Gli esperimenti sulla velocità di trasmissione dei dati continuano a ritmi serrati in tutto il mondo. Questo è dovuto in buona parte alla crescente richiesta degli utenti che chiedono connessioni sempre più efficienti e sempre più veloci.
Di recente, però, i ricercatori dell’Aston University nel Regno Unito, in collaborazione con quelli dei Nokia Bell Labs negli Stati Uniti e del National Institute of Information and Communications Technology (NICT) in Giappone sono riusciti in un’impresa che sembra avere dell’impossibile, portando la trasmissione di dati a un livello davvero mai visto. Scopriamo di più.
Trasmissione dati super-veloce, in cosa consiste
Come appena detto gli esperimenti sulla velocità di trasmissione di dati si moltiplicano a ritmi esponenziali, sfiorando risultati davvero incredibili. L’ultimo in ordine di tempo ha raggiunto 22,9 petabit al secondo; un petabit, per chi non lo sapesse, equivale a un milione di gigabit. A fronte di questo è chiaro che la portata di questo risultato è senza alcun dubbio epocale.
Ma per ottenere queste performance, gli ingegneri hanno utilizzato più cavi in fibra ottica, ricreando delle condizioni ottimali che per le connessioni casalinghe o quelle aziendali difficilmente possono essere raggiunte.
La svolta, però è arrivata dalla collaborazione tra i ricercatori dell’Aston University, quelli dei Nokia Bell Labs e quelli del National Institute of Information and Communications Technology che sono riusciti a raggiungere i 301 TB/s utilizzando un unico cavo in fibra ottica di quelli standard.
Per ottenere questo risultato, però, hanno dovuto sfruttare delle lunghezze d’onda aggiuntive che sono già presenti nei cavi in fibra ottica attualmente in produzione ma che, chiaramente, non vengono utilizzate per la trasmissione di dati.
Negli ultimi anni, l'Aston University ha sviluppato amplificatori ottici che operano proprio su questi “spazi” inutilizzati, sviluppando soluzioni apposite che permettono di stabilizzare e amplificare i flussi luminosi necessari per il trasferimento dei dati.
Questa ricerca, oltre a garantire le velocità di cui sopra, è anche conveniente ed ecologica, perché sfrutta cavi già esistenti e spesso già posizionati nelle varie aree coperte dalla fibra che, in futuro, potrebbero portare nelle case degli utenti connessioni ultraveloci, senza il bisogno di lavori aggiuntivi.
Il futuro delle connessioni in fibra ottica
Buona parte delle città è già coperta da una rete in fibra ottica e altrettante zone in tutto il mondo si stanno “riorganizzando” per effettuare quanto prima i lavori di posizionamento di questi sofisticati cavi.
Se la soluzione proposta dall’Aston University diventasse accessibili a tutti, nel giro di qualche anno si potrebbe arrivare a connessioni velocissime ed efficientissime ma che, soprattutto, sarebbero basate su un’infrastruttura già esistente.
Questo, da un lato garantirebbe un servizio molto migliore agli utenti, dall’altro prolungherebbe la vita e il valore commerciale dei cavi in fibra ottica che potrebbero essere sfruttati al massimo delle loro potenzialità.
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