Sarà lo smartphone della rinascita? Questa la domanda che molti si ponevano prima della presentazione del Moto X, ultimo nato in casa Motorola e primo dispositivo progettato e realizzato a seguito dell'acquisizione da parte di Google (avvenuta poco più di un anno fa per 12 miliardi e mezzo di dollari). Una domanda che, probabilmente, continuerà a balenare nella mente di molti sino a quando non verranno distribuiti i primi dati di vendita di questo nuovo smartphone.
Nell'attesa, però, qualcosa si può già dire. Guardando il Moto X, si capisce che è il frutto di un certosino lavoro di “cesellatura”: da un lato Google ha sfruttato a pieno il proprio know-how a livello software, dall'altro Motorola ha fatto del suo meglio per progettare e realizzare un dispositivo che assicurasse ottime prestazioni hardware. Il risultato è – o almeno così sembra – uno smartphone perfettamente ottimizzato sia a livello hardware che software, con un prezzo – 199$ nella versione da 16 GB, 249$ nella versione da 32 GB – che potrebbe fare gola a molte persone.
Le caratteristiche tecniche
Il Moto X non presenta caratteristiche hardware di primissimo livello o di ultimissimo grido. Non una novità, viste le continue anticipazioni “trafugate” negli ultimi mesi. Nemmeno una bruttissima notizia, però. Il dispositivo nato dalla collaborazione Google-Motorola, infatti, assicura comunque alti livelli prestazionali.
Il processore è un Qualcomm Snapdragon S4 Pro dual core da 1.7 Ghz, affiancato dal sistema Motorola X8; display AMOLED da 4.7 pollici di diagonale con risoluzione 1280x720; 2 GB di RAM; 16 o 32 GB di storage (e 50 GB di spazio su Google Drive per 2 anni); connettività LTE; fotocamera posteriore da 10 megapixel con tecnologia ClearPixel. Ed una batteria “maggiorata” che promette di durare 24 ore, anche a seguito di un utilizzo
Senza mani
La caratteristica che maggiormente cattura l'attenzione la si trova a livello di software. Moto X è il primo smartphone a poter essere controllato con la sola voce. Grazie ad alcuni sensori utilizzati esclusivamente da Motorola – almeno per il momento – sarà possibile interagire con il dispositivo utilizzando semplici comandi vocali. Per impostare una nuova sveglia o segnare un nuovo appuntamento sul calendario, per chiedere le indicazioni verso la pizzeria più vicina o per chiamare un contatto della rubrica basterà semplicemente parlare. Sarà poi Android ad interpretare i comandi ed eseguire l'operazione richiesta.
Anche scattare una foto sarà molto più semplice. Per accedere alla fotocamera, infatti, basterà un veloce movimento del polso e in circa 1 secondo in mezzo si potranno scattare tutte le foto che si vorranno. Esattamente la metà, sostengono in Motorola, del tempo richiesto dalle applicazioni fotografiche dei concorrenti.
L'anti-iPhone
Il Moto X potrebbe essere il primo vero anti-iPhone della storia. E, ben inteso, non per le sue caratteristiche hardware. Il nuovo smartphone di Motorola sembra essere antiteticamente opposto a quello di Apple, a partire da un refrain ripetuto ogni volta che se ne presenti l'occasione “Assembled in US”, assemblato negli Stati Uniti. Uno slogan che fa da contraltare al celebre “Designed in California” reso celebre dalla casa di Cupertino (ma che si serve di diversi stabilimenti produttivi cinesi per assemblare i suoi smartphone).
Il Moto X, però, rappresenta tutto ciò che l'iPhone non è mai stato e, probabilmente, mai potrà essere. Lo smartphone di casa Apple viene prodotto e venduto in un'unica versione ogni anno. L'ultimo nato in casa Motorola può essere liberamente personalizzato dall'utente, tanto che se ne contano 504 differenti versioni a seconda della combinazione di colori scelti, dello storage, dello sfondo e molto altro ancora.
A questo alto grado di personalizzazione, corrisponde una differente filosofia di design: mentre l'iPhone basa tutto su uno stile lineare e pulito, con un profilo fortemente marcato, il nuovo cellulare Motorola presenta linee arrotondate, certamente più ergonomiche ma meno “eleganti”. Discorso analogo per i materiali utilizzati: l'alluminio per l'iPhone, plastica – seppur di ottima qualità – per il Moto X.
Moto X presenta una versione leggermente personalizzata di Android, sistema operativo Linux-based, open source e accessibile a decine e decine di altri produttori in tutto il mondo. Apple, e questa non è una novità, fa uso di un sistema operativo proprietario (iOS), utilizzato esclusivamente sui suoi prodotti.
I due smartphone, insomma, sembrano essere – ed effettivamente sono – lo specchio delle due differenti filosofie di pensiero che guidano Apple e Google.
2 agosto 2013