Come spesso accade, gli avvenimenti che cambiano la storia avvengono quasi per caso. Quando venticinque anni fa Neil Papworth inviò il primo SMS (Short Message Service) della storia, non avrebbe mai pensato che quel breve messaggio inviato dal proprio computer a un suo collega avrebbe cambiato definitivamente il modo di comunicare. Il messaggio recitava solamente "Merry Christmas" e infatti fu inviato da Neil Papworth, ingegnere della Vodafone, a un suo superiore durante una cena di Natale. In un primo momento (e anche negli anni successivi) il giovane ingegnere di 22 anni non immaginava che quel breve messaggio inviato dal suo computer a un telefonino a rete GSM avrebbe avuto un tale successo.
Gli SMS hanno conosciuto il loro momento di massimo splendore intorno agli anni 2000, quando inviare un messaggio costava molto di meno che chiamare. Ma è tra il 2010 e il 2013 che gli SMS hanno raggiunto il picco d'utilizzo: gran parte del merito è delle offerte telefoniche che permettevano di pagare un abbonamento mensile e di avere un pacchetto di SMS da inviare (solitamente 400-500). Con l'arrivo delle prime applicazioni di messaggistica e il successo ottenuto da WhatsApp, l'uso degli SMS ha conosciuto un crollo, come testimoniato dai dati rilasciati dall'Agcom che segnalano nel 2016 un -76% di utilizzo dei messaggi rispetto al 2013.
Ma è ancora presto per decretare la morte degli SMS. In molte parti del mondo, soprattutto quelle in via di sviluppo dove le reti internet non permettono di utilizzare programmi di messaggistica istantanea, gli Short Message Service sono molto usati. In questi 25 anni gli SMS hanno accompagnato la rivoluzione che, i telefonini prima e gli smartphone poi, hanno portato nel mondo della comunicazione. E tra 25 anni, quando realtà virtuale e realtà aumentata avranno apportato nuovi cambiamenti nel modo di comunicare, gli SMS ancora diranno la loro.
Le due parole che hanno cambiato il modo di comunicare
A Neil Papworth è stata assegnata la paternità degli SMS, ma in realtà il primo a paventarne l'idea fu Kevin Holley nel gennaio del 1991 quando durante l'IEE Colloquium presentò un documento in cui parlava dell'invio di messaggi con una lunghezza di 160 caratteri utilizzando la rete mobile. Parole che possono sembrare complesse, ma che in realtà non sono altro che il modo in cui funzionano gli smartphone. Ci volle più di un anno, il 3 dicembre 1992 appunto, per vedere inviato il primo SMS. Come detto all'inizio, il messaggio fu spedito tramite computer a un telefonino usando la rete GSM. Il messaggio "Merry Christmas", però, non ebbe mai risposta: all'epoca i telefonini non avevano la tastiera per comporre testi scritti. L'idea inziale era quella di utilizzare gli SMS come cercapersone, ma già nel 1993 uno stagista della Nokia riuscì a inviare un messaggio utilizzando due telefonini. Nel 1995 e nel 1996 iniziarono ad arrivare sul mercato le prime SIM GSM ricaricabili e i primi telefonini che permettevano di scrivere del testo: per gli SMS iniziò il periodo di maggior splendore.
Un nuovo modo di parlare
Quando si parla di SMS si trascura l'importanza che i messaggini hanno avuto sul linguaggio. Fino a venti anni fa parole come LOL (per chi non lo sapesse è l'acronimo di laugh(ing) out loud, in italiano "ridere molto) o le emoticon non facevano certo parte del linguaggio comune. Ora invece alcune parole nate grazie agli SMS fanno parte dei vocabolari e della lingua di tutti i giorni. La nascita di questo nuovo linguaggio fu dettata dai soli 160 caratteri che gli SMS permettevano di scrivere. Se si doveva inviare un messaggio lungo era necessario spedire 2-3 SMS e non erano più convenienti. Gli utenti iniziarono quindi a utilizzare le emoji per esprimere uno stato d'animo e le abbreviazioni per risparmiare caratteri.
Le applicazioni di messaggistica
Tra il 2008 e il 2013 l'utilizzo intensivo degli SMS ha portato allo sviluppo di applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp e Facebook Messenger (solo per citare le due più famose) che hanno sostituito in toto gli SMS. Dai messaggini riprendono la velocità dello scambio comunicativo, ma funzionano in modo differente. Non più su rete GSM, ma tramite la connessione dati del proprio smartphone. E soprattutto le applicazioni sono gratuite e permettono di parlare con persone presenti dall'altra parte della terra senza spendere alcunché. Si può dire senza la paura di essere smentiti che le applicazioni di messaggistica sono la naturale evoluzione degli SMS, di cui negli ultimi 3-4 anni hanno preso il posto. Non è un caso che gli operatori telefonici nelle proprie offerte stanno diminuendo il numero di SMS offerti e stanno aumentando i Giga a disposizione.
Cosa avremo dopo gli SMS
Si può parlare di morte degli SMS? Certo che no. I messaggini non scompariranno, ma se vorranno avere ancora un'utilità dovranno adattarsi alle nuove tencologie. Nei prossimi anni ci sarà un utilizzo sempre maggiore dei bot, ovvero di sistemi automatici capaci di intrattenere una conversazione con le persone, e gli SMS potrebbero conoscere una seconda giovinezza. Ma dovranno essere sviluppate delle tecnologie che sappiano integrare i messaggini all'interno di questo nuovo mondo. Altrimenti il numero di SMS spediti continuerà a calare vertiginosamente. .
3 dicembre 2017