In Breve (TL;DR)
- Noam Shazeer, considerato uno dei padri dell’intelligenza artificiale moderna, ha lavorato su tecnologie chiave come i trasformatori e il modello LaMDA, contribuendo alla rivoluzione dei large language models.
- Dopo aver fondato Character.AI, specializzata in chatbot personalizzabili, è stato riassunto da Google nel 2024 per guidare il progetto Gemini, con un investimento di 2,7 miliardi di dollari che includeva anche l’uso delle tecnologie di Character.AI.
- Shazeer è riconosciuto per il suo impatto nel settore AI, grazie a soluzioni che integrano comprensione del linguaggio naturale e personalizzazione, attirando l’interesse globale per il suo talento.
Fino a qualche tempo fa il nome di Noam Shazeer era probabilmente sconosciuto ai più, ma oggi mezzo mondo lo presenta come il genio dell’intelligenza artificiale che Google ha riportato a casa spendendo quasi 3 miliardi di dollari.
L’apporto di Noam Shazeer all’IA, i large language models e i trasformatori è stato sicuramente rimarchevole, ma l’incredibile cifra di cui sopra è legata a un’operazione industriale ben più ampia.
Google ha effettivamente riassunto Shazeer, mettendolo a capo del progetto Gemini e spendendo 2,7 miliardi di dollari. Ma l’investimento copre anche l’acquisizione della licenza di utilizzo delle tecnologie sviluppate dalla società Character.AI.
Chi è Noam Shazeer
Shutterstock
Il nome di Noam Shazeer potrebbe dire poco al grande pubblico: basti pensare che la sua pagina Wikipedia è composta da poco più di 150 parole e che non contiene informazioni approfondite nemmeno sul suo anno di nascita.
Ciononostante Noam Shazeer può essere considerato uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale così come la intendiamo oggi, soprattutto per via di una serie di studi relativi al deep learning e ai cosiddetti trasformatori: quei modelli che permettono alle macchine di relazionarsi con l’essere umano, attraverso la comprensione del linguaggio naturale.
Entrato in Google nel 2000, Shazeer si è distinto soprattutto per i suoi studi relativi all’architettura dei trasformatori: in questo senso è impossibile non citare per lo meno il suo celebre paper Attention Is All You Need.
L’attività di ricerca di Noam Shazeer sull’IA e i trasformatori è culminata nella realizzazione di un chatbot dinome Meena, sviluppato insieme a un collega di nome Daniel de Freitas e, per certi versi “responsabile” del suo allontanamento dagli uffici del colosso di Mountain View.
Secondo diverse ricostruzioni Shazeer avrebbe infatti deciso di fondare una nuova azienda di nome Character.AI insieme a de Freitas, proprio a seguito del rifiuto di Google di rilasciare la loro “creatura” al grande pubblico.
Una sliding door che avrebbe cambiato per sempre la vita di Noam Shazeer, se si considera che nell’agosto del 2024 Google lo ha richiamato in casa, mettendolo alla guida del progetto Gemini AI insieme a Jeff Dean e Oriol Vinalys.
Un ritorno che sembra essere costato quasi 3 miliardi di dollari e che prevede anche l’acquisizione da parte di Google delle licenze di tutte le tecnologie sviluppate in casa Character.AI.
Di cosa si occupava Character.AI
Shutterstock
Con Character.AI Noam Shazeer ha messo a frutto le conoscenze pregresse acquisite in merito all’intelligenza artificiale, i trasformatori e l’elaborazione del linguaggio naturale. La società si è infatti specializzata nello sviluppo di IA chatbot, da utilizzare nei contesti più disparati.
Al momento della sua fondazione nel 2021, l’azienda ha subito raccolto 43 milioni di dollari di finanziamenti. Il modello beta di Character.AI è stato invece rilasciato nel settembre del 2022 e ha ottenuto un grandissimo successo internazionale: come riportato dal Washington Post, “centinaia di migliaia di utenti da tutto il mondo” erano ben felici di mettersi in sala d’attesa per poter interagire con un chatbot, ma non solo.
La soluzione tecnologica di Character.AI permetteva anche di delineare alcuni aspetti della personalità del chatbot inserendo parametri specifici a proprio piacimento. Ad esempio il singolo “personaggio” poteva esprimersi sulla base di nozioni o fonti specifiche.
Allo stesso tempo il chatbot poteva ricalcare i modi di una celebrità, così come poteva essere mosso da un obiettivo predeterminato: supportare lo studio dell’utente, piuttosto che fargli compagnia durante un momento di svago.
Character.AI è una società specializzata nella creazione di chatbot con una propria “personalità”, che può essere definita in base alle esigenze dell’utente.
Rilasciata nel maggio del 2023, la prima app mobile di Character.AI ha fatto registrare quasi due milioni di download soltanto nella sua prima settimana di permanenza su App Store Apple e Play Store Google.
Sempre nel 2023, la società era protagonista di un round di finanziamenti da circa 150 milioni di dollari e veniva valutata circa un miliardo di dollari. Cifre esorbitanti, destinate a crescere mese dopo mese.
Per avere un’idea dell’impatto di Character.AI, è sufficiente annotare che all’inizio del 2024 il suo sito web registrava circa 3,5 milioni di visite al giorno, generando equivoci di portata internazionale.
In tal senso ha fatto scalpore soprattutto una presunta intervista a Michael Schumacher riportata dai giornali di tutto il mondo nel 2024, che però si sarebbe rivelata frutto di uno scambio con un personaggio creato dall’autore dell’articolo.
Perché Google ha pagato 2,7 miliardi di dollari per Noam Shazeer?
Rokas Tenys / Shutterstock.com
Oggi Noam Shazeer viene spesso presentato come l’uomo da 3 miliardi di dollari e non sorprende che tantissimi utenti si interroghino su perché Google avrebbe messo in campo una cifra così grande per riportare a casa un singolo ricercatore.
Da una parte Noam Shazeer ha sicuramente dimostrato di essere un professionista fuori dal comune, anche durante la sua prima esperienza a Mountain View: ad esempio aveva collaborato allo sviluppo di LaMDA, la famiglia di large language models (LLM) utilizzati da Google in tutte le sue soluzioni di IA.
Nonostante lo stesso Shazeer si ritenga diretto responsabile di “gran parte dell’attuale rivoluzione dei LLM”, Google non ha investito la cifra monstre di 2,7 miliardi di dollari soltanto per usufruire del suo talento. L’azienda ha infatti stipulato un accordo non esclusivo per utilizzare tutta la tecnologia di Character.AI.
Secondo diversi esperti del settore, questa mossa è figlia di diversi passi falsi compiuti da Google nella corsa all’intelligenza artificiale: basti pensare a Google Bard e alla sua incapacità di raggiungere il livello di altri tool di IA come ChatGPT.
In questo senso la scelta di mettere proprio Noam Shazeer a capo del progetto Gemini, che raccoglie l’eredità proprio di Bard, viene interpretata come un dietro-front neanche troppo velato di Google.
D'altronde in questo momento storico i colossi della tecnologia sono impegnati più che mai in una specie di corsa all’intelligenza artificiale. Una sfida che verrà vinta anche e soprattutto grazie al talento dei singoli ricercatori, i cui salari (non a caso) stanno letteralmente schizzando alle stelle.