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Digital Services Act: nuovi sistemi per la rimozione di contenuti illecit

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Il Digital Services Act aumenta il potere della Commissione Europea con l’obiettivo di migliorare la sicurezza informatica sui siti ma anche sui social media

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Nella giornata del 23 aprile la Commissione Europea ha approvato il Digital Services Act (Dsa). Grazie al Dsa le autorità hanno la possibilità di imporre un vero e proprio stato di crisi sui motori di ricerca, sui siti, sui mercati online e sui social media: da Facebook a YouTube, da Instagram a TikTok. 

Con il Digital Services Act la European Commission punta ad aumentare il livello di sicurezza informatica in Internet. Le autorità possono dichiarare lo stato d’emergenza nel momento in cui venga appurata una minaccia alla sicurezza o alla salute pubblica.

In questo caso il Dsa permette di richiedere l’intervento della piattaforma coinvolta, in modo tale da limitare la minaccia. 

Il Digital Services Act garantisce alle autorità un livello di potere superiore anche al di fuori dello stato di crisi. Le piattaforme infatti ora devono condividere un maggior numero di informazioni in merito a come funzionano i loro algoritmi

Devono rimuovere tutti i contenuti considerabili come “illegali” e devono limitare ogni genere di pubblicità legata a temi o informazioni sensibili: dall’etnia all’orientamento sessuale, passando per l’affiliazione politica. Inoltre, vengono formalmente vietate le pubblicità indirizzate ai bambinie i cosiddetti dark pattern: quei meccanismi che inducono gli utenti a compiere azioni specifiche. 

Criticità e opinioni contrarie al Digital Services Act

Molti utenti hanno accolto il Digital Services Act come una manna dal cielo: uno strumento in grado di migliorare la sicurezzadi un sito, di un mercato online, di un social. Per alcune persone però con il Dsa la Commissione Europea acquista troppo potere.

Anche secondo i critici del Digital Services Act le grandi piattaforme come Instagram o YouTube non devono essere in grado di prendere decisioni autonome su spazi internazionali di informazione.

Allo stesso tempo, nemmeno la European Commission deve essere l’unica istituzione con potere decisionale. 

Detto questo è ancora da capirequali saranno i poteri effettivi della Commissione nel momento in cui si verificherà uno stato di crisi in rete. Ad oggi infatti gli Stati e i legislatori europei si sono accordati sul funzionamento generale del Dsa: il regolamento specifico e i dettagli tecnici sono ancora da definire. 

Secondo alcuni è lecito pensare che verranno chieste delle modifiche alle condizioni di servizio dei social media come Facebook o TikTok.

È possibile che le varie piattaforme verranno spinte a mostrare innanzitutto informazioni che siano state approvate dai singoli governi.

Quest’ultimo aspetto viene considerato potenzialmente pericoloso. Il rischio infatti è che l’attenzione alla tutela della sicurezza informatica sfoci in un controllo eccessivo dell’informazione che circola in rete. C’è infine perplessità sulla definizione dello stato di crisi online, che, ad oggi, viene considerata troppo vaga. 

Per approfondimento: Sicurezza informatica: guida alla navigazione sicura sul web

 

A cura di Cultur-e
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