LOGIN
Il nome di Mustafa Suleyman è sicuramente noto a chiunque si occupi professionalmente di intelligenza artificiale. L’imprenditore infatti è noto a livello internazionale, sia per la fondazione di DeepMind che per il suo lavoro rivoluzionario all’interno di Google.
Oggi Mustafa Suleyman è al vertice di un nuovo reparto Microsoft dedicato proprio alla ricerca e lo sviluppo di soluzioni AI. Dunque, oggi come non mai, ha la possibilità di modellare l’impatto futuro la tecnologia avrà sulla vita di milioni di persone.
Conoscere più da vicino la biografia di Suleyman aiuta a capire la filosofia dell’uomo e del professionista, da sempre impegnato in un uso etico dell’intelligenza artificiale.
Cosa ha studiato Mustafa Suleyman e come ha fondato DeepMind
Wirestock Creators / Shutterstock.com
Basta guardare superficialmente alla biografia di Mustafa Suleyman per osservare un primo, importantissimo dato: l’imprenditore britannico, in soli 40 anni di vita, ha inanellato una serie di successi professionali semplicemente impressionanti.
Nato da una famiglia tutt’altro che benestante, Suleyman ha frequentato le scuole statali, durante le quali ha incontrato Demis Hassabis: una figura chiave della sua vita, anche se ancora non poteva saperlo.
Suleyman sé stato accettato al Mansfield College di Oxford, ma ha deciso di abbandonare gli studi a 19 anni e, già nel 2001, ha iniziato la carriera da imprenditore fondando un servizio di consulenza telefonica.
Nei primi anni come professionista Mustafa Suleyman ha collezionato esperienze molto diverse tra loro: prima responsabile delle politiche per i diritti umani del sindaco di Londra Ken Livingstone; poi fondatore di una società di consulenza dedicata alla gestione di problematiche sociali.
La biografia di Mustafa Suleyman descrive un professionista capace di spaziare tra ambiti molto diversi: dalla consulenza al sociale, passando per l’AI
Quindi, nel 2010, il passo che avrebbe cambiato per sempre la sua vita: la decisione di fondare insieme a Hassabis DeepMind, una società dedicata alla ricerca e lo sviluppo di soluzioni di machine learning e intelligenza artificiale, che avrebbe avuto un successo clamoroso.
Uno dei primi lavori di DeepMind era dedicato a un argomento apparentemente frivolo come i videogames: insegnare a una AI a vincere partite di Space Invaders, Pong e altri classici del gaming degli anni ’70 e ’80.
Ciononostante, gli studi di DeepMind hanno prodotto risultati talmente sorprendenti da convincere Google ad acquisire la società nel 2014, per circa 500 milioni di dollari: un vero e proprio record europeo per l’epoca.
Negli anni a seguire Mustafa Suleyman si è occupato di integrare le soluzioni di intelligenza artificiale sviluppate da DeepMind ai principali prodotti Google, senza però perdere di vista la sua personale vocazione umanitaria.
Nel 2016 infatti è stato creato DeepMind Health, in collaborazione diretta con la Royal Society of Medicine: un reparto dedicato allo sviluppo di tecnologie a disposizione del servizio sanitario inglese e dei suoi partner.
Di cosa si occupa Mustafa Suleyman in Microsoft
Below the Sky / Shutterstock.com
Il principale successo di Mustafa Suleyman alla guida di DeepMind consiste, con ogni probabilità, nell’applicazione di algoritmi di machine learning per il raffreddamento dei data center di Google: una soluzione che ha valutato miliardi di combinazioni possibili e ha portato sia a una riduzione di circa il 40% di energia utilizzata, sia a un miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture Google di circa il 15%.
Ciononostante, Suleyman è stato messo in congedo nel 2019, a causa di accuse di maltrattamento mosse da alcuni dei suoi dipendenti. Tre anni dopo l’addio a Google diventa definitivo e Mustafa Suleyman fonda una nuova impresa dedicata all’intelligenza artificiale di nome Inflection AI.
La missione di Inflection AI era permettere agli esseri umani di parlare con i computer utilizzando il linguaggio naturale e il suo chatbot di nome Pi, presentato nel 2023, centra in pieno l’obiettivo.
Come nuovo “capo” dell’intelligenza artificiale in Microsoft, Mustafa Suleyman può contribuire alla risoluzione di alcuni tra i maggiori problemi del presente
Non sorprende dunque che, nel marzo 2024, Microsoft scelga proprio Suleyman come CEO di una neonata unità dedicata all’intelligenza artificiale. Specie se si considera l’assunzione contestuale di diversi altri membri di Inflection AI.
Il nuovo ruolo strategico di Mustafa Suleyman indirizzerà le modalità di lavoro di Microsoft sul tema dell’intelligenza artificiale ed è lecito supporre che le sue scelte avranno un impatto globale.
In questo senso è interessante notare come Suleyman continui ad avere un approccio etico nei confronti dell’AI. Da una parte è consapevole della portata rivoluzionaria dell’onda tecnologica che si sta abbattendo sul mondo.
Dall’altra è convinto che un uso efficace della tecnologia possa contribuire alla risoluzione di alcuni dei grandi problemi della contemporaneità: a partire dalle malattie croniche, fino ad arrivare alla crisi climatica.
Cosa pensa Mustafa Suleyman dell’intelligenza artificiale
Shutterstock
Mustafa Suleyman è da sempre interessato a un uso virtuoso ed etico dell’intelligenza artificiale e si impegna con costanza in attività di divulgazione e orientamento sul tema. Ma non solo.
Suleyman si è speso più volte in prima persona per rimarcare le responsabilità della tecnologia e del suo impatto sul mondo del lavoro. Si pensi in tal senso alla fondazione di Partnership on AI, un’organizzazione che riunisce i principali colossi tech internazionali: da Google a Microsoft, passando per Apple, Meta, IBM e la stessa DeepMind.
Partnership on AI è un ente senza scopo di lucro, che invita i suoi membri ad andare oltre la competizione: per studiare insieme l’AI e individuare le strategie più efficaci affinché l’AI influisca in maniera positiva sulla vita delle persone e sulla società intera.
Infine, nel 2023, Suleyman ha pubblicato il suo primo libro dedicato proprio all’impatto dell’intelligenza artificiale. Il testo, di nome “The Coming Wave", è stato tradotto in tutto il mondo ed è stato candidato dal Financial Times al premio Business Book of the Year.
