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Neuralink, Elon Musk si prepara a controllare gli arti robotici

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Grandi novità per Neuralink, secondo Elon Musk, l’impianto cerebrale molto presto sarà in grado di controllare un arto robotico. Ecco tutto quello che sappiamo

Braccio Robot aboutstock/Shutterstock

In Breve (TL;DR)

  • Neuralink, il progetto di Elon Musk, sperimenterà il controllo di arti robotici tramite impianti cerebrali.
  • Il chip N1 tradurrà i segnali del cervello in movimenti, offrendo nuove possibilità per chi ha disabilità motorie.
  • I test internazionali previsti entro il 2024 puntano a rendere questa tecnologia accessibile a livello globale.

Neuralink, l’ambizioso progetto di Elon Musk immaginato per permettere di controllare il computer tramite un microchip impiantato nel cervello, passa allo step successivo e adesso guarda all’utilizzo degli arti robotici.

Con un post ufficiale, infatti, l’azienda ha confermato di aver ricevuto il via libera per utilizzare questo sofisticato impianto cerebrale (chiamato N1), per provare a controllare un braccio robot.

Una decisione che potrebbe stravolgere la vita di milioni di persone, aiutando i soggetti con difficoltà o vittime di incidenti a vivere una vita migliore. Ecco quello che sappiamo.

Neuralink, il prossimo stadio del progetto di Musk

Solo pochi mesi fa, Neuralink ha permesso a un ragazzo affetto da paralisi di poter giocare a un videogioco sul PC, “semplicemente” muovendo il mouse con la forza del pensiero.

Chiaramente, prima di poterlo fare è stato sottoposto a un delicato intervento in cui gli è stato impiantata l’apposita interfaccia in grado di elaborare i segnali elettrici del cervello trasformandoli in input comprensibili al computer.

Ma questo esperimento chiamato progetto PRIME, seppure davvero oltre i confini della realtà, era solo la punta dell’iceberg di un progetto immensamente più grande che prende il nome di CONVOY e ha come scopo quello di estendere le potenzialità di questa interfaccia cervello-computer a un arto robot che, se tutto andrà come deve, potrà essere mosso dall’utente proprio come farebbe con il proprio braccio.

L’esperimento mira a “risolvere” con la tecnologia alcune disabilità motorie al momento impossibili da curare, nel tentativo di dare alle persone una nuova vita e la possibilità di tornare ad essere indipendenti.

In poche parole, quindi, Neuralink prenderà il chip già in uso per il progetto PRIME e lo impianterà in un’area del cervello che si occupa della pianificazione dei movimenti, consentendo alle persone appunto di controllare dispositivi esterni come se si trattasse dei propri arti.

Chiaramente, il progetto è ancora in una fase iniziale e, prima di essere utilizzato come una “pratica medica” dovrà passare ancora numerosi test, ma le aspettative sono davvero alte e, probabilmente, è solo questione di tempo.

Quale futuro per Neuralink

Sicuramente Neuralink è una sfida enorme per Elon Musk e per il team di scienziati che lavora al progetto ma, nonostante qualche difficoltà, il progetto sembra procedere sotto i migliori auspici evolvendosi a un ritmo impressionante.

Al momento i pazienti che utilizzano l’interfaccia base sono due e non sono state riscontrate criticità, cosa che sta portando l’azienda ad espandere il programma arrivando a circa otto soggetti entro la fine del 2024, spianando la strada per i primi test sugli arti robotici.

Altra ottima notizia è che di recente il progetto ha ricevuto il benestare anche per la sperimentazione internazionale, cosa che permetterà anche a team al di fuori degli Stati Uniti di provare questa tecnologia cercando di migliorarla.

È chiaro che la situazione è in continua evoluzione e, anche se saranno necessari ancora molti anni di studi e di prove sul campo, è lecito ipotizzare che presto Neuralink diventerà una tecnologia “di uso comune”, aiutando le persone affette da disabilità in tutto il mondo a vivere una vita migliore.

A cura di Cultur-e
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