L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più rivoluzionarie degli ultimi anni e la sua ormai larghissima diffusione ne è la prova tangibile.
Tuttavia, al fianco di quegli utilizzi che possiamo definire come “benevoli”, come i classici chatbot per la customer assitant ad esempio, trovano posto altrettante applicazioni malevole, con i malintenzionati digitali che stanno imparando a utilizzare il potenziale dell’AI per prendere di mira gli utenti sul web.
Se da una parte, quindi, questi strumenti sono indispensabili per l’innovazione tecnologica a 360°, dall’altra sono anche un’arma a doppio taglio, che può ritorcersi contro l’essere umano in moltissimi modi.
Scopriamo allora quali sono le principali truffe con l’AI sui social e come difendersi.
Principali truffe sui social
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Sarà capitato più o meno a tutti mentre si esplorano i vari social network di vedere annunci creati dall’intelligenza artificiale. Riconoscerli diventa sempre più difficile e questo, soprattutto quando si tratta di annunci truffa, potrebbe portare a conseguenze poco piacevoli.
Un post del genere, di solito ha il compito di inviare trojan, malware o virus per infettare il dispositivo del malcapitato di turno.
Alcuni di questi annunci, ad esempio, per sembrare ancora più credibili, prendono le sembianze di servizi celebri, spesso riguardano proprio i tool AI più utilizzati e più cercati come ChatGPT o Google Gemini, ma hanno il solo compito di confondere le persone e invitarle a cliccare per essere infettate dal virus di cui sopra.
Si sponsorizzano prove gratuite dei servizi Pro, aggiornamenti appena rilasciati e tutto ciò che potrebbe invogliare l’utente a visitare la pagina malevola. Oltretutto trattandosi di truffe ideate ad hoc, risultano anche molto credibili riproducendo per filo e per segno i siti web originali dei vari brand ma inserendo al loro interno link malevoli.
Un’altra situazione piuttosto frequente è il furto di identità, con i malintenzionati digitali che riescono ad accedere a dati e foto del profilo degli utenti, creandone uno falso.
Le truffe sui social sono diventate sempre più comuni e, chiaramente, grazie all’avvento delle tecnologie AI è sempre più difficile riconoscere un annuncio vero da un falso
Questo profili, inoltre, spesso sono “gestiti” dall’intelligenza artificiale che è in grado, addirittura di postare storie e rispondere ai messaggi privati. Pensiamo, ad esempio, ai vari influencer digitali che, pur non essendo ovviamente dei truffatori, vengono gestiti in totale autonomia dal computer e senza che nessun utente in carne ed ossa debba intervenire.
Chiaramente, un profilo del genere può essere utilizzato per truffare il prossimo, creando nuove identità digitali per vendere beni o servizi inesistenti e rubare denaro agli utenti ignari.
Questi account vengono utilizzati anche per svuotare il conto in banca delle persone, per chiedere l’invio di somme di denaro oppure, contenuti sessualmente espliciti, che possono essere utilizzati per ricattare il malcapitato di turno.
E per essere ancora più credibili i criminali informatici possono utilizzare l'intelligenza artificiale per creare interazioni convincenti e, addirittura, iniziare discorsi con altre persone.
Con il furto di foto e video, poi, non sono rari nemmeno i deepfake, dove vengono creare delle imitazioni di utenti reali (di solito persone famose) che dicono o fanno cose che di solito non farebbero, cercando a tutti i costi di ingannare il prossimo e spingerlo a fare cose che non vuole.
Infine a trarre vantaggio dall’arrivo dell’AI nelle truffe social c’è anche la vendita di prodotti, con queste tecnologie utilizzate per creare campagne pubblicitarie truffa, sviluppate al solo fine di vendere qualcosa che non esiste e sottrarre soldi e dati personali agli utenti.
Con i tool basati sull’intelligenza artificiale, queste operazioni sono diventate così credibili da riuscire a ingannare anche l’utente più navigato, che con la convinzione di risparmiare o di acquistare un prodotto esclusivo, fornisce suo malgrado tutte le informazioni che gli hacker chiedono, con conseguenze disastrose per la privacy e per il conto in banca.
In quest’ultimo caso, però, bisogna sottolineare che non c’è niente di male nell’utilizzo dell’AI nel marketing o nell’advertising, purché rispettino ovviamente la legge. Non è raro che esperti del settore si affidino a queste tecnologie per potenziare la loro attività sul web ma, chiaramente, non hanno nulla a che fare con le truffe di cui sopra.
Come difendersi dalle truffe con l’AI
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Chiaramente difendersi dalle truffe AI sui social è possibile anche se, bisogna ammettere sin da subito, che è molto più complicato rispetto al passato, anche perché i criminali informatici hanno “aggiustato il tiro” e affinato delle tecniche raffinatissime per trarre in inganno gli utenti.
Come al solito, però, con un po’ di buon senso e il giusto spirito critico è possibile avere la meglio anche sull’AI, sgominando inganni vari ed eventuali, standone debitamente a distanza.
La prima cosa da fare è sicuramente quella di dubitare: dubitare di fonti non ufficiali, dubitare di offerte che sembrano troppo belle per essere vere e, soprattutto, dubitare di quei profili che scrivono con errori grammaticali e uno stile “sensazionalistico”, palesemente studiato per attirare l’attenzione in un contesto rumoroso come quello dei social.
Proteggersi dalle truffe è possibile e con un po’ accortezza e il giusto spirito critico si possono vivere serenamente i social
Poi, prima di acquistare su uno qualsiasi di questi link, è bene cercare nella pagina ufficiale del brand che offre un bene o un servizio e vedere se, realmente, le offerte speciali in oggetto siano presenti anche là sopra.
È opportuno tenere d’occhio anche la reputazione dei venditori e delle pagine, leggere commenti ed eventuali feedback di altri utenti che, in caso di problemi, non tarderanno a esprimere il proprio dissenso.
In generale, quindi, è consigliabile sempre non prendere per buono tutto ciò che passa sui social media e filtrare tutto con uno sguardo critico e attento, anche “esagerare” con i controlli se serve, perché è meglio effettuare una verifica in più piuttosto che mettere a rischio i propri dati personali o i propri soldi.
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