dall.E, un algoritmo lanciato sul web nel 2021, che riesce a creare un’immagine da una semplice descrizione esclusivamente testuale. A renderlo noto ai più, però, è stato il lancio di Chat GPT, uno strumento che si è diffuso a macchia d’olio in soli due mesi e che è già stata vietata in alcune scuole per via delle sue potenzialità.

Chat GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer, è basato sull’Intelligenza Artificiale. È un elaboratore del linguaggio naturale e, grazie a potenti algoritmi e tecnologie di apprendimento, riesce a rispondere come un vero essere umano all’interno di un discorso.

È una tecnologia che consente di migliorare le conversazioni con le macchine, rendendo le loro risposte altamente pertinenti e utili. Ogni volta che si inserisce un input, Chat GPT lo elabora fornendo una risposta che abbia senso.

Sam Altman e l’addio a Open AI

openai

Camilo Concha / Shutterstock.com

Dopo anni di lavoro ininterrotto al progetto e di innegabili successi, Sam Altman è stato rimosso dal suo prestigioso ruolo a OpenAi, società di cui era stato fondatore, nel 2023. Un licenziamento apparentemente improvviso, che ha destato non poco stupore nel mondo del digitale e che ha portato dei cambiamenti repentini ai vertici della società. Il motivo che alla base della drastica decisione presa dal CDA della società sarebbe il venir meno della fiducia nei confronti delle sue capacità alla guida di Open Ai.

Altman, dopo aver affermato di aver svolto il lavoro nella società con passione, ha preferito la via del silenzio. A prendere il posto di Altman ad OpenAI è stata, in prima battuta, la giovane Mira Murati, chief technology officier

Sam Altman, da Microsoft a OpenAI

Microsoft

Volodymyr Kyrylyuk / Shutterstock.com

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Il licenziamento di Sam Altman da OpenAI non è passato inosservato e, in poche ore, per lui sono arrivate nuove proposte di collaborazione e si sono aperte nuove strade. Ad averla vinta è stata Microsoft che deciso di affidargli la guida del team di ricerca sull’intelligenza artificiale avanzata di Microsoft.

A distanza di qualche giorno, però, l’azienda dietro a ChagGPT ha fatto un passio indietro, reintegrando Altman come AD in un nuovo consiglio di amministrazione.

La stessa Satya Nadella, una delle figure chiave di Microsoft, ha riconosciuto nell’imprenditore un ruolo centrale per la sua “vecchia azienda”, lasciandolo tornare alle origini ma con un legame ancora più stringente tra i due colossi della tecnologia.

Dopo mesi di silenzio, la motivazione dell’allontanamento di Altman è stata resa pubblica e sembra che ci siano state delle discussioni interne a OpenAI che hanno messo in pericolo la missione dell’azienda, quella di sviluppare un'intelligenza artificiale generativa che andasse a beneficio di tutta l'umanità.

Non sono ancora ben chiare le dinamiche di questo “pericolo”, ma sembra che Sam Altman avesse in mente piani diversi per questa nuova tecnologia, andando quindi in contrasto col vecchio CDA che avrebbe, dunque, votato per le dimissioni dell’imprenditore.

Tuttavia le cose non sono andate come sperato e l’allontanamento dell’uomo ha portato a una destabilizzazione fortissima di OpenAI, al punto che l’azienda ha dovuto eleggere in fretta e furia un nuovo CDA e, come appena detto, reintegrare Altman che dal canto suo ha ammesso di aver “commesso qualche errore” su come ha affrontato la situazione.

Ora che la situazione è tornata alla normalità all’interno del colosso della tecnologia si guarda già al futuro e, oltre a una nuova versione di ChatGPT, alcune indiscrezioni indicano che gli sviluppatori sarebbero al lavoro su un nuovo device AI mobile, anche se non sono ancora disponibili maggiori informazioni.

A cura di Cultur-e
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