Nonostante le previsioni di crescita restino immutate (75 milioni di dispositivi connessi e interconnessi entro il 2020), diversi problemi sembrano stagliarsi all'orizzonte per l'Internet of Things. La crescita impetuosa del settore degli smartdevice a cui si sta assistendo negli ultimi anni, ad esempio, potrebbe non essere accompagnata da un altrettanto veloce sviluppo della capacità di connettività a livello mondiale. Il rischio, in questo caso, è che la banda assicurata dalle dorsali oceaniche non sia sufficiente per garantire un'adeguata velocità di connessione a tutti gli utenti e tutti gli smart-gadget che saranno in circolazione in un futuro molto prossimo.
Già oggi i limiti della velocità di connessione globale sta limitando fortemente la diffusione di contenuti multimediali in ultra alta definizione. Come dimostrano i dati dei vari report Akamai sullo stato della Rete, l'adozione della cosiddetta banda 4K (velocità connessione 15 Mbps o superiore) è molto limitata (soprattutto nei Paesi dell'Europa del Sud, come l'Italia) e, nonostante gli sforzi intrapresi, i progressi in quest'amibto vanno ancora molto a rilento.
Fortunatamente, l'impegno di scienziati e ricercatori per ottimizzare le prestazioni delle tecnologie di telecomunicazione e migliorare velocità connessione Internet non conosce sosta. Due esempi sono dati da LaserWan, rete sperimentale creata da un giovane liceale italiano; e dall'esperimento condotto (tra gli altri) da Nokia Bell Labs, capace di spingere la fibra ottica a una velocità connessione di 1 terabit (corrispondenti a 125 gigabyte, più o meno 30 DVD) al secondo. Il tempo della ultrabroadband per tutti, insomma, non sembra poi essere così lontano.
Abbattere il digital divide
LaserWan nasce da un'idea – e un esperimento "casalingo" – di Valerio Pagliarino, 16enneoriginario di Castelnuovo Calcea (provincia di Asti) e iscritto al liceo scientifico Galilei di Nizza Monferrato. Tutto trae origine dalle necessità (e dalle conoscenze, ovviamente) del giovane piemontese: abitando in un piccolo centro collinare, naviga online con velocità di connessione molto basse ben al di sotto di 1 Mbps) e ha ben poche speranze di veder migliorata in tempi brevi la sua situazione.
Grazie alla sua tecnologia per la trasmissione dati (che, come suggerisce il nome, sfrutta le potenzialità della luce laser), Pagliarino spera di abbattere definitivamente il digital divide con una soluzione affidabile e, allo stesso tempo, molto economica (se comparata alle altre tecnologie oggi disponibili).
Come funziona LaserWan
Il prototipo realizzato dallo studente astigiano, che gli è valso la vittoria nella 28esimaedizione del Concorso giovani scienziati della Commissione UE, è composto da pezzi di "fortuna" che chiunque può trovare in casa o sul web (alcuni vecchi telecomandi un aspirapolvere ed un paio di schede di controllo acquistabili facilmente su Internet). Si tratta, infatti, di due antenne dotate di ricetrasmettitore di impulsi laser a infrarossi che, invece di sfruttare le proprietà riflettenti della fibra ottica, viaggiano liberamente nell'aria. Posizionando le ricetrasmittenti sulla sommità dei tralicci dell'alta tensione è possibile realizzare una dorsale alternativa a quelle in fibra ottica sfruttando dei "semplicissimi" impulsi luminosi invisibili all'occhio umano.
Stando ai calcoli realizzati da Valerio Pagliarino, che nel frattempo ha deciso di brevettare il suo Laserwan, la realizzazione di una rete di questo genere dovrebbe costare circa un centesimo rispetto alla spesa richiesta per la creazione di una rete in fibra ottica sullo stesso percorso. Allo stesso tempo, le prestazioni non ne risentirebbero affatto: una volta realizzata a dovere, Laserwan potrebbe assicurare velocità connessione di 500 Mbps sia in download che in upload.
Fibra a 1 terabit al secondo in condizioni "reali"
Nel frattempo, però, la fibra ottica resta il principale ambito di lavoro per i vari centri di ricerca internazionali impegnati nello sviluppo di tecnologie ultrabroadband. Un team composto da scienziati dei Nokia Bell Labs, dei Deutsche Telekom T-Labs e della Technical University of Munich ha condotto esperimenti capaci di spingersi vicini al limite teorico e tecnologico della fibra ottica, raggiungendo la velocità di 1 terabit al secondo (equivalenti a 25 film da 5 gigabyte ognuno scaricati in appena un secondo).
Un traguardo raggiunto mettendo in atto una tattica innovativa (anche se non ipertecnologica come ci si potrebbe aspettare). Andando a modificare i protocolli di comunicazione, gli scienziati tedeschi sono riusciti ad adattare la frequenza di trasmissione dei dati (e quindi la frequenza operativa del laser della fibra ottica) alle condizioni del canale comunicativo e della richiesta di traffico. L'eccezionalità del risultato non sta tanto (o solo) nella velocità raggiunta (in passato, un team britannico aveva toccato quota 1,4 terabit per secondo), ma nel fatto che gli esperimenti sono stati condotti su una rete reale effettivamente in uso. Ciò vuol dire che, rispetto a molte altre soluzioni tecnologiche proposte negli anni scorsi, quella dei ricercatori tedeschi è quella che al momento può effettivamente essere realizzata in tempi relativamente brevi e con risorse economiche più contenute.