Il termine “modding” deriva dall’inglese “to mod” ed è una contrattura del verbo “to modify”, una parola utilizzata per descrivere una serie di modifiche estetiche o nelle prestazioni che gli utenti possono apportare al loro PC per cambiare il look del device o per incrementarne la potenza.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento è bene ricordare che effettuare una modifica software, hardware o estetica di un computer è un’operazione che richiede la giusta dose di manualità e di competenze. Si tratta di processi spesso molto complicati che, se eseguiti male o approssimativamente, potrebbero compromettere l’uso della macchina, perciò prima di procedere è sempre bene fermarsi a riflettere e non fare gesti avventati.
Detto questo, scopriamo di più sul modding, cos’è e come si può procedere con la personalizzazione del proprio computer.
Che cos’è il modding
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Come appena detto il modding del PC consiste in una serie di modifiche, hardware, software o estetiche, che permettono all’utente di creare un device personalizzato unico nel suo genere.
Le possibilità sono davvero molte e, a seconda dei propri bisogni, si può intervenire sulla macchina come si preferisce.
Nel caso dell’hardware, ad esempio, si fa riferimento a tutte quelle procedure che permettono di agire sui componenti interni del device e modificarli per incrementarne le prestazioni. Come l’overclockling ad esempio che aiuta gli utenti ad aumentare la frequenza operativa del processore per avere più potenza.
Oppure si può intervenire sull’impianto di raffreddamento del device, installandone uno più efficiente, magari a liquido, che durante le sessioni di gaming più impegnative possa tenere sotto controllo la temperatura.
Il modding permette di migliorare le prestazioni e l’estetica del proprio computer, andando a modificarne le specifiche o le caratteristiche
Allo stesso modo il modding software permette agli sviluppatori di modificare un qualsiasi programma open source, cambiandone le funzioni per adattarle alle proprie esigenze o a casi d’uso specifici, si pensi alle varie distribuzioni di Linux, ad esempio, sistemi operativi completamente customizzati dagli utenti che li hanno plasmati “a propria immagine e somiglianza”.
Il caso di Linux è emblematico perché è anche uno degli esempi che ha reso possibile la nascita del community modding, intere comunità digitali concentrate sui vari miglioramenti da apportare a un software per distribuirlo gratuitamente a tutti gli altri.
Infine c’è il modding estetico, che consente nel cambiare o modificare a mano parti del case per rendere il computer più appariscente.
Gli esempi più comuni riguardano l’aggiunta di luci colorate, sincronizzate magari con impianti di raffreddamento hi-tech dai colori sgargianti che mettono in evidenza le varie componenti del PC.
Oppure la modifica del case stesso, con l’aggiunta di ventole, prese d’aria, funzionalità e via dicendo. Quest’ultimo caso forse è quello più “artigianale” dove la creatività degli utenti si sbizzarrisce nell’elaborare soluzioni sempre più “caratteristiche” per rendere unici i propri device.
Perché valutare il modding del proprio device
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Le operazioni di modding, seppur limitatamente, possono essere applicate anche a smartphone e console, ma in materia di computer che quest’arte trova la sua massima espressione con esperti di hacking di vario tipo che possono rendere qualsiasi dispositivo unico nel suo genere.
Ed è proprio quello sull’unicità il fulcro del discorso da cui si può partire per comprendere pienamente il mondo dell’hacking e le sue mille sfumature.
Per gli amanti del design, intervenire sull’estetica permette di avere un dispositivo completamente personalizzato, con la possibilità di mettere ben in evidenza il proprio PC con giochi di luce e soluzioni varie.
Anche per chi lavora in un determinato ambito, un’opzione del genere può essere quasi un marchio di fabbrica, un sistema per mettere in risalto il proprio lavoro o quelli che sono gli strumenti del proprio lavoro.
La modifica dell’hardware permette di abbandonare la vecchia idea di un PC assemblato, ideato per assolvere quasi meccanicamente a un ruolo senza “potersi mai spingere oltre”.
Chi decide di valutare il modding del proprio PC è consapevole del fatto che dovrà agire a livello hardware, software o di design per creare il device più in linea col proprio gusto o coi propri bisogni
Abbiamo già parlato di overclock e di sistemi di raffreddamento, ma quando si pensa ai computer fissi le possibilità di personalizzazione sono praticamente infinite e, volendo essere meno specifici, si possono includere in quest’area anche tutte quelle “aggiunte” fatte al PC in un secondo momento, come l’acquisto di più RAM, di una nuova CPU, di una scheda video/audio più potente (anche esterna nel caso della scheda audio) o nell’aggiunta di periferiche varie ed eventuali che, al momento dell’acquisto, non erano integrate nel case (come un secondo lettore/masterizzatore DVD o un altro SSD).
Questo tipo di personalizzazioni garantisce più performance, dispositivi sempre moderni e aggiornati all’hardware più moderno, l’ideale per chi usa il PC per scopi specifici e ha bisogno di device sempre efficienti.
Infine, c’è la categoria di modifiche più complicate, quelle che vanno ad agire a livello software e che, se eseguite su programmi non open source, sono ovviamente illegali.
Importante sottolineare, infatti, che questa particolare categoria di modding va a intervenire su software spesso scritti da altri sviluppatori e se il codice sorgente non è libero, ci si può imbattere in una violazione della legge e del copyright.
Come già detto l’esempio più calzante è l’ecosistema Linux, ma esistono decine di tool liberi che gli utenti più esperti possono modificare a loro piacere.
In questo senso i benefici sono più che evidenti e corrispondono a funzioni personalizzate, interfacce migliorate e una user experience “disegnata” specificatamente sui bisogni di un singolo utente o di una particolare categoria di utilizzatori che ha bisogno di impostazioni particolari.
Come si diventa modder
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Diventare un modder esperto richiede anzitutto grandi competenze negli ambiti di cui sopra, non si diventa professionisti in questo settore senza esperienze pregresse e una grande manualità.
Per quanto riguarda i titoli di studio non esiste una facoltà che insegni alle persone questa “disciplina”; nel caso del modding software possono aiutare lauree informatica e affini idem per il modding hardware, anche se molti dei modder più affermati hanno imparato sul web, seguendo tutorial, facendo moltissima pratica e immaginando nuove soluzioni creative per realizzare i propri progetti.
Diventare modder non è semplice ed è richiesta sicuramente una grande competenza in materia e, naturalmente, un bel po’ di manualità
Nel caso delle modifiche estetiche, l’importante è una grande manualità, una buona organizzazione, tanta creatività e chiaramente anche un’infarinatura di ciò che si trova all’interno di un PC, quantomeno per conoscere dove si può intervenire o come vanno installate determinate modifiche.
La raccomandazione comunque è sempre la stessa: non improvvisarsi modder senza conoscenze specifiche, un intervento errato sul proprio PC o su uno dei software in uso potrebbe comprometterne il funzionamento, portando anche a malfunzionamenti gravi e alla rottura del device.
Per saperne di più: Il computer: come è fatto, come funziona, come migliorarlo