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Biografia di Daniel Ek, fondatore di Spotify

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Una vita piena di successi, di idee innovative, di esperienza e qualche fallimento quella di Daniel Ek, fondatore di Spotify: scopriamo le fasi più importanti

Daniel Ek Liv Oeian / Shutterstock.com

Il nome dello svedese Daniel Ek è legato a doppio filo a Spotify, la piattaforma di streaming musicale di successo diffusa e amata in tutto il mondo. È stato l’imprenditore, o imprenditore seriale come ama definirsi, a immaginarlo e fondarlo. 

La sua vita è piena di iniziative, di esperienza in grandi realtà e di successi. Attivissimo nel settore hi-tech, è fonte di ispirazione per molti giovani che vogliono lavorare nel mondo della tecnologia, fare start-up, realizzare i propri progetti e creare qualcosa di innovativo proprio come è riuscito a fare Daniel Ek. Ma cosa l’ha portato a diventare ciò che è oggi?

L'infanzia e i primi passi da imprenditore

Daniel Ek e la tecnologia

Shutterstock

Daniel Ek nasce a Rågsved, nella periferia meridionale di Stoccolma, il 21 febbraio 1983. Qui crebbe assieme della madre, capace di sopperire alla mancanza del padre del piccolo Daniel con amore e dedizione. Ek si appassiona al mondo dell'alta tecnologia e dell'informatica sin dagli anni delle scuole elementari e si dà da fare affinché questa passione possa trasformarsi in un lavoro.

Fin da giovanissimo mostra uno spiccato istinto imprenditoriale che caratterizzerà la sua intera vita. Come un vero prodigio, a soli 14 anni crea la sua prima azienda nel campo dell'information technology. “Assume” alcuni amici per farsi aiutare, pagandoli in videogiochi, e inizia a sviluppare siti web per alcune società e attività economiche del vicinato.

Questo primo esperimento va a buon fine e i giovani ragazzi riescono a mettere da parte dei fondi per i propri progetti futuri. La prima esperienza nel mondo del web è un trampolino di lancio fondamentale che consente a Daniel Ek di comprendere cosa vuole fare da grande e la strada da percorrere.

Daniel Ek e l’approccio a Google

Google Sede

Sundry Photography / Shutterstock.com

Ben prima di ottenere il diploma, precisamente nel 1999, Ek invia un curriculum ad una start-up statunitense che ha da poco aperto i battenti: Google. La risposta ottenuta, però, non coincideva con quella sperata: gli fu chiesto di ritentare solo una volta in possesso del titolo di studio.

Daniel Ek, testardo ed orgoglioso com'era, non la prese molto bene. Decise, allora, di realizzare un motore di ricerca alternativo a Google, che potesse batterlo sul suo stesso campo. Conscio delle difficoltà che lo attendevano, tentò di coinvolgere nell'impresa una folta comunità di sviluppatori indipendenti mettendo su un progetto open source. 

Le difficoltà sulla strada di Daniel Ek non sono mancate: i fallimenti e gli errori sono ciò che gli hanno permesso di sviluppare un servizio di successo

Anche in questo caso, le cose non andarono esattamente come previsto: l'impresa richiedeva un impegno e capacità che Daniel non aveva. Non tutto, però, andò perduto: parte dei risultati raggiunti dal gruppo di lavoro vennero reimpiegati successivamente all'interno di Yahoo! Finance.

Daniel Ek, l’ingresso nel mondo del lavoro

Bit Torrent

Sharaf Maksumov / Shutterstock.com

Nel 2002, terminati gli studi liceali, Daniel Ek si iscrisse presso il Royal Institute of Technology (Kungliga Tekniska Högskolan) di Stoccolma, ma dopo appena due mesi decise di mettere fine alla sua carriera da studente e di dedicarsi completamente all'imprenditoria.

Qualche mese dopo aver abbandonato la facoltà di ingegneria fonda Advertigo, società attiva nel settore della pubblicità online successivamente acquistata da TradeDoubler. Successivamente farà parte di Tradera, portale di aste online rivolto soprattutto ai Paesi scandinavi (la piattaforma sarà poi inglobata da eBay), ed Evertigo.

Ha ricoperto le cariche di CTO (Chief Technology Officer) per Jajja Communication e Stardoll, mentre fu CEO (Chief Executive Officer) per uTorret, il più celebre e utilizzato client BitTorrent. 

Daniel Ek: dove trova l’ispirazione per Spotify

Spotify

DenPhotos / Shutterstock.com

Ad ispirare la creazione di un servizio di streaming musicale fu lo studio di un problema molto sentito da Daniel Ek. Appassionato di musica e, per un breve periodo, aspirante musicista, aveva grande consapevolezza delle conseguenze che il download illegale di brani musicali poteva causare, sia all’artista che all’utente del web che rischiava di danneggiare i propri dispositivi.

Decise, così, di trovare un compromesso per ridurre il fenomeno della pirateria, cercando di andare incontro alle esigenze di un pubblico che non voleva pagare cifre esagerate per ascoltare la musica. Da queste premesse, grazie alla collaborazione con Martin Lorentzon, suo ex collega, nasce Spotify, che viene lanciato sul mercato nel 2008 dopo due intensi anni di lavoro.

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Dopo un periodo di test, avvenuto in Svezia, Spotify viene diffuso in tutto il mondo in modalità freemium, con la maggior parte delle funzionalità gratis e quelle più avanzate a pagamento

Spotify: il successo e la concorrenza

Spotify pubblicità

ThomasAFink / Shutterstock.com

La creatura di Daniel Ek ha veramente rivoluzionato un intero settore, quello della discografia, che stava vivendo un periodo molto difficile. Il servizio si è evoluto anno dopo anno, aggiungendo funzionalità e rendendosi compatibile con numerosi supporti. Dopo il successo ottenuto (anche se non suffragati da risultati economici degni di nota) molte grandi aziende del settore hi-tech si sono lanciate nel mercato della musica in streaming. 

Il tentativo più famoso è sicuramente quello di Apple, che dopo aver acquisito per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari Beats e il suo servizio di musica in streaming, ha lanciato sul mercato Apple Music, che nei programmi dell'azienda di Cupertino deve essere il grande concorrente di Spotify. Ma verso la fine del 2016 si è aggiunto anche un terzo incomodo: Infatti, Amazon ha annunciato di essere pronta a lanciare la propria applicazione per ascoltare musica in streaming con prezzi molto più bassi rispetto alla concorrenza. 

Per fronteggiare l'arrivo di nuovi pericolosi "nemici" dall'ottobre del 2015 Daniel Ek ha preso in mano le redini della società, dopo che Martin Lorentzon, l'amico che lo aveva supportato nella creazione di Spotify, ha deciso di fare un passo indietro.

Oggi Spotify, sotto la guida di Ek, permette di ascoltare musica e podcast in ogni momento su smartphone, tablet e tanto altro ancora. I suoi utenti sono costantemente in crescita, così come gli abbonati alla versione Premium della piattaforma. Nonostante l’elevata concorrenza, resta una società leader nel settore dello streaming musicale. Un primato che l’imprenditore non è intenzionato a perdere.

A cura di Cultur-e
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