Anche gli utenti privi di competenze informatiche con ogni probabilità conoscono i codici CAPTCHA: quelle prove, più o meno complesse, che appaiono durante i processi di autenticazione.
I CAPTCHA hanno la funzione di impedire violazioni da parte di bot o script informatici e sono dunque chiamati ad anticipare le evoluzioni tecnologiche, per continuare a tutelare gli utenti.
Oggi l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida complessa per i CAPTCHA, che infatti stanno cambiando forma, spostandosi da un’impostazione all’insegna del riconoscimento di elementi verso nuove operazioni di natura logica.
Cosa sono i CAPTCHA e a cosa servono
La parola “captcha” va scritta utilizzando esclusivamente le lettere maiuscole, considerato che si tratta di un acronimo. CAPTCHA sta infatti per Completely Automated PublicTuring test to tell Computers and Humans Apart.
Si tratta di una frase piuttosto complessa, che potrebbe essere tradotta con: test di Turing pubblico completamente automatico, per distinguere i computer dagli esseri umani”.
I test di CAPTCHA di solito vengono proposti durante le fasi di accesso a un account o di autenticazione e il loro obiettivo è tutelare gli utenti da possibili violazioni.
Al giorno d’oggi gli hacker sviluppano software pensati appositamente per testare centinaia, o addirittura migliaia di password una dopo l’altra. Programmi in grado di accedere ai diversi profili online al posto dei loro titolari effettivi, senza che questi se ne accorgano.
I CAPTCHA sono un filtro pensato per ridurre le possibilità di violazione. Nelle loro prime versioni chiedevano semplicemente di riconoscere e replicare sequenze di lettere o numeri.
Ma adesso propongono prove sempre più complesse, che possono essere superate soltanto da persone in carne ed ossa. Almeno in teoria.
L’intelligenza artificiale è in grado di ingannare i CAPTCHA?
Lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale sempre più raffinati rischia di mettere a dura prova i CAPTCHA così come li abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Per questo motivo i test si stanno facendo sempre più complessi e bizzarri, con buona pace degli utenti infastiditi da questo genere di step intermedio.
Si pensi ad esempio ai CAPTCHA che chiedono di individuare un determinato elemento all’interno di una foto, ma anche alle più recenti immagini rotanti che devono essere orientate in una certa maniera.
La crescente ostilità dei CAPTCHA è la diretta conseguenza dei progressi fatti dall’AI. L’obiettivo infatti è far sì che questo filtro resti in grado di distinguere un essere umano da un software.
E visto che i software stanno facendo passi da gigante nel riconoscimento degli elementi, i CAPTCHA cambiano strada, spostandosi ad esempio verso operazioni che tirano in ballo la logica.
Alcuni utenti potrebbero lamentare che queste prove sempre più difficili richiedono tempo e fatica, complicando i processi di accesso.
Si tratta però di un fastidio necessario per scongiurare uno uno scenario (ad oggi ipotetico, ma sicuramente preoccupante) in cui l’intelligenza artificiale diventa indistinguibile da quella umana.
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