Meta è il nuovo nome dell’impresa americana che controlla alcuni tra i più importanti servizi del XXI secolo: dai social network Facebook e Instagram, ai software per la messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger.
Negli anni passati il CEO Mark Zuckerberg ha reso nota al mondo la sua volontà di puntare sul metaverso, rendendolo un obiettivo primario di tutta Meta. Ma negli ultimi giorni è arrivato un nuovo annuncio.
Il fondatore di Facebook ha recentemente comunicato la formazione di un nuovo team di Meta, che si occuperà di intelligenza artificiale (AI) applicata a Instagram e WhatsApp.
Più precisamente il gruppo dovrà creare nuovi prodotti incentrati sulla cosiddetta intelligenza artificiale generativa: quelle tecniche che permettono alle macchine di creare media di vario genere simili in tutto e per tutto a un output umano.
Intelligenza artificiale e esperienze futuribili
La scelta di Meta di puntare sull’intelligenza artificiale sta venendo condivisa da tantissime grandi corporate di tutto il mondo. Aziende che lavorano nei settori più disparati e che però condividono l’interesse verso le tecniche di apprendimento automatico.
Zuckerberg ha spiegato che il team Meta dedicato alle AI sarà composto da una selezione di professionisti provenienti da diversi reparti. Alla guida del gruppo è stato annunciato il Chief Product Officer Chris Cox.
Il team svilupperà nuovi strumenti creativi ed espressivi, partendo dalle interazioni quotidiane dell’utente: sia con il testo scritto che con le immagini o i video. Per avere un’idea più concreta è possibile pensare alla lettura di una chat WhatsApp, ma anche all’utilizzo di un filtro Instagram.
Azioni quotidiane, che serviranno come punto di partenza per arrivare a nuove esperienze futuristiche. Un nuovo modo, sostiene Zuckerberg, di vivere i social network e forse la stessa rete Internet.
Meta sulla scia di OpenAI
Parallelamente Meta ha presentato il suo nuovo modello di linguaggio. Si chiama LLaMA, è un linguaggio di grandi dimensioni e secondo addetti ai lavori testimonia una volontà molto chiara da parte di Zuckerberg e soci: non rimanere indietro nella corsa all’AI.
Non a caso, proprio in questi mesi, anche Google sta lavorando a un chatbot: un software che simula la conversazione con un essere umano, attualmente noto col nome di Bard.
D'altronde negli ultimi anni i modelli di linguaggio hanno riscontrato grandissimo successo tra gli utenti. Da questo punto di vista è impossibile non pensare all’attività di OpenAI, a partire dai suoi chatbot realizzati per MicrosoftBing. Fino ad arrivare all’ormai celebre ChatGPT, recentemente integrato anche in Snapchat.
Sempre OpenAI è responsabile di DALL-E: un altro algoritmo di intelligenza artificiale che si occupa della generazione automatica di immagini, a partire da un input testuale.
L’impressione è che in Meta questo genere di soluzioni non sia passato inosservato. E che la volontà condivisa sia quella di creare un pacchetto di prodotti proprietario, in grado imporsi presso il grande pubblico.