Il 2023 è stato senza ombra di dubbio l’anno dell’intelligenza artificiale: a partire dalla diffusione globale di ChatGPT. Fino ad arrivare alla nascita e la crescita di nuovi tool dedicati all’elaborazione di testi, audio e video.
Negli ultimi mesi le grandi multinazionali tecnologiche hanno fatto investimenti sempre più consistenti nella cosiddetta AI generativa. Con l’obiettivo di creare sistemi sempre più integrati.
Per questi motivi oggi è possibile parlare di rivoluzione AI. Ma non solo: è anche possibile individuare in che modo l’intelligenza artificiale abbia cambiato e stia continuando a cambiare il mondo.
L’impatto dell’AI su istruzione e informazione pubblica
Lo sviluppo di tool di intelligenza artificiale generativa ha avuto un impatto dirompente innanzitutto sul mondo dell’istruzione. Mai come oggi infatti gli studenti possono scrivere articoli, ricerche e approfondimenti con pochi click.
La possibilità di affidarsi all’AI per realizzare i classici compiti a casa è stata guardata innanzitutto con sospetto. Soprattutto da docenti e dirigenti scolastici.
Ma già nel corso del 2023 molti istituti hanno iniziato a revocare divieti legati all’uso di ChatGPT o simili. Si pensi in tal senso alle scuole di New York e a un celebre documento scritto da David Banks.
Un editoriale in cui il cancelliere annunciava l’intenzione di accompagnare la rivoluzione tecnologica in corso, piuttosto che negarla. Un po’ come era successo in precedenza con la diffusione delle calcolatrici elettroniche.
In altre parole, l’AI generativa non è necessariamente una minaccia per l’istruzione. Al contrario può diventare uno strumento a supporto dell’utente, anche in un’ottica più generale di informazione consapevole.
Basti pensare alle nuove applicazioni AI in grado di individuare fake news, deep fake e, più in generale, di smascherare operazioni di disinformazione pubblica più o meno consapevole.
L’impatto dell’AI su cultura e politica
L’exploit dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe cambiare per sempre il modo in cui ci approcciamo a un contenuto protetto da diritto d’autore. Anche perché la tecnologia ormai permette di replicare facilmente volti e voci, creando mix inediti a proprio piacimento.
Non a caso Hollywood si è già mossa per tutelare i propri operatori da usi potenzialmente scorretti dei tool di AI. E in tempi recenti è stato raggiunto un nuovo accordo tra l’Alliance of Motion Picture and Television Producers e la Writers Guild of America.
Un nuovo contratto che mette nero su bianco le modalità di uso dell’AI nel Cinema, evitando che vengano messe a rischio la privacy e la professionalità del singolo.
Il precedente hollywoodiano aiuta a capire la portata potenziale della rivoluzione AI. Non a caso negli ultimi mesi il Congresso degli Stati Uniti ha tenuto più udienze con manager e tecnici del settore.
Incontri pubblici o privati, in cui discutere insieme dei diversi benefici delle nuove tecnologie. Ma anche dei possibili rischi e delle eventuali contromisure da applicare.