Le VPN nascondono l’indirizzo IP dell’utente, rendendo molto complicato sia il tracciamento delle sue attività, sia il recupero di altre informazioni sensibili.
Inoltre le VPN permettono di ovviare a determinate restrizioni, aumentando sensibilmente la quantità di contenuti a cui accedere tramite Internet.
Al tempo stesso circolano diversi falsi miti sulle reti virtuali private. Installare una VPN gratuita o una VPN a pagamento non significa avere possibilità illimitate. Così come non significa tutelarsi dagli hackers in via definitiva.
La verità sta nel mezzo. Le VPN sono parte integrante di un insieme di strumenti atti ad aumentare il livello di sicurezza dell’utente e di protezione della sua privacy online. Allo stesso modo proteggono da determinate categorie di minaccia e attacco informatico.
Lo stesso discorso vale per l’accessibilità. Le VPN permettono di accedere a siti off limits per la propria area geografica di riferimento. Ma parallelamente potrebbero rivelarsi totalmente inefficaci se si prova ad accedere a determinate librerie di piattaforme di streaming video.
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1. Cosa sapere su VPN e sicurezza informatica
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Un primo mito da sfatare sulle VPN riguarda il loro reale apporto alla sicurezza informatica degli internauti. Gli utenti alle prime armi possono pensare che installare una VPN, gratuita o a pagamento, garantisca una specie di protezione al 100% sul web.
In realtà questa è un’illusione bella e buona. Nemmeno la miglior VPN del mondo è in grado di garantire privacy e sicurezza assolute. Ciò vuol dire innanzitutto che non esiste una VPN capace di garantire un anonimato assoluto online.
Le VPN di fatto falsificano l’indirizzo IP dell’utente connesso, simulando il suo accesso in un’altra area geografica del pianeta. Per farlo reindirizzano il traffico attraverso i loro server e poi crittografano la connessione.
Le VPN sono sicuramente un’ottima protezione dai monitoraggi standard sul web, ma esistono comunque diverse tecniche che permettono di tracciare un utente. Ad esempio l’impronta digitale del browser, ma anche l’analisi degli account sui social network.
Le VPN devono dunque essere considerate come parte di una serie di strumenti in grado di proteggere la privacy online degli utenti. Ad esempio possono essere associate alla navigazione in incognito.
Restando in tema sicurezza informatica, molti ritengono che le VPN siano lo strumento perfetto per tenere alla larga gli hacker. Anche in questo caso, purtroppo, si tratta di un vero e proprio mito.
Le VPN non proteggono in alcun modo da hackers o malintenzionati di sorta. Anche perché il furto di dati personali non riguarda quasi mai l’utilizzo della VPN.
Gli hacker accedono alle informazioni sensibili degli utenti in vari modi: ad esempio sfruttando falle nella protezione di siti e pagine Internet. Detto questo le VPN hanno comunque un’importante funzione di sicurezza.
Soprattutto nel caso in cui l’hacker cerchi di dirottare una Wi-Fi pubblica a cui è connesso l’utente. In questo caso la VPN svolge un’ottima azione di protezione, schermando l’accesso a dati privati.
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2. Cosa sapere su VPN e raccolta dei dati personali
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Un altro mito da sfatare relativo alle VPN è legato alla raccolta di dati degli utenti. Una VPN standard, gratuita o meno, di solito promette di non conservare i registri: ovvero le registrazioni delle connessioni VPN degli utenti.
In realtà è molto improbabile che le VPN non tengano mai alcun tipo di registro. Inoltre è semplicemente impossibile constatare se le cose stanno effettivamente così.
I dati audit di sicurezza forniscono spesso informazioni contrastanti tra loro. E inoltre nulla impedisce che gli operatori di servizio spostino i file di registro nel momento in cui un audit è in corso.
Diversi esperti del settore concordano nel ritenere lecito supporre che le VPN mantengano i registri eliminando i log. In questo modo gli operatori di marketing o le autorità possono comunque richiamare il registro della VPN all’occorrenza. Senza però poter accedere al dettaglio delle operazioni effettuate dal singolo utente attraverso l’utilizzo di una rete virtuale privata.
In conclusione, un utente che utilizza una VPN gratuita o a una VPN a pagamento deve comunque affidarsi al servizio. Detto ciò è comunque possibile registrarsi alle VPN in modo anonimo.
Così come è possibile effettuare una ricerca preventiva per controllare alcuni dettagli di sicurezza informatica: ad esempio che le VPN non abbiano uno storico all’insegna delle violazioni della privacy online.
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3. Come funzionano gli streaming video tramite VPN
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L’ultimo mito relativo le VPN tira in ballo alcuni colossi internazionali dello streaming video: a partire da Netflix e Amazon Prime, fino ad arrivare a Disney Plus e Paramount+.
Un utente senza competenze approfondite in ambito di sicurezza informatica, può pensare che le VPN permettano di superare ogni genere di restrizione.
E in parte è sicuramente vero, considerato che le reti virtuali private vengono scelte proprio per bypassare determinati limititipici della navigazione tradizionale sul web.
Questo però non si traduce in un libero accesso alle librerie di altri Paesi dei servizi streaming video di cui sopra. Al giorno d’oggi infatti questo genere di operatori sono molto attenti a tutelare il loro catalogo. E di conseguenza sono decisamente al passo coi tempi.
Netflix, Amazon e tutti gli altri servizi citati in precedenza siglano accordi che limitano la distribuzione di un singolo contenuto a un numero determinato di regioni e aree geografiche. Sono dunque chiamati a onorare accordi molto astringenti.
Questa attenzione si traduce in un’impossibilità quasi totale di accedere a librariesdiverse da quella del proprio Paese. Sia nel caso in cui si utilizzi una VPN gratuita, sia nel caso in cui si utilizzi una VPN a pagamento.
Per saperne di più: VPN, cos'è e come funziona