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Cos’è Google Assistant e come utilizzarlo al meglio

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L’assistente vocale Google accompagna gli utenti nella quotidianità, comprendendo le loro richieste e rispondendo con azioni più o meno complesse e integrate

Google Assistant nikkimeel / Shutterstock.com

In Breve (TL;DR)

  • Google Assistant è un assistente vocale versatile integrato su dispositivi Android e compatibile con smart home e app di terze parti, ideale per ricerche, gestione attività e riproduzione multimediale.
  • Può essere configurato per personalizzare preferenze e privacy, consentendo automazioni domestiche e la creazione di routine personalizzate per semplificare la vita quotidiana.
  • Tra le funzionalità avanzate spiccano la navigazione con Google Maps, la traduzione in tempo reale e l’integrazione con app della suite Google come Gmail, Drive e Calendar per massimizzare la produttività.

Come attivare “Ok Google”? E come utilizzare un assistente vocale per migliorare la propria produttività? Queste sono soltanto alcune delle domande che utenti più o meno esperti si pongono di fronte a Google Assistant.

L’assistente Google nasce per accompagnare le persone nella loro quotidianità, tra lavoro e tempo libero, attraverso una serie di funzionalità molto vasta: a partire da quelle pensate per Google Home e, più in generale, i dispositivi della domotica, fino ad arrivare a quelle legate alla mobilità.

Google Assistant può essere installato su tutti gli smartphone Android e può dialogare con una vasta selezione di dispositivi esterni: è il caso ad esempio degli speaker bluetooth, ma anche delle smart TV o delle lampadine intelligenti.

Un’importante caratteristica di questa soluzione è la sua perfetta integrazione con altre app della suite di Google. Una sfida per il suo futuro è l’addestramento con large language models simili a quelli di ChatGPT.

Per approfondimento: Google, il motore di ricerca più diffuso ed efficace

  • 0. Come nasce e a cosa serve Google Assistant
     

    Google Assistant

    dennizn / Shutterstock.com

    Per poter parlare di Google Assistant è necessario ripercorrere la storia recente del colosso di Mountain View e del suo impegno nello sviluppo di software pensati per assistere gli utenti. 

    Google Assistant così come lo conosciamo è stato presentato per la prima volta al mercato nel 2016, ma già negli anni precedenti era già stato sviluppato e distribuito Google Now: l'assistente personale che si poneva l’obiettivo di rispondere ai risultati raggiunti da Apple con Siri. 

    L’assistente Google Now era stato sviluppato per i sistemi operativi mobile Android e iOS ed era in grado di sfruttare le diverse informazioni contenute all’interno di uno smartphone per migliorare l’esperienza d’uso del device. 

    Ad esempio Google Now poteva dialogare con il GPS di uno smartphone Samsung piuttosto che di un iPhone e usare questi dati per dare suggerimenti utili su punti di interesse nelle vicinanze dell’utente. Così come poteva filtrare automaticamente notizie affini ai suoi gusti e le sue attività sul web.

    Google Assistant è un’evoluzione di Google Now: un esperimento di assistente Google che però non era in grado di conversare con l’utente. 

    In maniera simile a Siri, anche per attivare Google Now era sufficiente pronunciare le parole chiave “Ok Google” nei dintorni del microfono dello smartphone. Dopodiché l’utente poteva effettuare alcune richieste mirate, come ad esempio la condivisione di informazioni, o dare istruzioni operative attraverso comandi vocali.

    Sotto tanti punti di vista Google Assistant può essere considerato un’evoluzione di GoogleNow, con almeno un’aggiunta rivoluzionaria: il nuovo assistente di Google è infatti in grado di andare oltre la semplice comprensione del linguaggio naturale, riuscendo addirittura a conversare con l’utente.

    Sviluppato innanzitutto all’interno di app dedicate come Allo e Google Home, Google Assistant, negli ultimi anni, è stato via via esteso a software e dispositivi sempre nuovi

    Per attivare o disattivare Google Assistant è sufficiente recitare le parole “Ok Google”. Dopodiché non resta che usare la propria voce per iniziare a chiedere all’assistente Google tutto ciò di cui si ha bisogno. 

    Per approfondimento: Google Now, cos’è e come funziona

  • 1. Come attivare e configurare Google Assistant

    Google Assistant

    Schneider / Shutterstock.com

    Come già accennato nei capoversi precedenti, Google Assistant è installato di default negli smartphone con sistema operativo Android ed esistono almeno due modi per lanciarlo e iniziare a configurarlo. 

    Con alcuni smartphone, la pressione prolungata del tasto Home porta al lancio automatico dell’assistente Google e, in caso di primo avvio, l’utente deve innanzitutto configurare l’app

    Altrimenti è anche possibile pronunciare le parole “Ok Google”, a patto però che sia già stata eseguita una configurazione iniziale. Per capire come attivare l’Ok Google bisogna infatti innanzitutto salvare la propria voce all’interno di Google Assistant.

    Di solito il primo avvio dell’app prevede un passaggio dedicato alla registrazione della voce dell’utente, che però può effettuare nuove registrazioni passando per il menù delle Impostazioni e seguendo la procedura dedicata

    La prima cosa da fare è un tap sulla voce di nome Esplora, che potrebbe venire rappresentata dai classici tre puntini, posizionati nell’angolo in alto a destra della schermata. 

    La configurazione di Google Assistant permette di registrare la propria voce, cambiare voce all’assistente e gestire la propria privacy.

    Da qui bisogna passare per le Impostazioni, la sezione Dispositivi e la sezione dedicata al proprio Telefono. Quindi bisogna selezionare la voce di nome Modello vocale e poi la voce di nome Reimposta modello vocale

    Il menù delle Impostazionidi Google Assistant permette anche di cambiare la voce dell’assistente, scegliendo tra un catalogo di soluzioni maschili, femminili e neutre. Per farlo è sufficiente selezionare la voce di nome Preferenze e poi la voce di nome Voce dell’assistente

    Se si parla di impostazioni e preferenze dell’assistente Google è infine necessario dedicare spazio alla gestione della privacy e, più in generale, dei dati personali. Ricordando che, di default, Google Assistant non conserva le registrazioni audio degli scambi con l’utente. 

    La pagina web Google dedicata alla privacy si chiama I tuoi dati nell’assistente e può essere consultata per ulteriori informazioni. In alternativa è anche possibile interagire proprio con Google Assistant, per interrogarlo sull’uso delle registrazioni o chiederne l’eliminazione.

    In questo caso è sufficiente pronunciare le parole “Ok Google”, seguite da un’indicazione esplicita tipo: “Elimina le conversazioni degli ultimi XXX giorni”. O, in alternativa: “Aiutami a modificare le mie impostazioni sulla privacy”. 

    Per approfondimento: Cos’è e come funziona Google Assistant

  • 2. Quali sono le funzionalità principali di Google Assistant

    Google Assistant

    Tada Images / Shutterstock.com

    Come altri assistenti concettualmente simili, anche Google Assistant è dotato di diverse funzionalità da utilizzare con una richiesta vocale: a partire dalla semplice richiesta di informazioni, fino ad arrivare ai comandi più complessi. 

    Innanzitutto l’utente può attivare l’assistente Google per fargli delle domande generali, su argomenti più o meno attuali: ad esempio può chiedergli informazioni su un evento storico o un personaggio di fantasia, così come può chiedergli di condividere gli ultimi aggiornamenti sul traffico o sulle previsioni del tempo. 

    Allo stesso modo le parole chiave “Ok Google” possono essere utilizzate per lanciare una qualsiasi ricerca sul web. È sufficiente fare una domanda per ottenere una risposta e, come nel caso dei chatbot AI, la qualità del risultato dipende in gran parte dalla capacità di inserire un numero sufficiente di dettagli nel momento in cui si effettua la richiesta. 

    Google Assistant può inoltre venire attivato per eseguire azioni più o meno complesse, che prevedono l’integrazione con altri software. È il caso ad esempio della riproduzione di contenuti multimediali, che può riguardare tanto un file salvato su dispositivo, quanto un prodotto disponibile all’interno di una piattaforma esterna come Spotify o YouTube.

    Google Assistant è la soluzione ideale per effettuare ricerche sul web, riprodurre contenuti multimediali, pianificare appuntamenti, o organizzare checklist. 

    Quando si parla di integrazione, non bisogna dimenticare quella dell’assistente Google con lo smartphone Android dell’utente. In questo senso l’app di Google Assistant è perfetta per inviare messaggi o richiedere l’esecuzione di chiamate vocali, semplicemente nominando il contatto così come è stato salvato in rubrica. 

    Infine Google Assistant nasce e viene sviluppato per assistere l’utente. Non a caso il software può rivelarsi di grosso aiuto nella gestione di sveglie, promemoria e appuntamenti

    Ma anche di liste varie ed eventuali: dalla lista della spesa a quella dei compiti da portare a termine nel corso della giornata. L’importante è ancora una volta avviare una conversazione pronunciando “Ok Google” e poi iniziare a impostare la propria checklist

    Per approfondimento: Google Assistant, 10 funzionalità da utilizzare

  • 3. Come usare Google Assistant in una smart home

    Google Assistant

    Shutterstock

    La domotica probabilmente non è uno dei primi perimetri per cui era stato pensato Google Assistant, ma oggi lo strumento è un aiutante perfetto anche nel monitoraggio e la gestione di una smart home.

    Il livello di profondità di integrazione dell’assistente di Google con i vari dispositivi IoT dipende dal singolo oggetto smart: ciò vuol dire che soltanto alcune tra le lampadine o le telecamere intelligenti sul mercato potrebbero risultare pienamente compatibili.

    Detto ciò le parole chiave “Ok Google” possono dare il La a comandi complessi all’interno della propria abitazione. A partire da indicazioni operative come “accendi leluci” o “spegni i riscaldamenti”, fino ad arrivare a richieste di analisi come “monitora la temperaturadella cucina”, o addirittura “accedi alle telecamere di sicurezza”.

    Un aspetto da considerare in questo senso è la “dislocazione” di Google Assistant, che nelle smart home può andare oltre il singolo smartphone Android. L’utente può infatti sfruttare la connessione Wi-Fi per integrare l’assistente di Google con uno speaker esterno

    Google Assistant può venire utilizzato per interagire con la propria smart home, ma attenzione a controllare preventivamente la compatibilità dei dispositivi IoT.

    In questo senso esistono tantissime soluzioni sul mercato, realizzate dai principali brand internazionali: da Amazon a Samsung, passando per Apple o Xiaomi. Tutto sta nel verificare preventivamente la compatibilità, in modo da non rischiare di incappare in brutte sorprese. 

    L’uso di Google Assistant in una smart home, specie se “affidato” a casse o altri dispositivi diversi dallo smartphone, può generare piccoli intoppi. Un esempio lampante è rappresentato dalle occasioni in cui l’assistente non capisce quanto detto, o da quelle in cui Google Assistant non risponde.

    In questo caso può essere utile intervenire sulla configurazione dello speaker, andando a controllare che la sensibilità del microfono sia stata impostata in maniera corretta.

    In alternativa è anche possibile cambiare la posizione degli speaker, facendo attenzione a non metterli mai troppo vicino a una parete, in modo da permettere al microfono di catturare al meglio i circostanti. 

    Nel caso in cui Google Assistant desse problemi anche dopo questi interventi, è consigliabile intervenire direttamente sulle sue capacità di comprensione andando a reimpostare il proprio modello vocale. Per farlo è possibile visionare la procedura già descritta nei capoversi precedenti. 

    Per approfondimento: Cosa fare se Google Home non risponde o Google Assistant non capisce

  • 4. Come usare Google Assistant durante spostamenti o viaggi

    Google Assistant e google map

    Bilanol / Shutterstock.com

    L’integrazione con le app dedicate alla mobilità è sicuramente una caratteristica molto apprezzata dell’assistente vocale di Google: a partire da quelle proprietarie, fino ad arrivare a quelle realizzate da terze parti.

    In questo senso è sicuramente utile ricordare che Google Assistant è la soluzione perfetta per dialogare con Google Maps o Waze: due software che, ogni giorno, guidano milioni di persone in tutto il mondo negli itinerari più disparati.

    Innanzitutto l’utente può ricorrere a Google Assistant per interagire con Google Maps, Waze o altri programmi simili attraverso comandi vocali. Ciò vuol dire avviare nuovi itinerari, ma anche visualizzare informazioni sul traffico o sui punti di interesse circostanti.

    A ciò si aggiungono alcune operazioni complesse legate a richieste specifiche. È il caso ad esempio di “Ok Google, portami a casa”, che permette al navigatore di impostare automaticamente un itinerario verso un luogo precedentemente salvato come la propria abitazione.

    Google Assistant può dialogare con diversi software dedicati alla mobilità ed è dotato di funzionalità perfette per i viaggiatori.

    Lo stesso discorso vale per “Ok Google, portami a lavoro”, ma anche per altri comandi legati alla mobilità. Si pensi in tal senso alla possibilità di cercare stazioni di servizio aperte, o alla possibilità di condividere la propria posizione e il proprio orario di arrivo a destinazione con un contatto della rubrica. 

    Parlare di Google Assistant non permette soltanto di dare indicazioni utili a migliorare la propria esperienza in movimento. Permette anche di entrare nel merito di una serie di piccoli, grandi consigli per viaggiatori.

    Ad esempio l’app è ideale per fissare promemoria sulla base di scadenze, prenotazioni e orari di arrivo o di partenza. Note che poi potranno venire legate a posizioni geografiche, grazie all’integrazione con Google Maps di cui si parlava in precedenza.

    A ciò si aggiunge la funzione traduttore, che può essere lanciata via voce proprio grazie a Google Assistant: o attivando Google Translate, o chiedendo all’assistente di servirsi di un altro servizio di traduzione disponibile sul web.

    Per approfondimento: Google Assistant, 8 consigli per viaggiatori e padroni di casa

  • 5. Come automatizzare le attività quotidiane con Google Assistant

    Google Assistant

    Schneider / Shutterstock.com

    Imparare a creare delle routine con Google Assistant permette di semplificare e velocizzare tante operazioni differenti: a partire da quelle legate alla produttività, fino ad arrivare a quelle che riguardano il proprio tempo libero

    Le routine sono combinazioni di azioni complesse simili alle automazioni per iPhone di Apple, che possono venire lanciate su smartphone Android con un comando vocale introdotto dalle parole chiave “Ok Google”. Ad esempio l’attivazione del termostato in una smart home a partire da una specifica ora del giorno. Ma anche l’accensione di speaker esterni nel momento in cui viene accesa la smart TV. 

    In linea di principio, le automazioni dell’assistente Google si dividono in routine personali, che riguardano il singolo utente, e routine per la famiglia, che possono venire lanciate e modificate da più persone.

    Per creare una nuova routine bisogna entrare nelle Impostazioni di Google Assistant, per poi cercare la sezione di nome Impostazioni più usate e poi la voce di nome Routine. Per creare una routine servono innanzitutto due elementi di base: il comando e l’azione.

    Con la creazione di routine, Google Assistant permette all’utente di automatizzare processi complessi sulla base di comandi, azioni e condizioni.

    Il comando corrisponde a ciò che l’utente dice all’assistente di Google, mentre l’azione corrisponde all’output prodotto dall’intelligenza artificiale. A ciò si aggiungono le condizioni a cui si accennava in precedenza, che possono attivare o meno l’automazione, in base alle indicazioni del caso. 

    Le condizioni sono l’elemento più variabile e complesso delle routine: possono corrispondere sia allo scattare di un’ora precisa che all’attivazione di un device, così come possono essere collegate all’apertura di determinati software, al lancio di altre routine e addirittura al monitoraggio della presenza di una persona

    Bisogna poi considerare che la disponibilità di comandi e azioni varia col passare del tempo, che la disponibilità potrebbe essere limitata a una sola categoria di routine e, infine, che non tutti i comandi sono necessariamente compatibili con tutte le azioni. 

    Per approfondimento: Automatizzazioni iPhone, cosa si può fare

  • 6. Come sfruttare Google Assistant al 100%

    Google assistant

    TY Lim / Shutterstock.com

    Nonostante i capoversi dedicati alle funzionalità principali di Google Assistant, alla sua integrazione con Google Home e Google Maps e alla creazione di routine, restano ancora tantissimi comandi e azioni da scoprire.

    Il modo migliore per imparare a usare l’assistente di Google al 100% delle sue potenzialità consiste nel testarlo costantemente: metterlo alla prova giorno dopo giorno, per capire fino a dove è in grado di arrivare. 

    Detto ciò ci sono comunque alcuni comandi molto apprezzati, che aiutano a capire la quantità e la qualità delle caratteristiche dell’intelligenza artificiale sviluppata dal colosso di Mountain View. 

    Una delle funzioni più semplici e al tempo stesso di successo può essere presentata come una semplice chiacchierata mattutina. Milioni di utenti nel mondo iniziano la loro giornata con un “Ok Google Buongiorno”.

    Google Assistant è dotato di tantissime funzionalità da scoprire: dalle chiacchiere di prima mattina alle azioni legate alla tutela di privacy e sicurezza informatica.

    In questo modo il software inizia automaticamente a rispondere con quelle che gli inglesi chiamerebbero “small talks”: chiacchiere di circostanza, che però vengono condite con informazioni utili come ad esempio le ultime notizie o le previsioni del meteo. 

    Google Assistant è poi perfetto per dialogare con altre app della suite Google: da Drive a Fogli, passando per Gmail, Meet, Contatti e Calendario. Anche in questo caso il consiglio è attivare e disattivare l’assistente con richieste specifiche, per capire quanto e come possa aiutare in base alle proprie personali esigenze.

    Tra le tante funzionalità da utilizzare con Google Assistant vale poi la pena di citare quelle dedicate alla privacy e alla sicurezza informatica. L’utente, tra le varie cose, può settare il Parental Control, impostare dei limiti di utilizzo dell’app e cancellare le registrazioni passate, in modo da non mantenere memorizzate eventuali informazioni sensibili. 

  • 7. Quale sarà il futuro di Google Assistant?

    Google Assistant

    nikkimeel / Shutterstock.com

    Già da qualche tempo Google Assistant sta venendo via via integrato con l’AI generativa, con l’obiettivo di dialogare sempre meglio con tool pensati per la creazione di contenuti inediti attraverso il linguaggio naturale come ChatGPT e DALL-E

    In questo senso il futuro dell’assistente di Google dovrebbe essere caratterizzato innanzitutto dall’addestramento attraverso large language model simili a quelli di OpenAI, ma anche a quelli che lo stesso colosso di Mountain View ha utilizzato prima per Bard e poi per Gemini. 

    L’obiettivo sul medio periodo di questo addestramento sembra essere un miglioramento generale delle capacità di Google Assistant: da una parte di capire le esigenze dell’utente; dall’altra di rispondere in maniera puntuale e completa. 

    L’altra grande sfida dell’assistente vocale può essere presentata attraverso l’uso della parola “interoperabilità”. Secondo diversi addetti ai lavori, il software potrebbe fare un altro grande salto di qualità nel momento in cui Google decidesse di aprire le sue API e, più in generale, le sue risorse a terze parti

    In questo modo Google Assistant potrebbe ampliare sensibilmente il già vasto catalogo di hardware e software con cui è compatibile, andando magari a sviluppare nuove funzionalità oggi inimmaginabili. 

    Per approfondimento: L’AI generativa arriva anche per Google Assistant, cosa cambia

A cura di Cultur-e
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