La strategia di Amazon è chiara: integrare il suo assistente vocale Alexa in più device possibili. Abbiamo avuto conferma di questa strategia durante l'ultimo evento Amazon Hardware, a fine settembre, durante il quale l'azienda di Jeff Bezos ha anche (ma non solo) presentato le nuove versioni di alcuni suoi prodotti esistenti e device completamente nuovi, tutti "powered by Alexa".
D'altronde, più sono i modi in cui possiamo sfruttare Alexa e più sono i dati che Alexa (ossia Amazon) può raccogliere su di noi. E, di conseguenza, meglio funziona Alexa e meglio vanno i bilanci di Amazon. È chiaro a tutti, infatti, che il grande business di questi anni è il rastrellamento a tappeto di informazioni sui nostri gusti, le nostre abitudini e la nostra quotidianità.
Per questo Amazon non si è limitata a presentare nuovi dispositivi, ma ha anche annunciato "Alexa Voice Service Integration for AWS IoT Core", cioè l'integrazione dell'assistente vocale nella piattaforma cloud di Amazon Web Services (AWS). Integrazione che, per farla molto semplice, servirà soprattutto a fare una cosa: portare Alexa dappertutto.
I nuovi device Amazon compatibili con Alexa
Durante l'evento di settembre Amazon ha presentato veramente moltissimi dispositivi, tra versioni aggiornate di hardware già esistente e prodotti completamente nuovi. Da notare che non tutte sono disponibili (al momento) nel nostro Paese.
Echo, Echo Dot Clock, Echo Studio, Echo Show, Echo Glow (la lampada smart per la cameretta dei bambini), le videocamere IP Ring Stick Up Cam e Ring Indoor Cam, Amazon Smart Oven (un forno a microonde con comandi vocali), Echo Frame (occhiali che si collegano all'app di Amazon su smartphone), Echo Loop (un anello per attivare Alexa con un bottone o con la voce), Amazon Flex (lo smart speaker da inserire nella presa di corrente), Echo Buds (cuffiette con comandi vocali), Amazon Eero (un router specifico per gestire al meglio il traffico dati generato dall'ecosistema Amazon), Ring Fetch (una sorta di medaglietta smart per il collare del cane), sono tutti i prodotti già disponibili o che lo saranno a breve. Grazie ad essi ora Amazon ha una offerta abbastanza completa di dispositivi per la smart home, tutta basata su Alexa.
Amazon Alexa con 1 MB di RAM
La seconda mossa di Amazon consiste nel portare Alexa su una enorme quantità di dispositivi, anche di altri produttori e anche di bassissimo costo. L'integrazione di Alexa nella piattaforma cloud AWS permette di superare i limiti attuali alla diffusione dell'assistente vocale, cioè i requisiti hardware necessari a far girare Alexa: un processore sufficientemente potente, 50 MB di RAM e un sistema operativo Linux o Android.
Grazie ad Alexa Voice Service Integration for AWS IoT Core, invece, l'elaborazione dei comandi avverrà sui server AWS e l'assistente vocale potrà girare anche con processori dalla potenza minima e appena 1 MB di RAM, purché il dispositivo abbia un microfono per captare la frase di attivazione dell'assistente e i successivi comandi. Con requisiti minimi di questo tipo, quindi, Alexa può arrivare veramente ovunque. Persino nella tazza del latte.
Dall'intelligenza artificiale all'intelligenza ambientale
Dirk Didascalou, vicepresidente di AWS IoT, ha spiegato in una intervista quanto questo cambiamento sia importante: "Adesso non ho più bisogno di trovare dove è il mio hub, posso parlare all'ambiente che mi circonda e l'ambiente interagisce con me. Penso sia un enorme passo avanti verso l'intelligenza ambientale, tramite Alexa". Si tratta, quindi, di estendere l'Internet of Things (IoT) fin dentro la nostra casa smart. Nella pratica, per l'utente, significa poter girare tranquillamente per casa (ma anche fuori casa, grazie all'anello, gli occhiali e le cuffiette) e pronunciare comandi vocali, sapendo che qualcosa risponderà.
Le implicazioni per la privacy
Recenti inchieste giornalistiche hanno portato alla luce pratiche quanto meno discutibili, da parte di Amazon, Google e Apple, nella gestione della privacy degli utenti degli assistenti vocali. Si è scoperto che, in vario modo, ognuna di queste aziende fa ascoltare spezzoni di audio catturato nelle case degli utenti da dipendenti (a volte persino di ditte in appalto) in carne e ossa, per verificare la qualità delle risposte. Si è scoperto anche che molte di queste clip audio erano state generate da errate attivazioni dell'assistente, quando l'utente non aveva pronunciato le parole d'attivazione.
Ora, in una prospettiva di "ambiente intelligente" e pieno di microfoni che ci ascoltano, le preoccupazioni non possono che aumentare. Anche perché l'obbiettivo di Amazon è quello di diffondere Alexa anche sui dispositivi ultra low cost. Ma se "sbagliano" i prodotti premium di Amazon, Google e Apple, ci sarà da fidarsi di una tazza smart made in China da meno di 10 euro?
30 novembre 2019