Licenza di utilizzo e termini di servizio rientrano nella categoria di documenti che spiegano all’utente diritti e obblighi nell’ambito di una transazione commerciale.
Ad esempio quelle che portano alla sottoscrizione di un servizio. Si pensi in tal senso alla documentazione che caratterizza gli abbonamenti a piattaforme on demand che propongono materiale tutelato dal diritto d'autore: da Netflix al PlayStation Store di Sony.
I documenti di cui sopra sono anche noti come TOSed EULA. Due acronimi che, rispettivamente, significano Terms of Service (letteralmente Termini di Servizio) ed End-User License Agreement (Contratto di Licenza con l’Utente Finale).
In entrambi i casi si tratta di documenti tecnici, che utilizzano un linguaggio complesso. Per questo motivo molti utenti scelgono di affidare la loro lettura a strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT.
Come chiedere a ChatGPT di leggere licenza di utilizzo e termini di servizio
L’utente ha a disposizione diverse strade per caricare il testo di una licenza di utilizzo o di termini di servizio all’interno di ChatGPT. Innanzitutto è possibile copiare e incollare il testo all’interno della conversazione con il chatbot.
Anche se, in certi casi, questa operazione è tutt’altro che veloce. Specie nel caso di documenti talmente corposi da dovere essere divisi in blocchi diversi.
Le cose cambiano per gli abbonati a ChatGPT Plus, che possono usufruire di tutti i vantaggi del GPT-4. E di una funzionalità di upload diretto di file di diverse estensioni: uno su tutti il PDF.
In alternativa è anche possibile incollare l’URL di un sito di riferimento nella conversazione con ChatGPT. Chiedendo poi al tool di rispondere a domande tenendo conto soltanto di porzioni specifiche ditesto.
Quali domande fare a ChatGPT
Caricata licenza di utilizzo e termini di servizio, non resta che capire quali siano le domande da sottoporre a ChatGPT. Anche se qui non esistono regole universalmente valide.
Alcuni utenti scrivono domande mirate in merito a sezioni specifiche del documento. Altri invece chiedono a ChatGPT di riassumere i contenuti disponibili. E magari di rielaborarli in un linguaggio meno formale e complesso.
Infine, diversi utenti preferiscono saltare tutti i passaggi di cui sopra e chiedere un parere diretto al tool: ad esempio invitandolo a esprimersi sulla bontà o la convenienza di determinati passaggi del documento.
A prescindere dalle domande, bisogna però tenere conto di almeno due aspetti. Il primo è che ChatGPT fornirà delle risposte basandosi prevalentemente sul documento fornito.
Di conseguenza sarebbe opportuno evitare di chiedere giudizi di valore all’intelligenza artificiale. Limitando il suo raggio di azione e interpretazione al materiale effettivamente caricato.
Il secondo aspetto da considerare è che anche l’AI più performante non può in alcun modo sostituire un professionista del settore. E che le conversazioni con i chatbot non possono essere paragonate a una consulenza legale vera e propria.
Per questo è sempre consigliabile perdere qualche minuto in più e leggere con attenzione tutta la documentazione che descrive i contratti di licenza di utilizzo o i termini di servizio.
Per saperne di più: ChatGPT, cos'è, come funziona, a cosa serve, come usarla gratis