Nel mese di aprile, Google Brain e DeepMind hanno unito le forze nella divisione innovativa Google DeepMind per lavorare a pieno regime sull’intelligenza artificiale riunendo le grandi menti in materia all’interno di un unico grande gruppo di lavoro così da affrontare la minaccia di OpenAI e del suo rivoluzionario ChatGPT.
Secondo quanto riferito dalla redazione di Wired, il numero uno di DeepMind, Demis Hassabis, ha confermato il nuovo progetto in corso. Il suo nome è Gemini e sarà l’asso nella manica di Big G per battere ChatGPT. Anticipato a maggio in occasione della conferenza per sviluppatori Google I/O, questo sistema utilizzerà le stesse tecniche che hanno aiutato l’AI di DeepMind AlphaGo a sconfiggere un campione del mondo nel gioco da tavolo Go.
Gemini: il chatbot di Google DeepMind che competerà con ChatGPT
Hassabis ha dichiarato, inoltre, che Gemini combinerà la tecnologia dei modelli linguistici di grandi dimensioni (o large language model, LLM) e le tecniche di apprendimento per rinforzo (o reinforcement learning) di AlphaGo per migliorare le sue capacità di problem solving. In sostanza, il software apprenderà in autonomia a svolgere compiti specifici tramite ripetuti tentativi e riceverà successivamente in input una valutazione delle performance.
Un recente rapporto di The Information ha svelato ulteriori dettagli trapelati da una fonte anonima. A quanto pare i ricercatori di Google hanno utilizzato YouTube per sviluppare Gemini. Ciò offre a Google DeepMind un vantaggio rispetto ai concorrenti, poiché hanno accesso completo ai dati video.
In merito a Gemini, si è espresso anche Sundar Pichai, CEO di Google. In un blog post dedicato alla Google I/O ha scritto che Gemini è stato creato da zero per essere multimodale, e quindi capace di elaborare parimenti testi e immagini ma anche altri tipi di contenuti. Oltre a ciò, sarà abile nella pianificazione dei compiti da svolgere e nella risoluzione dei problemi.
Pichai ha sottolineato che nonostante Gemini sia ancora in fase di addestramento, sta già dando prova di impressionanti capacità multimodali non presenti nei modelli precedenti. La promessa è che, una volta perfezionato e rigorosamente testato per la sicurezza, Gemini sarà disponibile in varie dimensioni e con diverse capacità.
Tra fiducia nel progetto Gemini e preoccupazione per l'AI
Nel frattempo Hassabis esprime preoccupazione per i rischi a lungo termine legati all’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato da Wired, Hassabis sostiene che non si sa con certezza se l'AI diventerà una minaccia maggiore, ma se il progresso continuerà al ritmo attuale, non ci sarà molto tempo per sviluppare misure di salvaguardia.
"Sto assistendo alle cose che stiamo inserendo nella serie Gemini e non abbiamo motivo di credere che non funzioneranno", ha dichiarato. Tuttavia, Hassabis è stato uno dei firmatari più importanti della Dichiarazione sui rischi dell'intelligenza artificiale, che mette in guardia contro il "rischio di estinzione" dovuto allo sviluppo “non adeguatamente supervisionato” di un'AI avanzata.
Non è ancora stata stabilita una data precisa per il debutto di Gemini, ma sicuramente non avverrà a breve. Saranno necessari diversi mesi e ingenti investimenti per centinaia di milioni di dollari, secondo Hassabis. Potrebbe essere che in futuro, a seguito del suo lancio, il modello possa essere utilizzato da Google per potenziare Bard. Attualmente, il chatbot proposto da Mountain View, come antagonista di ChatGPT, non è ancora disponibile ufficialmente in Italia.
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