Bambino prodigio, matematico, filosofo, padre della cibernetica. Questa, in poche parole, la biografia di Norbert Wiener, tra le più brillanti menti del secolo passato e considerato da tutti il padre della cibernetica e tra coloro che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
L'infanzia e gli anni dello studio
Nato a Columbia (Missouri) il 26 novembre 1894 da genitori di origine ebraica, Norbert Wiener cresce in un ambiente molto stimolante sotto il punto di vista culturale e intellettuale. Il padre, Leo Wiener, era insegnante di culture slave presso Harvard e indirizzò il figlio verso lo studio della fisica e della matematica sin dai primi anni di vita. Fu lo stesso genitore ad occuparsi dell'educazione primaria del figlio, con ottimi risultati: Norbert Wiener si diplomò presso la Ayer High School nel 1906 (12 anni non ancora compiuti), mentre nel 1909 (15 anni non ancora compiuti) ottenne il Bachelor of Arts (equivalente alla laurea triennale) in matematica presso il Tufts College.
L'anno successivo si trasferisce presso la Cornell University per studiare filosofia ma ben presto cambia nuovamente università. Questa volta passa ad Harvard, dove prosegue i suoi studi filosofici. È qui che Wiener ottiene il suo primo dottorato (Ph.D. In inglese) in logica matematica nel 1912. Nella sua dissertazione, Norbert Wiener definiva una coppia ordinata nell'ambito della teoria degli insiemi. Un risultato eccezionale, vista l'età e la complessità dell'argomento: a 17 anni Wiener fu il primo a dare una definizione compiuta di questi concetti matematici.
Gli anni della Prima Guerra Mondiale
Nel 1914 Norbert Wiener ha la possibilità di viaggiare in Europa: qui conosce Bertrand Russel a Cambridge e David Hilbert e Edmund Landau presso l'Università di Gottingen. Al suo rientro negli Stati Uniti (nel biennio 1915-1916) il giovane matematico e filosofo comincia la sua carriera da docente universitario. In questo biennio, infatti, ricopre il ruolo di docente di filosofia ad Harvard.
Successivamente a questa esperienza decide di cambiare settore e viene assunto, in qualità di ingegnere, presso la General Electric.
Nel 1918, dopo aver fallito per due volte di seguito l'ingresso presso la Scuola ufficiali dell'esercito statunitense, viene chiamato presso l'Aberdeen Proving Ground per studi legati alla balistica dei colpi di cannone.
Nell'immediato dopoguerra prova ad ottenere in più di un'occasione una cattedra a Harvard ma la sua richiesta viene respinta. Grazie ai buoni uffici di W.F. Osgood riesce a diventare docente di matematica presso il Massachusetts Institute of Technology. Con il passare degli anni, Wiener conquistò la stima degli altri docenti e degli studenti, divenendo infine professore.
Nel 1926 torna a viaggiare in Europa, anche se passa gran parte del tempo a Gottingen. Qui, tra le altre cose, approfondisce le proprie conoscenze sul moto browniano e la trasformata di Fourier.
Gli anni della Seconda Guerra Mondiale
Fatto ritorno negli Stati Uniti, Norbert Wiener diventa ben presto una sorta di leggenda vivente all'interno del campus del MIT e una delle figure più prestigiose e rappresentative dell'ateneo statunitense. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, lo studioso di origine ebraica mette a punto un sistema balistico di cannoni antiaerei in grado di mirare e fare fuoco automaticamente. Ciò lo porta a studiare la teoria dell'informazione indipendentemente da Claude Shannon, uno dei guru e precursori di questo settore di studi. In questo modo, inoltre, Wiener è in grado di formulare i primi principi della cibernetica.
Negli anni immediatamente successivi, il MIT decide di costruire attorno alla figura di Wiener un'equipe di studiosi attivi nel campo delle scienze cognitive. L'esperimento, però, fallisce nel giro di pochi mesi: lo stesso Wiener, infatti, decide di uscire dal gruppo di studiosi a seguito di alcune furenti discussioni.
In seguito, Wiener dirotta le proprie attenzioni sullo sviluppo di teorie legate al mondo della cibernetica, dell'intelligenza artificiale, della robotica e della automazione. Quest'ultimo settore affascina particolarmente il matematico statunitense: secondo Wiener la diffusione dell'automazione permette di far crescere gli standard di vita e di ridurre drasticamente il livello di povertà nei Paesi sottosviluppati.
Questo fuè, molto probabilmente, il periodo più proficuo per Wiener. Molti dei suoi studi, spesso compiuti in collaborazione con altri ricercatori, diventano scoperte scientifiche con una forte eco internazionale. Wiener, inoltre, non lesina complimenti nei confronti dei colleghi con cui ha collaborato, compresi alcuni scienziati sovietici. Tale comportamento, nel pieno della Guerra Fredda, è causa di qualche sospetto e di qualche attenzione “non richiesta”.
In questo stesso periodo, inoltre, Norbert Wiener sviluppa un forte senso pacifista. Spinto dalle preoccupazioni legate alle ingerenze della politica nel settore della ricerca, scrive un articolo –A scientist rebels – per la rivista The Atlantic Monthly, invitando i suoi colleghi scienziati a tenere conto delle implicazioni etiche dei loro lavori di ricerca.
Il 18 marzo 1964 si spegne a Stoccolma.