Google Bard, l’attesissimo chatboot di Big G, è finalmente disponibile anche in Europa, portando finalmente nel Vecchio Mondo l’innovativo modello linguistico PaLM2.
Dopo questi mesi di attesa per lavorare affinché il chatbot rispettasse tutte le norme imposte dal GDPR in materia di protezione dei dati personali, Bard è finalmente pronto a “conquistare” anche l’Europa lanciando (nemmeno troppo velatamente) il suo guanto di sfida al ben più noto ChatGPT.
Scopriamo di più sul nuovo Google Bard.
Come funziona Google Bard
Google Bard ha un funzionamento molto simile a quello dei chatbot della concorrenza come ChatGPT e Bing Chat ma la differenza sostanziale con quest’ultimi è che, almeno per ora, Bard non verrà integrato all’interno del motore di ricerca di Google.
Perciò, per sfruttare le potenzialità del nuovo progetto del colosso di Mountain View, bisognerà raggiungere il sito ufficiale, accessibile sia dai browser desktop che da quelli mobile.
A differenza sempre di ChatGPT, Google Bard non ha bisogno di registrazione ed è perfettamente integrato con l’ecosistema di Big G. Del resto, essendo già parte di questo mondo, sarebbe stato assurdo non sfruttare le potenzialità dell’AI con i vari servizi offerti dall’azienda.
Naturalmente, si tratta di un sistema in continua evoluzione e tra le ultime novità implementate dagli sviluppatori abbiamo anche la possibilità di prendere le risposte generate dall’AI e comporre in automatico una e-mail, esportarle su Google Docs oppure condividerle con i propri contatti.
Inoltre è anche possibile ascoltare le risposte generate da Bard (anche in italiano chiaramente) cliccando semplicemente sull’icona dell’altoparlante.
Infine stanno per arrivare anche nel nostro paese una serie di funzioni aggiuntive che consentiranno all’utente di personalizzare lo stile del chatbot con la possibilità di scegliere la lunghezza delle sue risposte, il “tono di voce” e, cosa molto interessante, la possibilità di avviare una ricerca partendo da un’immagine.
Prima di iniziare a usare la potente AI di Google, però, bisogna fare una premessa (che in realtà è l’azienda stessa a fare): il sistema potrebbe fare delle affermazioni imprecise e fuorvianti.
Trattando di un progetto ancora in fase sperimentale, quindi, il colosso di Mountain View non assicura risposte attendibili al 100% invitando gli utenti a segnalare le incongruenze e a lasciare commenti al riguardo.
Google Bard e il GDPR
Come già detto, Google Bard ha impiegato più del previsto per arrivare in Europa perché si è “scontrato” con il GDPR e le norme imposte nel Vecchio Mondo sulla protezione dei dati degli utenti.
Naturalmente, stando a quanto detto da Google, il chatbot raccoglie dati ogni volta che dialoga con gi utenti, salvando nei suoi server le conversazioni, la posizione e tutte le altre informazioni che possono migliorare il servizio.
Big G memorizzerà questi dati (inclusi quelli sull’utilizzo della sua AI) per 18 mesi che possono essere ridotti dall’utente a 3 mesi oppure aumentati fino a un massimo di 36 mesi.
Naturalmente è anche possibile eliminare tutte le proprie attività su Bard, visitando la pagina ufficiale e rimuovendo la cronologia.
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