Il tema di una possibile relazione tra utilizzo dellosmartphonee aumento dei casi di cancro al cervello viene dibattuto dalla comunità scientifica da decenni. Ma un nuovo studio massivo realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe chiudere la questione una volta per tutte.
OMS e ARPANSA hanno visionato migliaia di studi, analizzando evoluzione e diffusione dei telefoni cellulari e delle torri che emettono le onde radio necessarie per il loro utilizzo.
A fronte di un aumento esponenziale dell’uso dei telefoni cellulari, i numeri dei casi di cancro al cervello fortunatamente non hanno fatto registrare una crescita particolarmente significativa. Questo dato porta i ricercatori a confutare la tesi secondo cui l’esposizione a radiazioni e onde radio avrebbe un effetto cancerogeno.
Il report, pubblicato sulla rivista Environmental International, è stato accolto con grande entusiasmo dalla comunità scientifica e, con ogni probabilità, rassicurerà milioni di persone in tutto il mondo. Basti pensare che, soltanto negli Stati Uniti, il telefono cellulare viene utilizzato per una media di quasi cinque ore al giorno.
Come nascono i timori legati all’esposizione alle onde radio
Uno dei primi casi eclatanti che portarono il tema del rapporto tra uso di telefoni cellulari ed esposizione al cancro è datato 1993 e riguarda un uomo di nome David Reynard.
Rimasto vedovo, Reynard fece causa alla società NEC America, ritenendola colpevole di avere prodotto un telefono cellulare la cui antenna avrebbe esposto sua moglie, poi morta di tumore, a radiazioni e microonde eccessive.
Il caso Reynard venne archiviato, ma l’opinione pubblica iniziò comunque a dubitare del livello di sicurezza garantito dai cellulari. E il dubbio si sarebbe presto trasformato in timore.
Negli anni 2000 infatti l’OMS inizia una proficua collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, arrivando a classificare nel 2011 le radiazioni da cellulare come possibili agenti cancerogeni.
Uno studio che sarebbe stato confermato da altri esperimenti condotto sui topi, che dimostravano come queste radiazioni potessero causare cancro al cervello e alle ghiandole surrenali.
Cosa dice il nuovo studio di OMS e ARPANSA
Nonostante i primi risultati ottenuti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha mai smesso di studiare il collegamento tra radiazioni dei telefoni cellulari e cancro al cervello, inaugurando una nuova importante collaborazione con l’Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency.
OMS e ARPANSA hanno analizzato oltre 5.000 studi pubblicati tra il 1994 e il 2022, che li hanno portati a sposare la tesi della sicurezza dei telefoni cellulari, sulla base di un’evidenza apparentemente incontestabile.
Da una parte, negli ultimi 20 anni, c'è stato un palese aumento di diffusione e uso dei dispositivi mobile. Dall’altra non è stato riscontrato un aumento corrispondente di tumori al cervello, alla testa o al collo.
Lo studio si sofferma inoltre sulla disposizione delle torri dei telefoni cellulari, necessarie per il funzionamento delle telecomunicazioni moderne. Ma, anche in questo caso, non ha riscontrato un aumento della frequenza di casi di cancro nelle persone più esposte a questo genere di radiazione a radiofrequenza.