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Leoni da tastiera, chi sono e come difendersi

I leoni da tastiera e gli haters offendono il prossimo nascondendosi dietro schermo, possono essere ignorati oppure contrastati con strategie e interventi mirati: ecco come fare

Quando si parla di cyberbullismo, spesso si finisce anche per parlare di leoni da tastiera o haters. Queste due “categorie” rappresentano buona parte dei protagonisti di comportamenti violenti in Internet.

Per imparare come difendersi, ma anche come rispondere a leoni da tastiera o haters, bisogna innanzitutto conoscere il significato di questi due termini. Si tratta di diciture simili, che però presentano anche alcune caratteristiche distintive. 

Gli haters sono odiatori seriali del web: utenti senza scrupoli, che attaccano deliberatamente chiunque non vada loro a genio. I loro comportamenti, da questo punto di vista, sono quasi identici a quelli dei leoni da tastiera.

Il termine “leoni da tastiera” ha però una sfumatura più marcata: allude in maniera molto più netta alla necessità del cyberbullo in questione di nascondersi dietro uno schermo. Detto questo, anche gli haters usano la rete come nascondiglio, agendo dietro profili o account fasulli. 

In entrambi i casi si tratta di persone che difficilmente sarebbero in grado di offendere deliberatamente qualcuno al di fuori del web. Ecco perché il consiglio generale di lasciarsi scivolare addosso le loro azioni è spesso valido.

In alternativa, è comunque possibile applicare diverse strategie di difesa: dalla richiesta di aiuto, all’impostazione di limiti e blocchi preventivi sui social network utilizzati. 

Chi sono leoni da tastiera e gli haters

leone da tastiera

Il termine leoni da tastiera viene utilizzato in Internet per descrivere coloro che sfruttano la rete per perpetrare comportamenti violenti di vario genere. I leoni da tastiera aggrediscono in vari modi coloro che individuano come più deboli.

La loro attività può spaziare tra le diverse manifestazioni del cyberbullismo. Nei casi meno gravi il loro comportamento si “limita” all’offesa, alla denigrazione o magari all’emarginazione di un utente.

In certi casi però i leoni da tastiera finiscono col rendersi protagonisti di reati ben più pesanti, come ad esempio il furto di identità, o la diffusione di materiale sensibile senza consenso. 

La dicitura “leoni da tastiera” è la traduzione italiana dell’inglese “keyboard warriors”, che letteralmente significa “guerrieri da tastiera”. In entrambi i casi l’allusione è la stessa: gli utenti in questione sono dei leoni o dei guerrieri, soltanto nel caso in cui si sentano protetti dallo schermo di un dispositivo

I leoni da tastiera si nascondono dietro un computer o uno smartphone e si rendono protagonisti di comportamenti violenti

D'altronde l’intero fenomeno del cyberbullismo è strettamente legato alla percezione di anonimato garantita da un certo utilizzo della rete. I violenti approfittano di Internet per creare account fasulli e rendersi protagonisti di comportamenti che difficilmente riuscirebbero a sostenere in un confronto dal vivo. 

In conclusione è sicuramente utile spiegare le differenze tra leoni da tastiera e haters, anche se il significato è piuttosto simile. Gli haters sono gli “odiatori” del web e anche loro traggono forza dall’illusione di invisibilità garantita dalla rete.

Sono utenti particolarmente aggressivi, che creano profili fake e insultano in maniera palese soggetti mirati. Spesso le loro vittime designate sono personaggi pubblici di varia natura: ad esempio sportivi, o protagonisti del mondo dello spettacolo. 

In altri casi i loro attacchi possono essere rivolti a fasce ben più ampie. Gli haters infatti possono prendere di mira persone in base alla loro identità sessuale o alla loro etnia, alla loro religione o alle loro convinzioni politiche. 

Il comportamento degli haters si traduce come minimo in una diffamazione più o meno reiterata. In certi casi possono rendersi protagonisti di molestie ben più gravi: dal cosiddetto cyberstalking alle minacce esplicite. 

Come difendersi e come rispondere a leoni da tastiera e haters

persona che subisce cyberbullismo

Il primo passo da compiere per difendersi da haters e leoni da tastiera è capire le proporzioni del problema.

Il cyberbullismo è una piaga sociale di dimensioni molto vaste. Soltanto in Italia quasi un utente su cinque dichiara di avere vissuto almeno una volta una forma più o meno grave di disagio in Internet. 

Spesso l’attacco è rivolto alle categorie considerate più fragili. Nel nostro paese, ad esempio, le donne vengono prese di mira più degli uomini. Allo stesso modo leoni da tastiera ed haters sparano a zero sugli omosessuali, sulle persone disabili o magari sui migranti. 

Le strategie per imparare come difendersi dal bullismo online sono molteplici e coinvolgono diversi aspetti: da quello più tecnico a quello comportamentale. In generale, chiunque si ritenga vittima di cyberbullismo non deve avere paura di chiedere aiuto.

Dichiarare la propria condizione, facendo i nomi e i cognomi (veri o finti che siano) delle persone coinvolte, è il modo migliore per iniziare a risolvere il problema. Anche perché in Italia esistono diverse realtà nate proprio per sostenere chiunque finisca sotto l’attenzione di haters o leoni da tastiera. 

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Chiunque sia vittima di leoni da tastiera o haters può rivolgersi a realtà nate per offrire sostegno legale ed emotivo

Esistono poi diversi consigli di buon senso che possono venire applicati nelle circostanze meno gravi: piccoli trucchi che permettono all'utente di rispondere a tono a chi lo attacca. Ad esempio ricorrendo al giusto mix di ironia e autoironia: un approccio che, in molte occasioni, finisce per scoraggiare gli odiatori.

Allo stesso modo diverse persone che sono state vittima di cyberbullismo consigliano di ignorare gli attacchi nei limiti del possibile. Questo vuol dire evitare di fomentare discussioni ma, soprattutto, evitare di alimentare la mania di protagonismo del leone da tastiera di turno.

Infine, è importante ricordare che i diversi social network spesso permettono di impedire gli attacchi o quantomeno di limitare i loro danni. Ad esempio si può rendere impostare il proprio profilo come “privato”.

Si può bloccare chiunque si renda protagonista di comportamenti scorretti. Oppure ci si può limitare a nascondere qualsiasi messaggio o commento particolarmente offensivo. 

Alcuni social propongono infine dei filtri pensati appositamente per neutralizzare parole violente. Questo tipo di soluzione viene scelta soprattutto dagli amministratori di pagine o gruppi, in modo tale da moderare preventivamente le discussioni, i post e i commenti.

Parlare di cyberbullismo è fondamentale in modo che tutti possano riconoscerlo, combatterlo e prevenirlo. 

Segnaliamo, a questo proposito, la campagna #ConnessiControilBullismo che, con una serie di webinar, ha approfondito i pericoli che si possono incontrare online, con un occhio di riguardo verso il mondo dei giovani, sempre più iperconnesso.

A cura di Cultur-e
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