La Coalition for Better Ads è la coalizione nata qualche anno fa dall'alleanza di aziende e associazioni internazionali che operano nel mondo dei media online. L'obiettivo dell'alleanza è migliorare il rapporto tra l'esperienza d'uso dei siti e le pubblicità online. La Coalition ha rilasciato alcuni dati sull'advertising online. Secondo lo studio, 6 formati pubblicitari per desktop (tra cui pop-up, video che si avviano automaticamente con audio attivo, etc.) e 12 per mobile (come pop-up, video a tutto schermo, sticker ads, etc.) sono percepiti come invasivi e quindi ritenuti responsabili del peggioramento dell'esperienza utente. Gli utenti per evitarli si affidano a diversi tipi di ad-blocking.
Spesso gli annunci, non solo sono troppo persistenti, ma invadono la privacy degli utenti, sottraendo informazioni sensibili sui loro movimenti online, attraverso siti web e inserzioni pubblicitarie di ogni tipo. Lo studio ha analizzato le preferenze di circa 25.000 utenti di diversi mercati, nello specifico Stati Uniti ed Europa, in relazione alla fruizione di contenuti da desktop e mobile.
Questa attività ha permesso alla Coalition di tracciare quanto disagio e invasione della privacy provocano le pubblicità. Questo problema affligge sempre di più la user experience, e sono tante le aziende e case produttrici che si sono mosse per limitarne i danni e garantire all'utente una navigazione spedita e sicura. Tra queste c'è anche Apple, che ha escogitato un metodo capace di accontentare utenti e inserzionisti: il Privacy Preserving Ad Click Attribution.
Le pubblicità invadenti: come funzionano?
L'utente che naviga online, incappa in tanti tipi di annunci pubblicitari: quelli presenti nelle SERP dei motori di ricerca, finestre pop-up, video, banner e tanti altri. Questi metodi permettono alle aziende di promuovere i propri prodotti o servizi sul web. Ogni volta che un utente clicca su un annuncio online, questa azione viene registrata dal sistema che tiene traccia degli spostamenti tra le pagine dentro e fuori il sito web.Ogni pubblicità online ha quindi dei veri e propri tracciatori invisibili, che seguono l'utente nel percorso eseguito online.
Grazie alla loro capacità di seguire l'utente, riescono a creare un profilo delle sue abitudini online, in modo da sapere dove fa clic o meno, i suoi interessi, gli acquisti fatti online oppure quando ha messo dei prodotti nel carrello, e così via. Insomma, gli inserzionisti possono conoscere le mosse degli utenti, e questi ultimi spesso forniscono tali informazioni in modo inconsapevole.
La soluzione di Apple
Apple vuole tutelare l'utenza e lo ha ribadito all'interno del suo blog ufficiale nei giorni scorsi. Per farlo ha inventato l'attribuzione di clic sull'annuncio della privacy. Secondo Apple, non hai bisogno di condividere con nessun altro che hai comprato qualcosa online. Gli inserzionisti dovrebbero solo sapere che qualcuno – non una specifica persona – ha fatto clic su un annuncio di un sito web, magari acquistando poi qualcosa dalla stessa piattaforma. La nuova tecnologia può aiutare così a preservare la privacy degli utenti senza ridurre l'efficacia delle campagne pubblicitarie. Questa tecnologia chiamata Privacy Preserving Ad Click Attribution sarà presto disponibile su Safari.
Come funzionerà la tecnologia Apple per "limitare" la pubblicità online?
John Wilander, ingegnere Webkit, ha presentato la tecnologia sottolineando quali sono i limiti che ogni inserzionista dovrebbe porsi per non invadere la privacy degli utenti. Per esempio, è importante che un sito web non sappia quali sono le mosse dell'utente quando esce dalle sue pagine ed entra in un'altra piattaforma. Un altro dato importante è che gli utenti non dovrebbero essere identificati in modo univoco.
Con questo metodo, Apple vuole quindi limitare la portata di cookie e tracking pixel. Queste tecnologie invadono la privacy, creando un profilo utente in cui si trova il percorso fatto online, dal primo clic fino alla conversione. Il team di Webkit chiama questo metodo cross-site tracking, e ammette che grazie a Safari finalmente si potrà superare. Tutto grazie alla tecnologia Intelligent Tracking Prevention (ITP) applicata praticamente al Privacy Preserving Ad Click Attribution.
Parliamo di un metodo all'avanguardia per tracciare gli annunci venendo incontro agli utenti. La tecnologia per funzionare ha bisogno di tre passaggi. Il primo riguarda l'archiviazione di clic sugli annunci, fatto dalla pagina che ospita l'inserzione pubblicitaria. Il secondo se i clic sull'annuncio corrispondono poi a conversioni sul sito. L'ultimo passaggio è eseguito dal browser che invia i dati all'inserzionista, ed in particolare lo informa se al clic sull'annuncio corrisponde anche la conversione.
Non si sa ancora bene come la tecnologia verrà messa in pratica e soprattutto quando verrà lanciata. Apple però si augura che gli utenti la apprezzeranno e sfrutteranno per incrementare il loro livello di privacy e sicurezza.
6 luglio 2019