Che Google occupi una posizione predominante nel settore dei motori di ricerca è evidente e con Chrome come browser predefinito per miliardi di device in tutto il mondo, è chiaro che l’azienda voglia mantenere a tutti i costi questa situazione.
Dall’altra parte, secondo alcune indiscrezioni condivise da The Information¸ sembra che le cose non vadano proprio come sperato e, soprattutto sui device Apple, il colosso di Mountain View non sta ancora registrando numeri soddisfacenti.
Per questa ragione, sembra che nei piani di Big G ci sia la volontà di imporre dei limiti per “ridurre la sua dipendenza” da Safari, il browser installato di default su iPhone, iPad e Mac. Ecco cosa sappiamo.
Google e Apple, l’accordo tra i due colossi
Stando sempre alle indiscrezioni condivise da The Information, Google paga a Apple circa 20 miliardi di dollari all’anno per mantenere il suo motore di ricerca come predefinito all’interno di Safari.
Oltre a questo, pare che il colosso di Mountain View paghi alla celebre mela, anche il 36% delle entrate pubblicitarie generate dalle ricerche effettuate dagli utenti.
A fronte di cifre del genere è chiaro che Google voglia aumentare a tutti i costi la quota di accessi che gli utenti in possesso di un iPhone fanno al di fuori di Safari, spingendoli verso Chrome, chiaramente.
Un’operazione più facile a dirsi che a farsi e i numeri lo confermano, con la percentuale di utilizzo del browser di Google che stenta a decollare, con una crescita dal 25 al 30% in cinque anni ma anche con uno stop della crescita improvviso lo scorso anno.
Chiaramente, nonostante tutti i vantaggi dell’applicazione proposta da Big G, sui device Apple è molto complesso superare i tool preinstallati, soprattutto perché si avviano in automatico ogni volta che l’utente compie determinate azioni.
Per questo motivo, Google ha optato per la linea dura e, sempre stando alle indiscrezioni di The Information, l’azienda sta valutando il blocco di alcune funzionalità.
Il blocco di AI Overviews
Per allontanarsi da Safari, quindi, Google ha affidato la missione a Robby Stein (ex pezzo grosso di Instagram e Yahoo) che, insieme ad altri dirigenti, starebbe considerando l’ipotesi di limitare AI Overviews alle applicazioni proprietarie.
Per chi non lo sapesse, si tratta di una nuova funzionalità che va a modificare la vecchia idea di ricerca sul web mostrando nella pagina della SERP anche le risposte generate dall'AI sotto forma di testo.
Chiaramente la cosa non è stata ancora confermata ufficialmente ma è ovvio che Big G voglia utilizzare l'intelligenza artificiale generativa per rendere le sue app più accattivanti e conquistare il cuore degli utenti, spingendoli ad abbandonare la concorrenza.
Il rapporto di The Information parla di una situazione in bilico con Google che sarebbe ancora titubante a utilizzare una misura così restrittiva, anche se i tentativi fatti fino a questo punto di sganciarsi da Safari non hanno dato i risultati sperati.
Dall’altra parte, però, questa decisione potrebbe essere influenzata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che ha già aperto un caso antitrust al riguardo, con la sentenza che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi.