Prendete due gemelli statunitensi di buona famiglia. Mettete che siano due menti brillanti, molto brillanti. Aggiungeteci che sono alti, atletici e campioni di canottaggio. Catapultateli a Harvard, a inizio del nuovo millennio. Mescolate gli ingredienti e quel che ne verrà fuori potrebbe anche essere un’idea rivoluzionaria, che cambierà per sempre il modo di utilizzare Internet, di relazionarsi con le persone e il concetto stesso dei social network. Semplice fantasia? O supposizione giornalistica? Forse realtà, se si vuol dar retta a quello che Cameron e Tyler Winklevoss raccontano, a mo’ di disco rotto, da almeno un lustro a questa parte. E cioè che l’idea alla base di Facebook fosse la loro e che Mark Zuckerberg se ne sia impossessato indebitamente. Nel frattempo, tra un’udienza in tribunale e l’altra, i gemelli Winklevoss sono riusciti anche a conquistare il pass per le Olimpiadi di Pechino (canoa, specialità 2 senza, sesto posto), dimostrando di possedere doti fisiche fuori dal comune oltre che a un senso per gli affari “leggermente” sviluppato. Tanto che ora si sono tuffati a capofitto nell’avventura SumZero.
Cameron e Tyler Winklevoss nascono a Southampton, nello stato di New York, nell’agosto del 1991, ma subito si trasferiscono nel Connecticut e lì passano la loro infanzia. Essendo praticamente speculari, tanto da aver difficoltà nel distinguerli, i due gemelli svilupparono sin dalla più tenera età grandi doti di cooperazione e collaborazione, esibendosi in eccezionali duetti musicali. Dopo essersi appassionati alla cultura classica negli anni dell’high school (entrambi studiarono Latino e Greco antico), scelsero di frequentare la Facoltà di Economia dell’Università di Harvard. Qui svilupparono ulteriormente un innato senso per gli affari (il loro papà Howard E. Winklevoss, è fondatore di ben due società, la Winklevoss Consulting e la Winklevoss Technology) e, a partire dal dicembre del 2002, iniziarono a sviluppare l’idea per un nuovo social network: HarvardConnect (poi rinominato in ConnectU).
Inizialmente il social network doveva essere riservato ai soli studenti di Harvard, che potevano utilizzare HarvardConnect per mantenere e rafforzare i loro rapporti sociali all’interno dell’università. I due gemelli capirono immediatamente che l’idea funzionava, tanto che volevano espanderla anche alle altre università statunitensi. Purtroppo, le loro competenze informatiche non gli permettevano di sviluppare un’idea così complessa e articolata. Quindi decisero di rivolgersi a un giovane studente di Harvard, tale Mark Zuckerberg. E qui la storia prende tutta un’altra piega.
Zuckerberg si unì al progetto ConnectU nel novembre del 2003, ma i rapporti con i gemelli Winklevoss non furono mai troppo buoni. La comunicazione tra i tre era piuttosto difficoltosa, tanto che tra dicembre 2003 e gennaio 2004 Mark Zuckerberg decise di mettersi in proprio, creando The Facebook. E i due gemelli notarono immediatamente delle “leggere” somiglianze tra i due progetti. Tanto che nel febbraio dello stesso anno ConnectU citò in giudizio The Facebook e il suo creatore.
Ma l’intera storia sarebbe rimasta più o meno nascosta – almeno al di fuori degli States – se non fosse stato per The Social Network, il film diretto da David Fincher che racconta la genesi di Facebook. Il film uscì nelle sale di tutto il mondo nel 2010, riscuotendo un successo planetario. La causa contro Mark Zuckerberg per furto di proprietà intellettuale risale, come detto, al 2004, ben 6 anni prima. E si concluse con le due parti che si accordarono per un risarcimento di 65 milioni di dollari. Certo, poco più di un decimo rispetto ai 600 milioni inizialmente richiesti, comunque una cifra sufficiente per dare il via a una carriera da businessmen una volta interrotta quella agonistica.
Infatti, una volta appesa la canoa al chiodo i due fratelli si sono buttati nuovamente a capofitto nella loro vecchia passione. Anzi, nelle loro vecchie passioni. È un dato di fatto che i gemelli Winklevoss, sin dai loro anni a Harvard, hanno tentato di coniugare business e relazioni sociali. Da questi tentativi nacque l’idea ConnectU e prende forma SumZero, il nuovo social network su cui la Winklevoss Capital Fund ha da poco investito un milione di dollari. SumZero più che un normale social network è una sorta di club esclusivo, dove startup innovative si incontrano con finanziatori pronti a trovare la nuova gallina dalle uova d’oro. Nell’impresa è coinvolto anche Divya Narendra, vecchio compagno di Harvard e tra gli ideatori di ConnectU. Quando si dice i casi della vita…
28 dicembre 2012