Dopo circa un mese dal blocco a ChatGPT ordinato dal Garante della Privacy, il 28 aprile il chatbot di OpenAI ha finalmente ripreso a funzionare in Italia. L'azienda è stata oggetto di un provvedimento cautelare a causa della presunta raccolta e conservazione illegale di dati personali ed è stata obbligata a soddisfare alcuni requisiti comunitari di privacy prima di tornare online.
L'organo di controllo italiano ha espresso soddisfazione per le misure adottate finora da OpenAI per allineare la propria tecnologia ai diritti delle persone. Tuttavia, è necessario intraprendere ulteriori azioni per una completa aderenza all’istruttoria dell’11 aprile, in linea con la normativa europea sulla data protection, meglio nota come GDPR.
Infatti, sebbene OpenAI abbia introdotto informazioni aggiuntive per gli utenti e un modulo che consente di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei dati, c'è ancora molto da fare a livello di verifica dell'età e occorre diramare una campagna di comunicazione via radio, televisione, giornali e web per informare gli italiani di quanto accaduto e sulla possibilità di rifiutare di cedere i propri dati per l’addestramento degli algoritmi.
Le correzioni per il via libera di ChatGPT in Italia
Appena si accede nuovamente a ChatGPT si viene accolti da una schermata di benvenuto per gli utenti italiani “Welcome back, Italy!” che include uno screening per assicurarsi che gli utenti abbiano più di diciotto anni oppure più di tredici ma con il consenso di genitori o tutori.
Ci sono anche risorse utili come un collegamento alla nuova informativa sulla privacy e un rimando a una guida generica rispetto allo sviluppo e alla formazione di ChatGPT in cui OpenAI spiega che le conversazioni degli utenti con il chatbot possono essere revisionate dagli addestratori IA per migliorare i sistemi di IA.
OpenAI mette inoltre a disposizione degli utenti un modulo per opporsi al trattamento dei propri dati personali per il training dei modelli di apprendimento automatico. Ma si è detta “tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori del chatbot”. Infatti, questi sistemi di machine learning sono essenzialmente costituiti da stringhe di numeri e codici che li eseguono che non possono copiare o memorizzare le frasi da cui apprendono.
Piuttosto che correggere direttamente gli errori segnalati nel modello stesso, è quindi probabile che OpenAI utilizzi dei filtri sulle risposte di ChatGPT in modo che quelle ritenute inappropriate non compaiano mai. Così OpenAI si impegna in modo chiaro e deciso a proteggere le informazioni personali degli utenti, giurando di non utilizzarle mai per scopi nefasti come la profilazione, la pubblicità o la vendita.
Per saperne di più: ChatGPT, cos'è, come funziona, a cosa serve, come usarla gratis