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Quando potremo usare le app di iPhone e iPad anche sui Mac?

Apple ha annunciato l'arrivo di una nuova linea di processori ARM, ma la transizione richiederà tempo e fatica

apple silicon

Utilizzare le app di iPhone e iPad sul Mac sarà possibile nel futuro prossimo. La notizia giunge come una gradita novità ai fan della Mela ma cosa ha reso possibile tutto ciò? Il merito va tutto alla scelta del cambio di processore effettuata dalla società di Cupertino che a scelto di passare da Intel ai processori proprietari Apple Silicon, prodotti in casa con architettura ARM.

Più efficienti e in grado di impattare in misura minore sulla vita della batteria e il surriscaldamento del sistema, i processori ARM sono già ampiamente utilizzati sui prodotti Apple. Basti pensare ad iPhone, iPad and Apple Watch, solo per citarne alcuni: tutti sfruttano la tecnologia dei processori ARM. Cosa c'è di meglio, dunque, di implementare un processore ARM per far girare in maniera nativa le app di iOS e iPadOS sui nuovi Mac?

Detto fatto, la società si è messa in moto per intraprendere questo nuovo grande passo e, secondo Apple, il traguardo potrebbe essere veramente vicino. Nella sua storia Apple ha cambiato architettura più di una volta: i primi computer Apple Lisa del 1983 usavano infatti CPU Motorola e questa architettura è stata mantenuta fino al 1994, data di introduzione dei processori PowerPC di IBM. Poi, nel 2006, Apple cambia di nuovo fornitore di CPU e passa all'architettura x86 di Intel. La stessa che troviamo ancora oggi dentro i Mac e i MacBook.

Ma a giugno 2020 è stato annunciato l'ennesima rivoluzione nel corso del WWDC, la conferenza dedicata agli sviluppatori di tutto il mondo: non solo Apple cambia di nuovo i chip, ma per la prima volta li svilupperà da sola e non si affiderà più ad un fornitore esterno.

La prossima rivoluzione

apple mac pro

Utilizzando tre app differenti, Monument Valley 2, Calm e Fender Play, l'azienda ha mostrato come grazie ai processori di nuova generazione le app si dimostrino completamente compatibili indipendentemente dal device utilizzato.

Cosa vuol dire in termini più pratici? Sicuramente, a colpo d'occhio, appare chiaro come le app presenti sull'App Store, se ne contano circa due milioni, potrebbero passare da utilizzo su iPhone/iPad a Mac senza alcun problema, grazie alla compatibilità nativa. Per migliorare l'esperienza di utilizzo viene inoltre in soccorso una apposita interfaccia grafica, in grado di replicare le proporzioni del device senza far risultare deformata la schermata dell'applicazione stessa.

A ciò vanno ad aggiungersi anche tutte quelle app che, almeno fino a oggi, non dispongono di una versione completamente dedicata ai Mac. Una su tutte Instagram che, per essere utilizzata, richiede la navigazione da browser in mancanza di altro. Altra grande assente è TikTok, l'app cinese che spopola tra i giovani ma che non ha un'applicazione da utilizzare sui laptop di Cupertino.

Di certo, un grande ruolo sarà anche quello giocato dagli sviluppatori. Sarà infatti loro il compito di creare delle app in grado di effettuare uno switch armonico tra tutte le piattaforme. Non mancheranno dunque piccoli aggiustamenti, tweak, per garantire una migliore usabilità dei loro prodotti.

Processori ARM sui Mac: quando arriveranno?

apple silicon

Oltre ad aver previsto un futuro piuttosto roseo per i nuovi Mac con processore Silicon ARM, Apple ha scelto di non sbottonarsi troppo sulle date utili per poter toccare finalmente con mano questo ambizioso progetto, se non un vago rimando alla fine del 2020 senza alcun riferimento ai modelli coinvolti. Ma, in ogni caso, Apple ha parlato chiaramente di una transizione che durerà due anni.

Attualmente di certo c'è solo il Developer Transition Kit, un pacchetto per sviluppatori che nulla aggiunge a quanto dichiarato durante la WWDC se non la volontà certa di proseguire seguendo questa linea.

Facendo i conti in tasca a Tim Cook è possibile provare a ipotizzare qualche idea. Se MacBook Pro e MacBook Air sono stati tra i modelli che più recentemente hanno subito un sostanziale redesign, il prossimo in linea per lo stesso trattamento potrebbe essere il desktop iMac che potrebbe così trasformarsi in una vera e propria novità da scoprire. Si tratta ovviamente solo di teorie, mentre l'unica certezza è che Apple vorrebbe concludere il passaggio da Intel ad ARM entro il 2022: per una nuova linea completa, dunque, c'è ancora da attendere.

Processori ARM: quali sono le caratteristiche e i pregi

arm cortex

I processori ARM arrivano dopo un altro progetto che aveva consentito di trasportare su desktop alcune app caratteristiche dei sistemi operativi dei device mobile. Stiamo parlando di Catalyst che, nel 2018, aveva consentito il passaggio su macOS 10.4 Mojave di Borsa, Memo vocali e News.

Le similitudini tra le due parti, però, finiscono qui. Sebbene abbia successivamente permesso il porting di app di terze parti da iPad a Mac, Catalyst non si avvicina neanche in parte alle capacità del nuovo processore, in grado di far girare esattamente la stessa app su due sistemi differenti ma basati sull'architettura dello stesso processore invece di codificare un'app al fine di renderla utilizzabile su un'altra piattaforma.

Da Intel ad ARM: cosa accadrà ai vecchi Mac?

apple macbook

Ovviamente i possessori di Mac con tecnologia Intel potranno ancora utilizzarli a lungo visto che Apple ha scelto di supportare, almeno per il futuro prossimo, i laptop e i desktop basati sugli attuali processori. Diversa sarà la storia relativa alla compatibilità tra Mac precedenti e nuove app per iPhone e iPad che si troveranno al centro di uno scontro non da poco.

Le brutte notizie riguardano soprattutto coloro che non riusciranno a separarsi dal passato: le vecchie applicazioni non potranno infatti essere installate sui computer di modelli precedenti alla versione con ARM, stando a quanto annunciato dall'azienda di Cupertino. Diversa sarà invece la storia per le app di nuova generazione: grazie a Xcode 12, ambiente di sviluppo proprietario di Apple, gli sviluppatori potranno creare delle versioni capaci di funzionare indipendentemente dall'architettura, senza dunque privare nessuno dei nuovi prodotti in vendita su App Store.

Con l'avvento delle nuove macchine arriva però anche un altro dubbio: cosa ne sarà dei programmi per Mac basati su architettura Intel? A parte qualche grande nome presente sul mercato, sarà difficile rispettare le date dichiarate da Apple per la produzione di software aggiornato e nativo per ARM. A questo però ci pensa Rosetta 2, versione aggiornata dell'emulatore della Mela introdotto con Mac OS X Tiger nel 2005 e utilizzato per la transizione da PowerPC a Intel nel 2006. Come dimostrato durante l'evento di giugno, l'emulatore consentirà di utilizzare, senza problemi di sorta, anche i software che richiedono grandi potenze di calcolo.

E poi arriva Nvidia

arm nvidia

In tutto questo discorso, però, c'è un terzo nome da citare oltre a quelli di Apple e Intel: stiamo parlando di Nvidia, che a metà settembre 2020 ha ufficializzato l'acquisizione di ARM Holding Ltd per 40 miliardi di dollari. Cioè la società che detiene i brevetti sull'architettura ARM che Apple userà sui suoi chip Silicon.

Dal giorno dell'annuncio dell'acquisizione decine di analisti stanno provando a ipotizzare quale sarà il futuro dei processori basati su piattaforma ARM e, ovviamente, nessuno può dirlo con certezza.

Da una parte Nvidia darà solidità finanziaria ad ARM e difficilmente si intrometterà più di tanto nella sua politica commerciale (che vede tra i clienti anche Qualcomm e Samsung). Dall'altra, prima o poi, Nvidia inizierà a influire sullo sviluppo dell'architettura e tutti, Apple compresa, dovranno fare i conti con questa novità.

A cura di Cultur-e
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