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Biografia Andrew Grove

Terzo dipendente del colosso statunitense dei semiconduttori, ha fatto sì che l'azienda si aprisse al mercato dei semiconduttori

Andy Grove

Affidandosi al suo mantra non solo è riuscito a evitare la persecuzione razziale nazista, ma ha contribuito a risollevare le sorti di una delle aziende più importanti della Silicon Valley. Con il suo "Only the paranoid survive" ("solo i paranoici sopravvivono" in italiano) ha inspirato generazioni di giovani startupper e imprenditori, diventando mentore dei grandi nomi della tecnologia (Larry Ellison, Steve Jobs e Mark Zuckerberg solo per citarne alcuni).

L'influenza e l'importanza di una figura carismatica come quella di Andrew "Andy" Grove è (forse) spesso sottostimata al di fuori dell'ambiente della Silicon Valley, ma a leggere la sua biografia si capisce benissimo perché i big del settore dell'hi-tech nutrano nei suoi confronti una sorta di "venerazione".

Chi è Andy Grove

Nato il 2 settembre 1936 in Ungheria (il suo vero nome è András István Gróf, cambiato in Andrew Stephen Grove una volta sbarcato negli Stati Uniti nel 1957), Andy Grove è una delle figure più importanti di sempre per lo sviluppo dell'industria informatica. In veste di Director of Engineering di Intel, guida la trasformazione dell'azienda da produttrice di memorie DRAM a produttrice di processori: un cambio che evita il fallimento del gigante statunitense e gli permette di affermarsi, nel tempo, come il maggior produttore di CPU al mondo.

 

Andy Grove

 

Come ci racconta la sua biografia, Andy Grove dimostra di essere un abile ingegnere e un grande conoscitore di materiali semiconduttori, ma non solo: è stato anche autore di testi universitari, professore presso Stanford e tra i più importanti (e imitati) dirigenti d'azienda della Silicon Valley. Una biografia di successo che gli ha permesso di accumulare premi e riconoscimenti di ogni genere: nel 1997 è nominato Uomo dell'anno dalla rivista Time, CEO dell'anno e Technology leader dell'anno; nel 2000 riceve la IEEE medal of honor; mentre nel 2009 entra a far parte della Hall of Fame dello Stato della California. Nel 2006 dona 26 milioni di dollari al New York City College (la sua Alma mater) e, da allora, la facoltà di ingegneria dell'università newyorchese porta il suo nome.

L'infanzia ungherese e la fuga negli Stati Uniti

Figlio di Maria e George Grof, Andy Grove cresce all'interno di una famiglia della media borghesia ebraica di Budapest. L'infanzia, per il piccolo Andris (così era conosciuto da amici di famiglia e familiari) è tutt'altro che semplice: a quattro anni contrae la scarlattina, rischiando seriamente di morire (resterà quasi sordo a un orecchio), mentre nel 1944 sfugge alla persecuzione delle truppe naziste nascondendosi dietro una falsa identità.

 

Andrew Grove

 

Nonostante queste alterne vicende, il giovane Andy Grove ottiene ottimi risultati sui banchi di scuola, denotando sin dalla più giovane età una notevole attitudine allo studio e una grande duttilità. In particolare, il futuro CEO Intel è attratto dalla chimica e dalle scienze in generale. Nel 1956, però, si vede costretto a interrompere i suoi studi universitari: l'invasione sovietica e i conseguenti tumulti popolari hanno reso Budapest un luogo poco sicuro dove vivere. Fuggito in Austria, arriva negli Stati Uniti nel 1957.

La passione per i semiconduttori

Negli USA completa il suo percorso formativo ottenendo il Bachelor of Science in Ingegneria Chimica nel 1960 presso il City College di New York e il dottorato in ingegneria dei materiali presso la university of California, Berkeley nel 1963. Già dal 1964 è all'interno della Fairchild Semiconductor e nel 1967 viene promosso a assitant director del dipartimento Sviluppo. Grazie a questo nuovo ruolo Grove si avvicina al mondo dei materiali semiconduttori, dei circuiti integrati e la nascente rivoluzione dei microcomputer. L'avventura nella Fairchild Semiconductor, però, non dura molto: nel 1968 si licenzia e si unisce a Gordon Moore e Robert Noyce, da poco cofondatori di Intel.

 

Andy Grove

 

La carriera di Andy Grove in Intel

Terzo dipendente della società, Grove si occupa inizialmente di dirigere le operazioni ingegneristiche in veste di director of engineering. L'ingegnere di origine ungherese ma ormai statunitense di adozione si occupa di progettare e organizzare l'intera catena di produzione di semiconduttori e memorie che permetterà a Intel di guadagnare una posizione di preminenza nel mercato sin dai suoi primi anni di vita.

Il ruolo di Grove nel processo di crescita e sviluppo di Intel, però, è molto più importante: nel 1976 sarà lui a convincere la dirigenza a passare dalla produzione di memorie DRAM alla produzione di microprocessori e CPU. Grove, inoltre, gioca un ruolo fondamentale nella successiva trattativa con IBM, che da allora in poi utilizzerà esclusivamente processori Intel all'interno dei suoi computer casalinghi e per ufficio. In questo modo Intel diventa monopolista di fatto del settore.

 

Grove e i fondatori Intel

 

Nel 1979 Andy Grove diventa Presidente Intel, mentre nel 1987 passa al ruolo di CEO, al quale si aggiunge la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione nel 1997. In questo trentennio Intel passa da un fatturato di poco superiore ai 2.500 dollari agli oltre 20 miliardi del 1997. Lascia il ruolo di CEO nel maggio 1998 per problemi di salute, ma mantiene la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione. Muore il 21 marzo 2016 per cause non meglio specificate.

Sopravvivono solo i paranoici

 

Microprocessori Intel con firma di Grove

 

Come accennato, nel suo percorso formativo e professionale, Andy Grove è guidato da un mantra piuttosto particolare: solo i paranoici sopravvivono. Ovvero, solo chi cerca continuamente di migliorarsi, solo chi non si accontenta della prima soluzione può avere successo. Un atteggiamento che lo porta, nel corso della sua carriera ultratrentennale, a favorire l'innovazione e la sperimentazione all'interno di Intel. Anche per questo motivo diventa, nel corso degli anni, una figura ispiratrice per decine di giovani imprenditori.

A cura di Cultur-e
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