La nuova startup AI di Elon Musk, xAI, ha catturato l'attenzione di molti con il suo ambizioso obiettivo di “comprendere la vera natura dell'universo”. Tuttavia, nonostante le motivazioni lodevoli di Musk di sviluppare un'intelligenza artificiale sicura per l’uomo, l'impresa è alla fine destinata a fallire.
Le stesse leggi della fisica rappresentano un ostacolo al raggiungimento di tale obiettivo. La vastità dell'universo e la nostra posizione al suo interno pongono sfide significative alla nostra ricerca della conoscenza.
L’AI non può sfidare i limiti imposti dalle leggi della fisica
Il principio di indeterminazione di Heisenberg, un concetto fondamentale in fisica, afferma che alcuni aspetti della realtà non possono essere confermati simultaneamente attraverso l'osservazione o la misurazione.
Questo principio ci impedisce di misurare semplicemente la distanza tra la Terra e Urano, aspettando un anno, e poi misurandola di nuovo per determinare l'esatto tasso di espansione dell'universo. Il metodo scientifico si basa sull'osservazione e il principio antropico ci ricorda che tutti gli osservatori sono intrinsecamente limitati.
Nel caso dell'universo osservabile, incontriamo ulteriori limitazioni imposte dalla natura della fisica. L'espansione rapida dell'universo pone un “orizzonte cosmologico” oltre il quale non possiamo effettuare misurazioni. Anche con la tecnologia più avanzata e un'ipotetica super intelligenza in grado di elaborare tutti i dati disponibili, ci sono limiti fondamentali a ciò che si può sapere sull'universo.
L'ambizione di xAI: dal gatto di Schrödinger all'oracolo
Immagina una scatola chiusa con un gatto all'interno. In questa scatola, c'è un flacone di liquido radioattivo e un martello che colpirà il flacone, uccidendo il gatto, al termine di un processo quantistico. Secondo il famoso esperimento mentale di Schrödinger, fino a quando qualcuno non osserva il gatto, esso è simultaneamente vivo e morto.
Un altro fisico, Eugene Wigner, ha voluto mettere in discussione le affermazioni di Schrödinger e ha creato una variante chiamata Wigner's Friend. In questa versione, ci sono due scienziati: uno all'interno del laboratorio che apre la scatola per vedere se il gatto è vivo o morto, e l'altro fuori che apre la porta del laboratorio per vedere se lo scienziato interno sa se il gatto è vivo o morto.
La proposta di xAI sembra invertire l'esperimento di Wigner sostituendo il gatto con un sistema di intelligenza artificiale pre-addestrato del tipo general pre-trained transformer (GPT)come ChatGPT o Bard. Invece di chiedere se l'AI è viva o morta, xAI mira a chiedere all'AI di discernere verità fondamentali sull'universo senza fare osservazioni. In sostanza, xAI cerca di creare un oracolo, una macchina AI in grado di conoscere le cose senza prove.
Tuttavia, il concetto di oracolo non ha basi scientifiche ed è radicato nella mitologia e nella religione. In realtà, il meglio che possiamo sperare è sviluppare sistemi di intelligenza artificiale in grado di elaborare grandi quantità di dati.
Perché l’AI richiede scetticismo e convalida empirica
Di conseguenza, qualsiasi risposta fornita da xAI o da qualsiasi altra società di intelligenza artificiale sulla natura dell'universo deve essere guardata con scetticismo fino a quando non sarà confermata da osservazioni concrete.
Inoltre, i limiti dei sistemi GPT nell'interpretazione delle query e le sfide intrinseche degli algoritmi classici rendono scientificamente impossibile per xAI o qualunque altra azienda sviluppare una macchina binaria in grado di estrapolare la verità dal nostro universo quantistico.
In conclusione, dovremmo abbracciare il potenziale dell'AI entro i suoi limiti, sfruttandolo per aiutare gli scienziati a ottenere nuove intuizioni e scoprire informazioni precedentemente trascurate, ma rimanere cauti nell'attribuire la verità assoluta alle sue scoperte.
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