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Cos'è Arduino

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Arduino è tra le schede con microcontroller più apprezzate dalla community dei maker. Merito della sua versatilità e del prezzo

Massimo Banzi, papà di Arduino

Tutto inizia nel 2005 in un'aula della scuola di Interaction Design Institute di Ivrea. Gli alunni si lamentano con Massimo Banzi, uno dei loro professori, dell'impossibilità di trovare un microcontroller potente, ma allo stesso tempo dai prezzi accessibili. Serviva a loro per portare a termine i progetti di fine corso, e magari poteva tornare utile anche alla scuola per realizzare alcuni progetti rimasti in sospeso.

Banzi discute del problema con l'ingegnere spagnolo David Cuartielles, suo collega presso l'Interaction Design ed esperto di microchip. I due decidono quindi di realizzare il microcontroller tanto desiderato e affidano a David Mellis, studente dello stesso Banzi, di realizzare il linguaggio di programmazione che avrebbe permesso di "fare magie" al microcontroller.

Arduino Uno

Nasce così, un po' per caso, un po' per sfida, Arduino, primo hardware open source d'Italia e tra le invenzioni di maggior successo dell'ultimo decennio.

Che cos'è Arduino

Arduino è una piattaforma elettronica open source distribuita con la licenza Creative Commons Attribution - Share Alike 2.5 e basata su componenti hardware e software di controlli semplici da utilizzare. Le schede Arduino sono in grado di captare e "interpretare" segnali e stimoli in arrivo dall'ambiente circostante - la pressione su un interruttore, un dito su un bottone o un messaggio su Twitter - e trasformarlo in un output - l'attivazione di un motore, l'accensione di una luce LED, pubblicare qualche cosa online.

Nello specifico, Arduino è composto da un circuito stampato che integra un microntroller, un regolatore di tensione e un'interfaccia USB per collegarla al computer. I pin del microcontroller sono collegati direttamente alle porte di I/O (input e output) della scheda. I comandi da eseguire, invece, possono essere creati utilizzando il linguaggio di programmazione Arduino (basato su Wiring, a sua volta derivato da C e C++) e l'ambiente di sviluppo Arduino Software (IDE).

Caratteristiche Arduino

Sin dal suo lancio, Arduino ha goduto di un ampissimo successo nella community internazionale dei makers. Grazie alla sua versatilità e facilità d'utilizzo, il minicomputer open source italiano ha conquistato il cuore di migliaia di utenti in tutto il mondo. Ma le caratteristiche Arduino che ne hanno determinato il successo sono anche altre.

Scheda Arduino collegata a schermo LCD

  • Economico. Rispetto a molte altre board con microcontroller, Arduino ha costi molto al di sotto della media di mercato. Con un prezzo che va da poco più di 10 euro a meno di 100 euro, le schede Arduino permettono di realizzare i progetti di automazione più svariati senza che ci sia bisogno di spendere cifre esagerate
  • Multipiattaforma. Sia il linguaggio di programmazione sia l'ambiente di sviluppo di Arduino sono compatibili con piattaforme Windows, macOS e Linux. Ciò vuol dire che potrete realizzare applicativi di automazione per la scheda open source realizzata da Massimo Banzi e dal suo team torinese
  • Ambiente di programmazione semplice e immediato. Arduino Software, ambiente di programmazione e sviluppo per le omonime schede, è così semplice da utilizzare che anche utenti alle prime armi possono realizzare i loro software per l'automazione dei processi. Allo stesso tempo, però, l'ambiente è sufficientemente versatile da consentire agli utenti più esperti di realizzare processi d'automazione più complessi e variegati

Storia di Arduino

La forza di Arduino sta nella sua distribuzione con licenza Creative Commons (CC). Chiunque, quindi, può scaricare i progetti e gli schemi di questo microcontroller e adattarli alle proprie esigenze. E, magari, migliorarlo, con l'obbligo di ridistribuire i nuovi schemi con la stessa licenza CC.

Nei primi mesi di vita, il team di sviluppo di Arduino viene letteralmente sommerso da richieste di aiuto e, incredibilmente, da proposte migliorative. Così come accaduto ad inizio anni '90 con Linux, la comunità geek internazionale inizia a lavorare autonomamente allo sviluppo di questa piattaforma hardware Open Source con l'unico obiettivo di migliorarla e renderla accessibile a tutti.

La parte retrostante di Arduino,
  con la cartina dell'Italia

Nel giro di pochi mesi vengono modificati gli schemi di connessione tra i vari pin, Wiring subisce diverse modifiche e viene reso più leggero e potente. Nel frattempo Massimo Banzi, Cuartelles, Mellis e un altro paio di "visionari" creano una società per la produzione in serie e la commercializzazione di Arduino. Gli inizi non furono dei più semplice, ma grazie anche alla pubblicità gratuita ricevuta online, il microcontroller open source fa breccia nel cuore di molti. Nel 2006 vengono vendute appena 5.000 schede, l'anno successivo il volume di vendite era sestuplicato.

Cosa si può fare con Arduino

I vari modelli di Arduino sono concepiti per l'automazione casalinga e industriale, sia di piccole che di grandi dimensioni. Il board con microcontroller creato da Massimo Banzi può essere utilizzato, ad esempio, per aggiungere uno scanner di impronte digitali al cancello o alla serranda del garage, per automatizzare l'accensione del sistema di illuminazione degli esterni oppure un sistema d'allarme molto semplice.

Chi è Massimo Banzi

Uno dei papà di Arduino è l'ingegnere italiano Massimo Banzi. Originario della Lombardia, dimostra sin dalla più tenera età una curiosità quasi morbosa per tutto ciò che riguarda l'elettronica. Dopo la laurea si appassiona al design industriale e, prima di approdare all'istituto di specializzazione post-universitaria di Ivrea, fa da spola tra Milano e Londra come software architect per diverse società, tra le quali Italia Online, Sapient, BT, MCI WorldCom, SmithKlineBeecham, Storageteke BskyB.

Massimo Banzi nel corso di una conferenza

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Arriva poi l'offerta all'Interaction Design Institute, dove resta per quattro anni come professore associato. Ora si dedica a tempo pieno allo sviluppo della piattaforma hardware da lui creata e resa famosa: Arduino. Insegna, inoltre, Interaction Design al SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana) di Lugano.

Hardware hackabile

Lilypad Arduino,
  versione rotonda e flessibile del microcontrolle ideale per gli abiti

L'intuizione più geniale dietro il successo di Arduino è la sua hackerabilità. La licenza Creative Commons, infatti, dà la possibilità a chiunque di mettere le mani sul progetto originale e modificarlo a proprio piacimento senza dover pagare nulla. Così, in appena 8 anni, Arduino è diventato tutto e il contrario di tutto. È stato utilizzato, ad esempio, per realizzare dei sistemi di irrigazione automatizzata, o per costruire modellini di automobili che si guidano da sole, o creare dal nulla degli strumenti musicali elettronici. Basta collegare il giusto sensore al giusto pin del microcontroller e il gioco è fatto.

Il 9 febbraio 2015  Federico Musto succede a Banzi: "Da oggi la realtà industriale che era il gruppo Arduino cambia perché il mercato dei makers non è più quello che era ai tempi del bar di Ivrea e sulla scena ci sono in gioco oggi player importanti come Intel e altri colossi internazionali. Noi rimaniamo fedeli a ciò che siamo stati sin dall' inizio, una società che produce software e hardware open source, ma è necessario avere una dimensione internazionale che sia in grado interagire con questi gruppi".

Il gruppo ha venduto nei primi tre anni 50 mila schede, affermandosi nel settore dei maker e attirando l'attenzione di Brian Krzanich, che appena divenuto ad di Intel ha concluso un accordo con la Arduino per realizzare la scheda Intel Galileo, alla fine del 2013. "L' accordo di Intel ha avuto un effetto domino, dandoci visibilità e attirando su di noi l' attenzione di altri gruppi che ci hanno contattato per realizzare dispositivi con la nostra tecnologia, come per esempio Bosch. Questo ci ha fatto capire che ci serviva una marcia in più. Oggi la produzione di Arduino continua ad essere italiana ma abbiamo aperto filiali a Shanghai, in Giappone e negli Usa e quei mercati ci permettono di poter crescere nonostante la stagnazione e la crisi europea".

A cura di Cultur-e
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