Sostituire Google Assistant con Gemini permette di dialogare molto più rapidamente con il tool AI. In modo tale da attivare una serie di funzionalità sconosciute agli assistenti virtuali di vecchia generazione.
Al tempo stesso configurare Gemini come assistente predefinito rischia di compromettere alcune funzioni a cui l’utente potrebbe essere ormai abituato.
Ci sono però due buone notizie. La prima: la procedura da seguire per sostituire le funzioni di Google Assistant con Gemini (e viceversa) è tanto rapida quanto semplice. La seconda: in certi casi, Android permette a Google Assistant di colmare eventuali lacune di Gemini.
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1. Come sostituire Google Assistant con Gemini
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La procedura che permette di sostituire le funzioni di Google Assistant con Gemini è molto semplice da seguire. Non ci sono file esterni o APK da scaricare, così come non è necessario modificare pesantemente le impostazioni del proprio dispositivo mobile.
La prima cosa da fare è scaricare l’app di Google Gemini sul proprio device: facendo riferimento al sito ufficiale, o in alternativa al Play Store proprietario Android.
Dopodiché è sufficiente configurare Gemini come assistente predefinito. Un’operazione che però potrebbe essere disponibile o meno, in base a una serie di fattori: a partire dal modello di smartphone o tablet in uso. Fino ad arrivare all’aggiornamento del proprio sistema operativo mobile.
Detto questo, per utilizzare Gemini come assistente vocale è sufficiente passare per le impostazioni (o, in certi modelli, per le impostazioni dei widget).
Quindi bisogna selezionare la voce di nome Assistant. E qui è possibile configurare l’intelligenza artificiale di Gemini come assistente predefinito con un semplice tap.
Questa procedura permette di sostituire Google Assistant con Gemini. Ciò vuol dire che l’utente può chiamare in azione l’AI semplicemente con la sua voce.
In alternativa è anche possibile aprire manualmente l’app, per poi iniziare a dialogare con l’intelligenza artificiale generativa di Google: una possibilità che sicuramente richiede dei passaggi extra. Ma che presenta anche dei vantaggi da tenere in considerazione, legati soprattutto ad alcuni limiti di Gemini.
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2. Conviene sostituire Google Assistant con Gemini?
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In questo momento storico Gemini è da considerarsi ancora in via di sviluppo. E, secondo diversi addetti ai lavori, non è ancora effettivamente in grado di sostituire Google Assistant in toto.
Gli aspetti da analizzare sono molteplici. Il primo riguarda sicuramente la capacità di comprensione della lingua italiana del tool AI di Google. Che è ancora limitata, rispetto a quella dell’assistente virtuale.
Bisogna inoltre ricordare che Gemini non è in grado di interagire con l’utente nel momento in cui è assente una connessione Internet. Al contrario Google Assistant può comunque essere richiamato per operazioni offline: ad esempio l’impostazione di timer e sveglie, piuttosto che l’esecuzione di telefonate.
Sostituire le funzioni di Google Assistant con Gemini significa poi rischiare di rinunciare a tante app di uso frequente o addirittura quotidiano.
Basti pensare che al momento della scrittura di questo articolo Gemini non supportava integrazioni multimediali di sorta. Un presupposto che rende impossibile l’uso dell’AI per riprodurre contenuti da app di streaming online.
Allo stesso modo Gemini ha ancora difficoltà a supportare attività combinate di routine. Ad esempio, con Google Assistant è possibile richiedere di attivare una “situazione relax”, che potrebbe corrispondere a una serie di azioni consequenziali: l’impostazione della modalità silenziosa su smartphone, l’abbassamento delle luci di casa, l’avvio della televisione.
Una richiesta ad oggi impossibile per Gemini, che non è nemmeno in grado di impostare autonomamente i promemoria. Così come non è in grado di tradurre in tempo reale, a differenza di Google Assistant.
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3. Come utilizzare Gemini come assistente vocale
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Nei capoversi precedenti sono state descritte alcune limitazioni che potrebbero emergere nel momento in cui si sceglie di configurare Gemini come assistente predefinito di un dispositivo mobile.
In realtà però in diverse occasioni il “vecchio” Assistant può rivelarsi comunque d’aiuto. Android infatti è pensato per permettere a Google Assistant di subentrare nel momento in cui Gemini è incapace di portare a termine un’attività. Ma l’elenco di circostanze può variare in base al modello di device in uso e aggiornamento del sistema operativo.
Inoltre personalizzare l’assistente vocale con Gemini porta anche a diversi vantaggi. Uno su tutti la possibilità di conversare con un chatbot avanzato, dotato di tutte le funzionalità figlie dell’intelligenza artificiale generativa.
Ad esempio basta chiedere a Gemini di scrivere un messaggio a un contatto, perché il tool risponda con la domanda: “Cosa vuoi scrivere?”. Permettendo poi all’utente di dettare tutto quello che ha in mente.
Lo stesso discorso vale per le ricerche nel web, decisamente più approfondite e mirate rispetto a quelle fatte con Google Assistant. L’utente infatti può chiedere a Gemini di reperire informazioni sul meteo come su un itinerario.
O magari può fargli domande specifiche sui temi del giorno. L’AI sarà in grado di analizzare la domanda, cogliendone il significato più profondo. Per poi fornire una risposta in linea con le aspettative.
Infine non bisogna dimenticare che impostare i comandi vocali con Gemini permette di integrare tutte le funzioni di cui sopra con quelle più strettamente legate alla generative AI.
Ciò vuol dire chiedere a Gemini di generare testo inedito a partire da input di vario genere: pagine web o documenti online, ma anche contenuti testuali caricati direttamente dall’utente.
Allo stesso modo è possibile chiedere a Gemini di generare contenuti senza spunti specifici: a partire da poesie su temi più o meno dettagliati. Fino ad arrivare a battute, giochi di parole e persino meme.
Per saperne di più: Google Gemini, cos’è, come funziona e come utilizzarla