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Gemini, il generatore AI di immagini non era pronto: arriva l’ammissione

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Il generatore AI di immagini di Gemini non era pronto ad essere lanciato sul mercato: l’ammissione di Sergey Brin e cosa accadrà in futuro allo strumento

Gemini Poetra.RH / Shutterstock.com

L’impiego dell’intelligenza artificiale, ormai diffuso, ha generato tanto entusiasmo, ma non sono mancate le critiche, soprattutto di fronte ad evidenti criticità. È quello che è accaduto al generatore AI di immagini di Gemini, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa di Google, dopo che ha fornito agli utenti alcuni risultati poco corretti dal punto di vista storico.

Google, dopo aver ricevuto le segnalazioni, è immediatamente intervenuto, ritirando il generatore di immagini di AI di Gemini e rendendolo inutilizzabile e inaccessibile, con la promessa di migliorarlo il prima possibile.

Sergey Brin, co-fondatore di Google e attualmente membro del consiglio di amministrazione a principale azionista, ha ammesso gli errori commessi dall’azienda. Solo pochi giorni fa Sundar Pichai, CEO di Google, aveva parlato di quello che potrebbe essere il futuro dello strumento.

Generatore di immagini AI di Gemini, le dichiarazioni del co-fondatore di Google

Una vera e propria ammissione di errore quella che Sergey Brin ha rilasciato parlando ad un gruppo di imprenditori appassionati di tecnologia e di intelligenza artificiale alla AGI House di Hillsborough, in California, pur affermando di star parlando esclusivamente a proprio nome e non come rappresentante dell’azienda.

 Il lancio di Gemini, più nel dettaglio del suo generatore di immagini AI, è stato effettuato con troppa fretta, non eseguendo dei test sufficienti che potessero garantire il suo corretto funzionamento.

Questo ha portato alla generazione di immagini storicamente imprecise e risposte discutibili, che sono finite al centro del ciclone e che hanno portato all’inevitabile dismissione (momentanea) del generatore. Gli utenti, infatti, hanno sollevato dubbi sulla capacità di comprensione del contesto storico da parte dell’Intelligenza Artificiale e dei modelli utilizzati da Google.

Tuttavia, Brin ci ha tenuto a sottolineare che Google non è l’unica realtà che si trova ad affrontare le sfide e le difficoltà sollevate dall’AI. Anche ChatGPT di OpenAI e Grok di Elon Musk richiedono un perfezionamento costante e una supervisione umana.

Il futuro del generatore di immagini AI di Gemini

Sulla questione, nei giorni scorsi, è intervenuto anche Sundar Pichai, l’Amministratore delegato di Google, che ha definito le immagini prodotte deall’AI di Gemini completamente inaccettabili

L’impegno dell’azienda, ora, è rivolto verso Gemini. L’intenzione è quella di affrontare rapidamente i problemi individuati ed eliminarli, migliorando l’accuratezza, la precisione e, di conseguenza, l’affidabilità di Gemini.

Un passaggio necessario per recuperare la fiducia degli utenti e per evitare che Gemini, uno dei prodotti attualmente di punta di Google, possa soccombere di fronte alle soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale dei competitor e l’azienda perdere il posto di rilevanza che ha sempre occupato.

Per saperne di più: Intelligenza Artificiale: cos'è e cosa può fare per noi

A cura di Cultur-e
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