C’è un nuovo attore nel panorama delle intelligenze artificiali, si tratta di Grok, il chatbot sviluppato dall’azienda xAI di proprietà di Elon Musk.
Il tool, senza nemmeno il bisogno di dirlo, punta anch’esso a detronizzare il ben più noto ChatGPT e pochi giorni fa il proprietario di X (il fu Twitter) ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni al riguardo, confermando che il software diventerà (almeno in parte) open source.
La decisione di Elon Musk
xAI ha presentato al mondo Grok solo l'anno scorso, mostrando subito diverse funzionalità, tra cui l'accesso a informazioni e opinioni "in tempo reale" (partendo proprio da X).
Il tool è già disponibile per gli utenti del “vecchio uccellino blu” e ha un costo mensile di 16 dollari; tuttavia, pochi giorni fa l’eccentrico milionario si è lamentato pubblicamente di OpenAI (di cui è stato uno dei fondatori) ribadendo più volte che la società “si è discostata dalle sue radici open source”.
E proprio da questo deriverebbe la ferma volontà di rendere libero il codice di Grok, come a voler sottolineare le intenzioni di “riprendere il lavoro” iniziato circa 10 anni fa con Sam Altman e da cui è nata proprio la società dietro a ChatGPT.
Nelle intenzioni iniziali, infatti, OpenAI avrebbe dovuto rendere la sua tecnologia accessibile per tutti gli utenti; poi con l’arrivo di Microsoft le cose sono cambiate e il codice del ben noto chatbot è, ovviamente, rimasto completamente chiuso.
Questa decisione non è andata a genio al patron di X che negli ultimi tempi si è più volte scagliato contro la sua ex società, sparando apertamente a zero su tutte le dichiarazioni rilasciate dalla concorrenza.
Solo pochi giorni fa, ad esempio, ha definito apertamente OpenAI come “una bugia”, annunciando al mondo la volontà di far diventare Grok open source, condividendo il codice con chiunque ne abbia bisogno.
Il futuro dell’AI
Il discorso sull’intelligenza artificiale è centrale per l’evoluzione dell’uomo ma non è certamente esente da dubbi e critiche.
Alcuni, ad esempio, sostengono che tale tecnologia vada liberalizzata, in quando “davvero significativa per il benessere del genere umano” e che quindi dovrebbe essere accessibile a tutti e di libero dominio.
Altri, invece, pensato che le società debbano mantenere riservato il proprio lavoro (specie quello sull’intelligenza artificiale) in modo che nessuno possa copiarlo o rubarne i segreti.
Da parte sua Elon Musk è da tempo uno dei più ferventi sostenitori dell'open source; basti pensare a Tesla, l’altra azienda in suo possesso, che ha liberalizzato buona parte dei suoi brevetti riguardanti tecnologie per la mobilità elettrica, con la promessa di non avviare azioni legali contro chiunque li userà (in buona fede) per far progredire questa tecnologia.
E lo steso discorso vale per X, con Musk che ha reso open source alcuni degli algoritmi che regolano la piattaforma.
Il discorso sull’AI è speculare e anche Grok diventerà presto libero (in parte) così da consentire a chiunque di poter accedere a una tecnologia del genere e di lavorare sul codice, migliorandolo e rendendolo più efficiente.
Per saperne di più: Intelligenza Artificiale: cos'è e cosa può fare per noi