In Breve (TL;DR)
- Per scegliere una distribuzione Linux è importante considerare il livello di esperienza dell’utente: opzioni come Ubuntu sono ideali per principianti, mentre Arch Linux si adatta a utenti esperti.
- La scelta dipende anche dall'uso previsto: per compiti quotidiani è preferibile una distribuzione user-friendly, mentre per server o sviluppo, Fedora o Debian sono più indicati.
- Valutare il supporto della community, il gestore di pacchetti e la compatibilità hardware aiuta a garantire una scelta ottimale per ogni esigenza.
Linux mette a disposizione degli utenti una vastissima gamma di distribuzioni, ognuna con caratteristiche specifiche che si adattano alle esigenze dei diversi tipi di utenti e all’hardware su cui saranno installate.
La scelta della giusta distribuzione può sembrare difficile e vista la mole sterminata di opzioni disponibile, potrebbe essere una considerazione corretta; tuttavia conoscendo alcuni fattori chiave da considerare è possibile trovare la quadra in men che non si dica e andare (quasi) a colpo sicuro, scaricando la versione del sistema operativo più adatta ai propri bisogni. Vediamo come fare.
- Scegliere la distribuzione in base alla conoscenza di Linux
- Per che cosa sarà utilizzata la distribuzione
- Scegliere una distro in base alla gestione dei pacchetti e al supporto
- Valutare la stabilità e il ciclo di rilascio
- Scegliere una distro in base all’ambiente desktop
- L’importanza del supporto della community e della documentazione
- Valutare la compatibilità dell’hardware
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1. Scegliere la distribuzione in base alla conoscenza di Linux
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La prima caratteristica da valutare nella scelta della propria distribuzione è in base al livello di familiarità con Linux.
Alcune distribuzioni, infatti, sono progettate per principianti e hanno interfacce user-friendly e processi di installazione semplici che, spesso, richiamano chiaramente Windows.
In altri casi, soprattutto per gli utenti più esperti, ci sono delle alternative più complete che permetto di accedere a funzioni avanzate sviluppate, appunto, per chi conosce alla perfezione il mondo open source.
I principianti, ad esempio, dovrebbero scegliere distribuzioni come Ubuntu o Linux Mint che molto intuitive, hanno un ampio supporto della community e permetto di accedere a tutta la documentazione necessaria per risolvere qualsiasi inconveniente.
Per chi già conosce Linux o cerca funzioni più avanzate, può optare per Arch Linux, Gentoo, o Slackware che sono molto più complete ma richiedono anche conoscenze tecniche più approfondite.
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2. Per che cosa sarà utilizzata la distribuzione
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Il secondo fattore da considerare è l’utilizzo finale di Linux.
Per chi utilizza il sistema operativo quotidianamente, per navigare sul web, scrivere documenti o altre operazioni che non richiedono chissà quali particolarità, la soluzione migliore è una distro con un ambiente desktop semplice e intuitivo e con un ampio repository di software.
Per chi si occupa di sviluppo e programmazione, è meglio optare per distribuzioni più complete come Fedora o Debian che, tra le altre cose, includono strumenti per lo sviluppo e sono compatibili con molteplici linguaggi di programmazione.
Per le applicazioni server e cloud è meglio scegliere una distro stabile, sicura e con un supporto duraturo come CentOS Stream o Ubuntu Server.
Infine per l’utilizzo aziendale, dove privacy e sicurezza sono una priorità, è consigliabile scegliere distribuzioni specifiche per proteggere i dati personali degli utenti come Tails o QubesOS.
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3. Scegliere una distro in base alla gestione dei pacchetti e al supporto
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Ogni distribuzione Linux utilizza un diverso gestore di pacchetti, che influisce sul modo in cui il software viene installato e aggiornato.
Le opzioni debian-based (apt), come Ubuntu, Debian e Linux Mint utilizzano il gestore di pacchetti APT, facile da usare e con un ampio repository di software già pronti all’uso.
Quelle red Hat-based (dnf, yum), comeFedora e CentOS utilizzano DNF o YUM, che sono ampiamente supportati in ambienti server e aziendali.
Le arch-based (pacman), come Arch Linux o Manjaro utilizzano Pacman, una soluzione veloce e personalizzabile, ma sicuramente più ostico da utilizzare.
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4. Valutare la stabilità e il ciclo di rilascio
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Alcune distribuzioni Linux vengono scelte dagli utenti per la loro stabilità mentre altri preferiscono rilasci più frequenti con un software più aggiornato.
Nel primo caso parliamo di un sistema ideale per chi ha bisogno di stabilità e sicurezza per lungo termine. Queste distribuzioni, quindi, preferiscono update meno frequenti ma testati nel dettaglio dalla community.
Le distribuzioni rolling release, invece, vengono aggiornate continuamente così da fornire agli utenti sempre le ultime versioni del software a discapito, spesso, della stabilità.
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5. Scegliere una distro in base all’ambiente desktop
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L'ambiente desktop è la parte visiva del sistema operativo con cui l’utente va a interagire.
Linux, ovviamente, offre numerosi ambienti desktop, ognuno con un aspetto e un utilizzo diverso.
GNOME, ad esempio, ha un look moderno e minimalista, con un'interfaccia semplice e adatta praticamente a tutti.
KDE Plasma è altamente personalizzabile e ha moltissime funzionalità interessanti. Oltretutto è anche molto simile a Windows.
XFCE e LXDE sono ambienti leggeri, ideali per i PC con un comparto hardware datato o poco potente. Sono la scelta ideale anche per chi vuole prestazion ielevate anche avendo poche risorse.
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6. L’importanza del supporto della community e della documentazione
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Un altro aspetto fondamentale che può influenzare la scelta di una distro è il livello di supporto disponibile.
Distribuzioni con una vasta community alle spalle, con forum attivi e utenti pronti a rispondere a qualsiasi domanda sono l’ideale per chi non è pratico in materia e potrebbe aver bisogno di aiuto che, spesso, viene fornito in tempo reale.
Idem per la documentazione a supporto, che può aiutare gli utenti in caso di dubbi o necessità.
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7. Valutare la compatibilità dell’hardware
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La compatibilità hardware è un fattore chiave per qualsiasi sistema operativo e Linux non è da meno.
Vero è che negli ultimi anni, grazie al lavoro degli sviluppatori, questo sistema open source è diventato compatibile con buona parte dell’hardware in commercio ma, chiaramente, non è sempre stato così e ci sono ancora delle periferiche non supportate alla perfezione.
Mentre Linux ha fatto grandi passi avanti nel supportare una vasta gamma di dispositivi, alcune distribuzioni possono essere più compatibili di altre con determinati hardware.
In questo senso, quindi, è bene scegliere delle distribuzioni “generali”, come Ubuntu ad esempio, che tengono a funzionare bene sulla maggior parte dei computer moderni, fornendo agli utenti tutti i driver di cui hanno bisogno.
Per chi invece ha un computer datato, la soluzione ideale è scegliere una distro leggera, come Lubuntu ad esempio, che utilizza poche risorse e gira più che bene anche sui PC non troppo potenti.
Per saperne di più: Linux, caratteristiche e distribuzioni