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Intelligenza artificiale: la sua storia, tra successi e fallimenti

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L’intelligenza artificiale nasce nel 1956, ma viene raccontata sin dai tempi degli antichi greci. Ecco tutti i passaggi più significativi della sua evoluzione

Intelligenza Artificiale frank60/Shutterstock

L’intelligenza artificiale ha una data di nascita in qualche modo “ufficiale”: il 1956, ovvero l’anno in cui l’informatico John McCarthy propone il termine al grande pubblico e in cui proprio l’AI diventa ufficialmente una disciplina di studio all’interno del Dartmouth College di Hanover

Ma la storia dell’intelligenza artificiale va ben oltre un singolo momento. Inizia nel passato più remoto della civiltà e prosegue per secoli, attraverso successi e fallimenti: dal Perceptron di Frank Rosenblatt ai primi supercomputer, dal progetto IBM Watson alle nuove frontiere di ChatGPT.

Agli albori della storia dell’intelligenza artificiale

Storia dell'AI

Everett Collection/Shutterstock

Provare a stilare una storia dell’intelligenza artificiale è oltremodo complesso e si rischia di portare la ricerca in epoche incredibilmente remote

Basti pensare che la prima descrizione di un processo in qualche modo riconducibile all’AI attuale risale ai tempi degli antichi greci. Il riferimento è alla storia di Talos del celebre poeta Esiodo che in effetti descrive la creazione, da parte dell’essere umano, di un essere artificiale a sua immagine e somiglianza. 

Col passare dei secoli si sono susseguite decine, forse addirittura centinaia di descrizioni simili. Che però non entravano minimamente nel merito di tecnologie o processi più specifici. 

A ciò si aggiungono diversi esperimenti scientifici, che, talvolta, si sono avvicinati a teorizzare qualcosa di non troppo diversi dall’intelligenza artificiale contemporanea

L’essere umano immagina l’AI dall’alba dei tempi, ma è riuscito a darle forma soltanto verso la metà del 20esimo secolo

L’esempio più celebre in tal senso è quello di Frank Rosenblatt: un progetto datato 1928 e considerato da diversi esperti del settore il primo esemplare di intelligenza artificiale in assoluto.

Con il suo Perceptron, Rosenblatt sviluppò un esemplare primordiale di rete neurale a uno strato. Un dispositivo che avrebbe dovuto essere in grado di eseguire compiti e sviluppare idee originali.

Purtroppo però Perceptron fu un vero e proprio fiasco: si dimostrò incapace di andare al di là dei compiti più elementari, che comunque riuscì ad eseguire soltanto dopo decine e decine di tentativi fallimentari

Per questo motivo Frank Rosenblatt non viene ricordato dalla Storia come l’inventore dell’AI. Che infatti viene ufficialmente fatta nascere nel 1956

Nascita e sviluppo dell’intelligenza artificiale

AI IBM

sdx15/Shutterstock

Il primo sistema della Storia che utilizza l’intelligenza artificiale è datato 1955. Si chiama Logic Theorist ed è stato sviluppato da uno scienziato politico e sociologo di nome Herbert Simon insieme all’informatico Allen Newell e il programmatore Clifford Shaw

Attenzione però, quando Logic Theorist è stato realizzato il termine “intelligenza artificiale” non era ancora in uso. Quello infatti sarebbe stato coniato l’anno successivo da John McCarthy, nell’ambito del corso di Laurea cui si accennava nei capoversi precedenti. 

Ma Logic Theorist potrebbe comunque essere stato il primo programma effettivamente funzionante, in grado di simulare l’intelligenza umana per risolvere problemi di varia natura. 

Eppure questa scoperta straordinaria generò molte meno conseguenze rispetto a quanto non sarebbe lecito immaginare. Non a caso, gli anni ’70 e gli anni ’80 del secolo scorso vengono ricordati come l’AI Winter: l’inverno dell’intelligenza artificiale. 

Il termine “intelligenza artificiale” viene coniato nel 1956. Il primo sistema AI della Storia nasce paradossalmente un anno prima

La ragione principale di questo rallentamento è legata ai limiti dell'hardware dell’epoca, ma anche a un calo dei finanziamenti che limitò notevolmente i risultati ottenuti dalla ricerca scientifica. 

La creazione, lo sviluppo e la diffusione dei primi supercomputer avrebbe dato il La a una nuova generazione di dispositivi con potenza di calcolo aumentata e a un parallelo ritorno delle soluzioni AI. 

In questo periodo storico viene realizzata la cosiddetta backpropagation, o retropropagazione dell’errore: un algoritmo che si sarebbe rivelato decisivo per lo sviluppo delle reti neurali

Si arriva così al nuovo Millennio. E all’inizio del progetto IBM Watson, che avrebbe permesso la creazione di un supercomputer in grado di utilizzare l’intelligenza artificiale in una maniera mai vista prima. 

IBM Watson viene ricordato come un supercomputer QA, ovvero specializzato nella risposta a domande specifiche. Ed è noto anche al grande pubblico di non addetti ai lavori, avendo trionfato al celebre quiz show statunitense Jeopardy!

Il presente e il futuro dell’intelligenza artificiale

Futuro dell'intelligenza artificiale

PopTika/Shutterstock

Oggi l’intelligenza artificiale è la protagonista del nostro tempo. Secondo studi recenti il valore complessivo del mercato AI supera i 2 trilioni di dollari e sembra destinato a raddoppiare nell’arco dei prossimi anni. 

L’ultima accelerazione all’AI è stata data con ogni probabilità dai Large Language Model (LLM): modelli di deep learning, già addestrati su grandi quantità di dati, che permettono alle macchine di comprendere e generare testo naturale

ChatGPT, il celebre tool di intelligenza artificiale generativa, si basa proprio su un’architettura LLM. Ma OpenAI non è stata la prima società a sviluppare un Large Language Model. 

Basti pensare che Google già nel 2017 aveva tra le mani un suo LLM, grazie a cui aveva generato BERT: un algoritmo specializzato nell’interpretazione degli input di ricerca degli utenti. 

A oggi, il modello AI più famoso di tutti è sicuramente ChatGPT che nel giro di pochissimo tempo è diventato sempre più performante, arrivando a svolgere decine di operazioni diverse

In questo momento storico i principali protagonisti tech internazionali sono al lavoro su o già utilizzano un sistema di AI o Generative AI e tutte queste soluzioni continuano a crescere a vista d’occhio. 

Il futuro dell’intelligenza artificiale sembra dunque florido. Ma proprio questa apparente assenza di limiti suscita la preoccupazione di diversi esperti del settore. 

Il timore è che l’AI superi l’intelligenza umana. Che cresca fino a superare la cosiddetta “singolarità tecnologica”, ovvero il momento in cui la sua evoluzione diventerà semplicemente inarrestabile.

Per saperne di più: Intelligenza Artificiale: cos'è e cosa può fare per noi

A cura di Cultur-e
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