Nel corso del MWC 2023 gli utenti hanno potuto dare uno sguardo a uno dei prototipi più interessanti di sempre: il OnePlus 11, il primo smartphone con raffreddamento a liquido.
Una caratteristica decisamente singolare, dato che una tecnologia del genere, di solito, viene utilizzata per il raffreddamento dei PC da gaming.
Naturalmente ci vorrà ancora molto per vedere questo sistema di raffreddamento installato sui dispositivi in commercio, ma comunque rappresenta una bella innovazione, soprattutto per il settore dei gaming phone che sta raccogliendo sempre più consensi e che, ovviamente, deve fare i conti col problema delle temperature elevate.
Scopriamo di più su OnePlus 11.
OnePlus 11, il prototipo che tutti attendevano
Trattandosi solamente di un concept, al momento, la produzione in serie non è ancora contemplata.
Però è innegabile che il raffreddamento in stile computer possa essere davvero una manna dal cielo per il settore dei gaming phone che stanno diventando sempre più simili alle console.
Comunque, pur trattandosi di prototipi, i modelli disponibili all’ MWC 2023 erano funzionanti al 100% e potevano essere testati dai vari esperti del settore. Questo è un dettaglio che fa ben sperare perché dimostra che l’intuizione è effettivamente realizzabile in tempi ragionevolmente brevi. Bisogna solo vedere se il gioco vale o meno la candela.
Parlando nello specifico di OnePlus 11, questo contiene al suo interno un liquido di raffreddamento chiamato criofluxattivo, che viene fatto circolare attorno alla scheda madre dello smartphone da una micropompa, consentendo il raffreddamento dei componenti.
Le “condutture” in cui passa il liquido hanno dimensioni ridottissime, così come tutte le componenti di questo sistema idraulico, in modo da non aumentare troppo il peso e lo spessore dello smartphone.
La vera chicca, però, è la scelta dell’azienda di utilizzare una scocca trasparente in modo che lo scorrere del liquido diventi anche un fattore estetico decisamente accattivante.
L’effetto luminoso di questo crioflux attivo che corre sul retro del telefono ha un impatto visivo davvero notevole e rende il design del telefono irresistibile.
Raffreddamento a liquido: pro e contro
Dai primi test effettuati sul dispositivo sembra che la circolazione del crioflux attivo all’interno dello smartphone riesca ad abbassare la temperatura di circa 2° C, anche durante le sessioni di gioco più intense.
Questo comporta prestazioni migliori in termini di velocità, eliminando (quasi) completamente il calo nel frame rate.
Terminologia a parte, il vero problema di smartphone e console portatili sta proprio nelle elevate temperature raggiunte in game che, oltre a deteriorare i componenti, rendono anche i giochi meno fluidi.
Tecnicamente un impianto di raffreddamento a liquido potrebbe risolvere il problema ma le incognite sono ancora molte.
Il primo dubbio in materia riguarda la resistenza del dispositivo. Uno smartphone è ben diverso da un computer che, generalmente, rimane fermo e ben saldo su una scrivania specialmente durante le sessioni di gaming.
Un telefono è pensato per essere mobile e in quanto tale è soggetto a urti, sollecitazioni, cadute e quant’altro. Questo potrebbe portare a rotture o ammaccature del circuito di raffreddamento con conseguenze poco gradevoli.
Oltretutto nei computer il liquido di raffreddamento va sostituito periodicamente (circa ogni 6 o 12 mesi a seconda dell’utilizzo). Replicare la stessa operazione in uno smartphone potrebbe essere più complicato e, anche ammettendo che questa manutenzione vada effettuata ogni 2 o 3 anni, potrebbe risultare macchinoso.
Infine non bisogna nemmeno trascurare la pulizia dell’impianto che tende ad accumulare sporcizia e residui derivanti proprio dall’usura del liquido. Un’operazione che su un computer si può effettuare “facilmente” ma che potrebbe risultare decisamente ostica per un dispositivo dalle dimensioni così contenute come uno smartphone.
Per saperne di più: La guida completa agli smartphone