Mister Agenda Digitale. Digital Champion. E molto altro ancora. I soprannomi e i nomignoli affibbiati a Francesco Caio ormai non si contano più. Il manager italiano, con un passato in Omnitel, Olivetti, Merloni, Cable & Wireless e General Electric, è stato chiamato dal Primo Ministro Enrico Letta a dirigere l'Agenzia per l'Italia Digitale. Una nomina tutt'altro che casuale, visto il curriculum vantato da Francesco Caio ed appena accennato nelle righe introduttive. La strada che lo attende, però, sembra tutt'altro che priva di ostacoli: i progetti previsti nell'Agenda Digitale sono molto ambiziosi e non sempre i fondi a disposizione sembrano essere sufficienti a realizzarli.
La formazione e i primi passi nel mondo del lavoro
Nato a Napoli il 23 agosto 1957, Francesco Caio si laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano e successivamente consegue due Master in Business. La sua carriera lavorativa inizia in Olivetti, per poi passare – quasi immediatamente – alla Sarin, società controllata dalla statale Stet.
È nel corso di queste prime esperienze lavorative che Caio comincia ad appassionarsi al mondo delle telecomunicazioni e al suo sviluppo nel nostro Paese. Competenze, come vedremo, che gli torneranno molto utili in futuro, quando verrà chiamato dal Governo britannico e quello italiano a dirigere i processi di ammodernamento e sviluppo delle reti infrastrutturali dei due Paesi.
L'esperienza a fianco di De Benedetti
Nel 1991 viene chiamato da De Benedetti, di cui diventa uno dei consiglieri e assistenti più ascoltati. Nel 1994, con la liberalizzazione del settore della comunicazione mobile e la prima asta per le frequenze GSM, Francesco Caio viene messo a capo della neonata Omnitel, prima alternativa telefonica a Telecom Italia Mobile, sino ad allora monopolista del mercato.
Ben presto, però, Caio viene richiamato alla casa madre. Il 4 luglio 1996, infatti, De Benedetti lo destina alla guida di un'Olivetti sempre più in affanno. Le cose, però, non vanno come sperato: dopo due mesi di litigi e contrasti con la proprietà, il manager originario di Napoli abbandona il gruppo tecnologico italiano e mette fine al sodalizio pluriennale che lo legava a De Benedetti.
Da Merloni alla finanza internazionale
Due mesi dopo aver abbandonato per sempre il gruppo De Benedetti – siamo a fine 1996 – viene chiamato dal gruppo Merloni a ricoprire il ruolo di Amministratore delegato. Per la prima volta un manager esterno affianca Vittorio Merloni, figlio del fondatore dello storico mobilificio italiano, alla guida del gruppo. Anche in questo caso il manager è chiamato a un compito tutt'altro che semplice: rafforzare la leadership della società nel mercato italiano ed europeo, con l'obiettivo a lungo termine di stabilizzare la posizione della società nel listino della Borsa di Milano.
Questo gli vale una chiamata da Cable & Wireless, storica società britannica attiva nel campo delle telecomunicazioni. Grazie alla cura Caio, il gruppo inglese riesce a venir fuori da una lunga crisi che ne aveva messo a rischio la stessa sopravvivenza. Nel maggio 2005, dopo tre anni di pesanti perdite, la società annuncia un utile di 302 milioni di sterline. Nel 2008 e 2009 è chiamato dal governo britannico e quello italiano per definire le politiche industriali necessarie alla realizzazione delle reti a banda larga.
Dalla Avio all'Agenda Digitale
Nel 2011 viene chiamato alla guida di Avio, tra le società leader nel settore aeronautico. Un'esperienza che si interrompe nel giugno 2013, quando il presidente del Consiglio, Enrico Letta,o chiama a dirigere l'Agenzia per l'Italia Digitale.