Bard può essere considerata la risposta di Google al fenomeno ChatGPT: il chatbot realizzato da OpenAI che ha stupito mezzo mondo mostrando le (prime) potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa.
Anche Bard è un sistema di intelligenza artificiale conversazionale: riceve gli input dell’utente e in risposta fornisce contenuti unici.
Google Bard è stato presentato nel marzo del 2023 e continua a venire aggiornato e sviluppato settimana dopo settimana. L’ultima novità in tal senso è la capacità di interagire col codice: ciò vuol dire generare nuovo codice, ma anche eseguire il debug di codice preesistente.
Una funzionalità potenzialmente rivoluzionaria. Soprattutto se si considera che verrà lanciata in decine di linguaggi di programmazione differenti: da Go a Java, da Python a C++.
Ma non solo. Stando a quanto appurato, a breve Google Bard sarà persino in grado di compilare funzioni relative alla programmazione di codice all’interno di Fogli Google: l’applicazione online che offre servizi simili a quelli di Microsoft Excel.
Da LaMDA a Bard
La presentazione di Bard è figlia di anni di lavoro dei team di Google sull’intelligenza artificiale. Non a caso si basa su framework e modelli precedenti, come ad esempio Transformer e LaMDA.
Transformer è un’architettura di reti neurali, mentre LaMDA è un modello di linguaggio. Quest’ultimo era balzato all’attenzione della cronaca internazionale nel luglio 2022: più precisamente quando l’ingegnere Google Blake Lemoine aveva inviato un report ai suoi superiori avvertendoli che LaMDA poteva essere senziente.
Oggi LaMDA mostra le sue potenzialità al grande pubblico proprio con Bard: un chatbot in grado di simulare una conversazione, esprimendo giudizi e fornendo consigli all’utente che lo interroga.
Non sorprendono dunque i paragoni tra Bard e ChatGPT, che offre servizi decisamente simili. Con la differenza che il primo può contare sul data set e sulle indicizzazioni di Google. Un vero e proprio patrimonio di informazioni, che tra l’altro vengono aggiornate praticamente ogni 24 ore.
Anche Bard commette errori
Nonostante le ottime premesse espresse nei capoversi precedenti, l’esordio di Bard è stato tutt’altro che esaltante. Anche il chatbot di Google, proprio come ChatGPT, sta facendo scalpore per via di errori più o meno macroscopici presenti all’interno delle sue risposte e dei suoi “giudizi”.
Anche fonti interne a Google hanno ammesso pubblicamente che Bard può fornire informazioni imprecise, fuorvianti o addirittura false. Questo rischio di errore vale tanto per l’informazione testuale quanto per il codice generato: quest’ultimo infatti potrebbe risultare non funzionante. Così come potrebbe finire per produrre un outputincompleto o imprevisto.
Per questo lo stesso team di Google raccomanda agli utenti di usare il chatbot con le molle in questa fase storica. Di prestare massima attenzione al codice generato dall’AI e di revisionarlo interamente, andando alla ricerca di errori, bug o vulnerabilità.
Per saperne di più: Intelligenza Artificiale, cos'è e cosa può fare per noi