I nostri smartphone sono diventati i custodi di informazioni personali e segreti: foto, messaggi, password e dati bancari. Fin quanto la nostra piccola cassaforte virtuale è con noi, siamo convinti sia tutto al sicuro: ma quanto possiamo essere tranquilli? Di sicuro, il rischio che qualcuno possa mettervi le mani sopra c’è sempre. Nonostante le metodologie di sicurezza applicate, le armi degli hacker sono sempre più affilate e fare breccia all’interno del sistema operativo può essere un compito difficoltoso ma, purtroppo, non impossibile. Però, se parliamo di telefonini dotati di Android, le tecniche per rendere la vita dura ai cyber criminali.
Android e gli aggiornamenti sulla sicurezza
Primo step, se si ha uno smartphone Android, è quello di tenere costantemente aggiornato il sistema operativo. Infatti, non bastano le chiavi di autenticazione a due fattori o password lunghe e complesse: alcune falle presenti nel codice possono rendere vani queste tecniche, meglio dunque correre ai ripari attraverso gli update. Google rilascia a cadenza mensile delle informazioni dedicate alle vulnerabilità riscontrate sul proprio sistema operativo, attraverso quello che viene denominato Android Security Updates. In questo modo, Big G consente agli sviluppatori delle diverse case produttrici che hanno implementato sui propri device il sistema operativo del robottino verde di rilasciare delle patch per sistemare i problemi riscontrati nel sistema, fungendo da barriera contro l’attività malevola degli hacker.
Perdere un upgrade potrebbe mettere a repentaglio l’integrità dello smartphone visto che, una volta rivelato il bug, i malintenzionati più esperti potrebbero sfruttarlo per accedere di nascosto e mettere mani sulle informazioni salvate e molto di più. Non tutte le aziende, però, sono così solerti e a volte può capitare di ritrovarsi con telefonini ottimi ma poco aggiornati, con grandi rischi per la sicurezza e la privacy. Dunque: qual è lo smartphone più sicuro?
Quali sono gli smartphone più sicuri?
In generale, a dare una maggiore sicurezza a uno smartphone è la frequenza e il periodo di tempo per il quale la casa produttrice assicura gli aggiornamenti sui propri device con sistema operativo Android. Tra quelli che consentono di mantenere aggiornato più a lungo nel tempo un telefonino sono Google, ovviamente, e Samsung. Per entrambi, il periodo si attesta su tre anni per quelli più diffusi, da aggiungere a ben due release sostanziali relative al sistema operativo. Per fare un esempio, i telefoni rilasciati con Android 10 termineranno il loro ciclo vitale con Android 12. Ovviamente, i tre anni sono a partire dalla data del rilascio e non da quella dell’acquisto del dispositivo.
Per Google, gli smartphone che rientrano in questa categoria appartengono a fasce di prezzo agli antipodi, dal meno caro (420 euro) Pixel 4a al ricercato Pixel 5 (699 euro), per Samsung si parla dei dispositivi di punta, come la serie Galaxy S e Galaxy Note; rimangono invece fuori dai giochi gli esemplari della Serie A, ad esclusione del Galaxy A50, con prezzo di listino al momento del lancio più alto rispetto ai suoi predecessori. Gli upgrade per i device firmati Google, inoltre, arrivano in contemporanea al rilascio delle note di Android Security Updates.
Samsung, invece, mette a disposizione dei suoi utenti le patch a distanza di uno o due giorni dalla data dell’avviso, lasciandosi un margine di tempo da dedicare all’operatività. Se finora abbiamo parlato di 36 mesi di aggiornamenti, per gli altri produttori - come Sony o LG, Motorola o OnePlus - i tempi si fanno sostanzialmente più ristretti. Il lasso temporale, infatti, si ferma a due anni, con rilasci più diradati nel tempo; in più, invece che mensili, gli upgrade possono diventare addirittura bimestrali, come accade con i device prodotti da OnePlus.
A influire, come già anticipato, è anche la ricercatezza del modello: più è diffuso e appartenente alla fascia di prezzo più alta e più sarà probabile ricevere aggiornamenti frequenti. Al contrario, smartphone più economici e “di nicchia”, potrebbero essere rapidamente abbandonati al loro destino da parte del produttore. Almeno nella maggior parte dei casi. Infatti, alcuni smartphone del programma Android One di Google - pensiamo ad alcuni dei device di fascia economica di Nokia e Motorola - risultano molto più aggiornati di modelli prezzolati. Perché accade? Il motivo è da ricercarsi proprio in Android One: infatti, in questo caso gli upgrade di sicurezza vengono diffusi direttamente da Google, consentendo agli utilizzatori di sfruttare dispositivi sempre aggiornati e al sicuro.
Gli smartphone realizzati attraverso il programma Android One disponibili, di recente o in passato, sul mercato italiano appartengono principalmente a tre brand: Nokia, Motorola e XiaoMi. Nello specifico, troviamo i modelli Nokia 5.3 e Motorola Moto G Pro, rilasciati rispettivamente ad aprile e luglio 2020, data di partenza dei tre anni di aggiornamenti di sicurezza.
Android e sicurezza, qual è il telefono migliore?
Scegliere un modello specifico è dunque complesso visto che i fattori da considerare sono tanti. Di certo, la questione economica è centrale: smartphone prodotti da aziende di punta riceveranno più aggiornamenti di quelle meno blasonate (in teoria), così come dispositivi più cari potrebbero rientrare tra quelli con più patch a disposizione. Se il prezzo, fortunatamente, non fa la differenza, scegliere i migliori (da acquistare vicino alla data di rilascio) consente di sfruttare a pieno i rilasci di sicurezza. Se invece l’idea è quella di poter contare su un dispositivo non top di gamma ma particolarmente attento alla salvaguardia della privacy, Android One è la scelta da fare. Non resta dunque che decidere.