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Cos'è e a cosa serve il codice ICCID

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Come trovare il codice ICCID su una scheda SIM, ma anche come recuperarlo grazie ad applicazioni specifiche

iccid sim card

Il codice ICCID è sicuramente meno noto rispetto ai codici PIN e PUK. Eppure si tratta di una sequenza numerica davvero molto importante per i titolari di una scheda SIM. Soprattutto nel caso in cui stiano pensando di cambiare operatore telefonico.

Il codice ICCID infatti identifica ogni utenza in maniera univoca. Il codice ICCID è dunque fondamentale per certificare il proprio numero di telefono: non a caso, viene richiesto nell’ambito delle operazioni di portabilità

La portabilità permette a un titolare di utenza mobile di mantenere inalterato il proprio numero nonostante il passaggio da un operatore telefonico all’altro. Una pratica molto apprezzata, specie nel caso in cui il numero di telefono venga utilizzato anche in ambito lavorativo. 

Che cos'è il codice ICCID

scheda sim

Ogni scheda SIM ha un codice ICCID associato che consente agli operatori telefonici - ma anche agli stessi utenti - di identificarla univocamente tra milioni di altre schede telefoniche.

L’acronimo ICCID sta per “Integrated Circuit Card ID”, traducibile in italiano come “Circuito Integrato di Identità della Scheda”. Si tratta di un codice numerico composto da 19 cifre, o da 20 cifre nel caso degli operatori virtuali, divise in quattro gruppi.

Il primo gruppo del codice ICCID identifica la natura dei servizi per i quali viene utilizzata la scheda; il secondo identifica il Paese; il terzo gruppo è relativo all'operatore; il quarto gruppo identifica univocamente la scheda su cui si sta leggendo il codice.

In particolare, il codice ICCID di una scheda SIM italiana è composto:

  • Primo gruppo: due cifre. Si tratta del codice standard che identifica schede con scopi di comunicazione ed è, a livello internazionale, il numero 89
  • Secondo gruppo: due cifre. Si tratta di un numero a due cifre identificativo del Paese dove è stata rilasciata la SIM ed è uguale, nella grande maggioranza dei casi, al prefisso telefonico internazionale del Paese stesso. Per l'Italia è, quindi, il numero 39
  • Terzo gruppo: due o tre cifre. Si riferisce all'operatore cui sono legati i servizi della scheda SIM utilizzata e ha una lunghezza differente a seconda se si tratti di un operatore "fisico" o di un operatore virtuale. In Italia i codici ICCID di alcuni degli operatori sono 01 per TIM, 10 per Vodafone, 88 per Wind, 99 per H3G, 007 per Noverca e 008 per Fastweb
  • Quarto gruppo: tredici cifre. Si tratta di una sequenza casuale di tredici cifre che consente di identificare univocamente la SIM. Infatti, mentre le schede SIM dello stesso operatore condividono le prime sei (o sette) cifre, la singola scheda telefonica si distingue dalle altre grazie a questo ultimo gruppo

Un codice ICCID TIM, ad esempio, è 89-39-01-xxxxxxxxxxxxx, mentre un codice ICCID Fastweb è 89-39-08-xxxxxxxxxxxxx.

A cosa serve il codice ICCID

sim card

Mentre il codice PIN serve a sbloccare il telefono all'accensione e il codice PUK è il codice di sicurezza nel caso si sbagli per troppe volte il PIN, a cosa serve il codice ICCID? Ovviamente, a identificare la SIM, ma non solo. 

L’ICCID infatti si rivela necessario nel caso in cui si debba sostituire una SIM non più funzionante o scaduta, ma anche nel caso in cui si voglia passare da un operatore all'altro.

Grazie all'ICCID, infatti, sarà possibile avviare le pratiche per la portabilità del proprio numero ed esser certi di mantenerlo anche quando si cambia operatore mobile.

Il codice ICCID è stampato nella parte retrostante della scheda SIM, disposto su tre o quattro righe a seconda dello spazio a disposizione. Può capitare, però, che il codice ICCID sia illeggibile: per esempio, una scheda molto vecchia potrebbe essersi usurata, cancellando alcune sue cifre. 

Allo stesso modo, l’ICCID potrebbe risultare illeggibile anche nel caso in cui la scheda SIM sia stata tagliata per essere inserita in un telefono che utilizza un formato differente.

Se ciò dovesse accadere, come fare a fare la portabilità del numero? Dove trovare, o meglio, come recuperare il codice ICCID? In caso di SIM deteriorata o tagliata, sarà sufficiente mettere la scheda nel suo alloggiamento e navigare un po' tra le impostazioni del telefonino: il gioco è fatto.

Recuperare codice ICCID con Android, iOS e Windows Phone

inserire sim card nello smartphone

I proprietari di smartphone Android devono installare un'app che consenta di visualizzare il loro codice identificativo. Play Store ne propone diverse e molte di queste sono addirittura gratuite. Queste app potrebbero essere leggermente diverse l’unta dall’altra, ma permettono tutte di recuperare l’ICCID della propria scheda SIM.

Anche gli Windows Phone hanno bisogno di una app per recuperare un codice ICCID perso. Una delle più note è sicuramente Field Medic, disponibile su Microsoft Store. All’interno dell’app è sufficiente premere su Device Status e scorrere la lista delle informazioni fino a che non si arriva alla voce Provisioning Information.

I dispositivi iOS invece non hanno bisogno di alcun genere di download. Basta inserire la scheda nel proprio iPhone, aprire le Impostazioni, selezionare su Generali e quindi premere su Info. Scorrendo la lista delle informazioni disponibili si troverà la voce corrispondente al codice ICCID, che potrà venire comodamente copiato.

Problemi e difficoltà 

iccid

Nel giro degli ultimi anni molti utenti hanno lamentato difficoltà legate all’individuazione del codice ICCID, soprattutto nell’ambito delle operazioni di portabilità. È infatti successo più volte che “qualcosa andasse storto”, complicando notevolmente il passaggio da un operatore all’altro. 

Da questo punto di vista le diverse testimonianze sono tutte ugualmente preziose: c’è chi lamenta difficoltà nel ritrovare il codice sulla scheda SIM, così come c’è chi denuncia malfunzionamenti nelle diverse app dedicate al suo recupero.

Per questo, alcuni operatori stanno cercando di ovviare al problema, inserendo un’opzione di recupero del codice ICCID all’interno delle proprie applicazioni proprietarie. Un modo per venire incontro agli utenti e per semplificare l’iter per la portabilità.

A cura di Cultur-e
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