Le smart cities fino a qualche tempo fa erano considerate le città del futuro. Ma oggi esistono tanti esempi di città intelligente. E sono sufficientemente distribuiti tra i vari continenti far parlare di un fenomeno globale.
Non è facile delineare nettamente i confini del concetto di smart city. Ma al tempo stesso esistono perimetri e tecnologie che contraddistinguono smart cities molto diverse tra loro.
È il caso ad esempio degli oggetti IoT: i dispositivi e i sensori dell’Internet of Things, che permettono di catturare e veicolare informazioni in real time.
Cosa sono le smart cities
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La traduzione letterale di “smart city” è “città intelligente”. Ma spesso si sente parlare delle smart cities come delle città del futuro.
In effetti non esiste una definizione univoca del significato di smart city. Le smart cities infatti sono semplicemente delle città che implementano tecnologie di vario genere, per migliorare la qualità della vita della loro popolazione.
Il termine smart city è stato accostato per la prima volta a Rio de Janeiro: nei primi anni 2010, la capitale del Brasile annunciò una serie di investimenti tecnologici. E accostò al suo nome l'aggettivo “smart”, precedentemente usato per varie tipologie di device.
Nel giro di pochi mesi il concetto di smart city si sarebbe diffuso a livello globale. E l’Unione Europea avrebbe predisposto un piano di spesa per rendere “intelligenti” alcune delle sue città più rappresentative nell’arco di dieci anni.
Quando si parla di smart cities spesso si finisce anche per parlare di IoT: un acronimo che sta per Internet of Things e che fa riferimento a diversi dispositivi smart.
Le smart cities usano i dispositivi IoT per registrare e analizzare grandi quantità di dati in tempo reale
Gli oggetti IoT sono dotati di sensori che catturano big data per estrapolare informazioni di varia natura. E che fanno uso di diverse tipologie di connettività, per trasmettere queste informazioni in tempo reale.
La sensoristica IoT è considerata un abilitatore delle smart cities, che ormai applicano la tecnologia a più perimetri: da quello dell’economia a quello della mobilità. Passando per l’ambiente e la governance. Fino ad arrivare a focus mirati sulle persone e sulla qualità della loro vita.
I sensori e i sensori collaborativi online possono essere utilizzati per misurare parametri anche molto diversi tra loro: a partire dal livello di inquinamento dell’aria, fino ad arrivare all’analisi in tempo reale del traffico strada per strada.
In questo momento storico varie metropoli internazionali portano avanti la loro personale idea di smart city. Al tempo stesso si tende a categorizzare per lo meno due macro-modelli di città intelligente: da una parte quello americano, dall’altra quello asiatico.
Cosa cambia tra smart cities americane e asiatiche
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Il modello americano di smart city ruota attorno soprattutto all’asse della ricerca, quello della tecnologia e quello della globalizzazione.
Il modello americano su città che possono essere considerate metropoli o megalopoli: grandissime città, o conurbazioni di centri diversi, che superano la cifra monstre di dieci milioni di abitanti.
Non a caso, in questo momento storico, proprio gli Stati Uniti contano il maggior numero di megalopoli in assoluto: ben dieci sulle venti totali sparse in tutto il mondo.
Il modello asiatico di smart city ruota invece attorno soprattutto all’asse della sperimentazione, quello dell’automazione e quello della cosiddetta “new town”: nuove città all’insegna della mobilità capillare e la disponibilità di servizi eterogenei.
Il modello asiatico opera sulle megalopoli e addirittura sulle gigalopoli. E viene promosso tanto dai governi nazionali quanto dai privati.
Cosa sta succedendo nelle città del futuro?
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Nei capoversi precedenti sono stati definiti alcuni elementi che permettono di individuare le cosiddette città del futuro. A questo punto, per entrare maggiormente nel dettaglio, sarà sicuramente utile dare uno sguardo più ravvicinato ad alcune delle smart cities più apprezzate a livello internazionale.
Secondo l‘ultimo report della IESE Business School di Barcellona, Londra è la smart city più avanzata del mondo. Da una parte la capitale vanta un’economia che non teme confronti: capace di contribuire a circa il 20% del PIL del Regno Unito.
Dall’altra sta utilizzando la tecnologia in maniera impeccabile da anni. Oggi a Londra il 5G è altamente diffuso e permette una circolazione velocissima di grandi quantità di dati.
Circolazione di dati che diventa disponibilità grazie a una rimarchevole open data policy, che sta generando innovazione da più punti di vista: mobilità, sanità e istruzione.
Al secondo posto New York, forse la capitale globale dell’Internet of Things. I dispositivi IoT sono ormai perfettamente integrati nella Grande Mela: basti pensare che monitorano in tempo reale la qualità di tutta l’acqua della città.
L’approccio smart è stato applicato anche alla raccolta dei rifiuti, con la creazione dei BigBelly: cestini intelligenti, alimentati ad energia solare, che sfruttano proprio l’IoT per segnalare il momento in cui devono essere ritirati.
Londra, New York, Parigi, Berlino, Tokyo e Singapore… Queste sono solo alcune delle migliori smart cities del mondo
Chiude il podio della classifica Parigi, che negli ultimi 15 anni è riuscita a ridurre consumi e inquinamento in maniera sorprendente.
Basti pensare che dal 2004 al 2018 il livello di emissione digas serra è diminuito di quasi il 30%. E non finisce qui, considerato che la capitale francese punta a raggiungere l’eliminazione totale di emissioni locali.
Questi esempi aiutano a capire come le diverse nazioni stiano costruendo il loro modello di smart city ideale. E l’elenco non finisce qui.
Anche Tokyo sta puntando alla sostenibilità ambientale, investendo sui combustibili a idrogeno. E sulla costruzione di centinaia di autobus a emissioni zero.
Berlino ha scommesso soprattutto sul concetto di mobility-as-a-service, migliorando il suo trasporto pubblico a diversi livelli. Mentre Washington è stata di esempio con i suoi lampioni smart e la scelta di diffondere gratuitamente il Wi-Fi.
Menzione d’onore anche per Singapore, che continua a portare avanti l’iniziativa Smart Nation, lanciata nel 2014. E che ha investito in un sistema di piattaforme collaborative, che abilitano lo scambio libero di informazioni tra servizio pubblico e privati.
Per saperne di più: IoT, l'Internet delle Cose: una nuova frontiera