Le truffe telefoniche sono tra le minacce più comuni contro cui quotidianamente gli utenti devono combattere e hanno come solo e unico scopo quello di rubare i dati personali della persona che riceve la chiamata.
In gergo prendono il nome di “vishing”¸ o phishing vocale, e sono diventate ormai un vero e proprio problema, con migliaia e migliaia di telefonate che cercano in tutti i modi di ingannare le persone con la promessa di promozioni o vantaggi o, addirittura, di un posto di lavoro all’estero cosa che, in questo caso particolare, andrebbe anche giustificare il prefisso +31 dei Paesi Bassi.
Cadere nella rete di questi malintenzionati è semplice e basta una distrazione per mettere a repentaglio i propri dati personali; per fortuna, però, difendersi da queste truffe è possibile, vediamo come fare.
Come funziona la nuova truffa dai Paesi Bassi
Bene o male il vishing funziona tutto alla stessa maniera e la truffa col prefisso +31 dei Paesi Bassi non è da meno, con i malintenzionati che cercano di fare leva sulla distrazione degli utenti per rubare i loro dati personali.
Oltretutto, utilizzando un numero estero è anche un sistema per rendere molto più complicato risalire all’identità di queste persone, con le Forze dell’Ordine che finiscono per imbattersi in una rete intricata fatta di prefissi telefonici che rimbalzano da una parte all’altra del mondo, senza portare effettivamente al mittente.
Fatta questa premessa, bisogna dire che funzionamento di questa truffa è relativamente semplice: per prima cosa si riceve una chiamata da un prefisso straniero dove una voce (spesso registrata) informa l’utente che è stato selezionato per un’offerta o per una proposta di lavoro nel paese da cui giunge la chiamata.
Dopo le spiegazioni di rito, l’inganno tende a spostarsi su altri canali, come WhatsApp ad esempio, e qui iniziano le “richieste formali” dei propri dati personali per poter accedere ai benefici di cui sopra.
Non è raro nemmeno l’invio di link da aprire e da compilare con le proprie informazioni sensibili, inclusi i dati bancari oppure con nome utente e password per accedere a servizi di terze parti.
Una volta che l’ignaro utente ha fornito tutto il necessario, il truffatore dall’altra parte sparisce, avendo in mano tutto ciò di cui ha bisogno per trafugare quanto più possibile.
Come proteggere i propri dati personali
Difendersi dalle truffe telefoniche, anche se stanno diventando sempre più elaborate, è ancora possibile ma chiaramente dipende tutto dagli utenti.
La chiave per non cadere in questi tranelli, infatti, sta tutta nello spirito critico delle persone che, quando ricevono una chiamata da un numero sconosciuto o proveniente da un paese estero, dovrebbero evitare di rispondere o di richiamare.
Poi, in caso di persone che per motivi di lavoro o motivi di famiglia potrebbero ricevere chiamate da altri paesi o da numeri non in rubrica, il consiglio è quello di rispondere ma senza fornire alcun tipo di informazione.
Nessun servizio, nessuna azienda e nessun istituto di credito chiede esplicitamente i dati personali o quelli bancari per telefono, perciò quando si ricevono richieste del genere, il consiglio è sempre quello di riagganciare e segnalare il numero come Spam.