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ChatGPT rivoluzionerà il modo in cui facciamo ricerche online?

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Mentre sul web dilaga la disinformazione e i chatbot AI possono restituire informazioni distorte, gli internauti vogliono scegliere quali informazioni consumare

chatGPT Backcountry Media / Shutterstock.com

La fiducia del pubblico nelle informazioni online è in declino: ormai fake news, clickbait truffe crypto sono all’ordine del giorno. Non sorprende, dunque, l’idea che ChatGPT di OpenAI potrebbe segnare la fine dei motori di ricerca. Infatti, Chat GPT potrebbe essere usato per filtrare informazioni distorte o errate ed ottenere semplicemente una risposta. 

Alcuni risultati di ricerca sono pieni di siti Web creati da bot esclusivamente per acchiappare clic. Tuttavia, è lecito chiedersi cosa succederebbe se Microsoft o Google decidessero di impedire ai loro chatbot AI di divulgare determinate teorie o argomentazioni. 

Mentre i chatbot sono soliti commettere errori, le persone vogliono ancora essere in grado di scegliere quali informazioni consumare. Un'analisi di 4 milioni di risultati di ricerca Google ha rilevato che i primi tre ottengono il 54% di tutti i clic, ma ciò significa anche che il 45% degli utenti si affida ad altre fonti. 

La ricerca dell’accuratezza nei motori di ricerca

Potremmo paragonare i siti web ai libri in biblioteca, mentre il bibliotecario funge da motore di ricerca. Quando cerchiamo un libro su un argomento in particolare e il bibliotecario non capisce correttamente la richiesta (query di ricerca) non riusciremo a trovare il libro giusto. 

Inoltre, diversi bibliotecari potrebbero fornire suggerimenti diversi. Lo dimostra la ricerca del termine "goggles" che su Google restituisce “occhialini da nuoto”, mentre i concorrenti Bing e Yahoo presumono che l’utente abbia digitato male Google e mostrano prima quel risultato.

Il motore di ricerca Google domina il panorama della ricerca, con una quota del 93% del mercato mondiale. Un predominio che solleva preoccupazioni su come affidarsi a un singolo "bibliotecario" possa rivelarsi pericoloso. Si potrebbe anche obiettare che due dei tre risultati forniti non siano corretti.

Ma se non riusciamo a ottenere risultati di ricerca accurati, è difficile pensare di poter riporre fiducia nei chatbot basati sull'intelligenza artificiale. Per di più se colossi come Microsoft e non solo Google, soffocano la concorrenza quando si tratta di creare motori di ricerca migliori.

Una settimana dopo il lancio del nuovo Bing, Microsoft ha annunciato che le tariffe standard per i dati di ricerca sarebbero aumentate fino a 10 volte a partire da maggio 2023. La società ha anche aggiunto una nuova regola che impone prezzi molto più alti (fino a 28 volte le precedenti commissioni), a qualsiasi cliente che fornisce risultati Bing su una pagina che integra modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), la tecnologia alla base di ChatGPT. Ciò impedisce di fatto alle startup, di competere con il chatbot di Bing o il rivale Google Bard.

Perché riporre fiducia nei chabot AI

Sono già trapelate sul Web testimonianze di utenti che hanno avuto modo di sperimentare Google Bard e incorrere in risposte errate o inappropriate, cosa che ha fatto calare il prezzo delle azioni di Alphabet. Parimenti la Bing Chat si è guadagnata la prima pagina di molti quotidiani per aver spiazzato gli utenti, con risposte bizzarre, talvolta aggressive e persino inquietanti.

Con l'ultimo update di sistema, Chat GPT-4 utilizza nuovi plugin che sfruttano diversi siti web per fornire informazioni aggiornate quasi in tempo reale e non ferme al 2021 come con la prima versione che poteva ricavare dati solamente da un database precostituito. Inoltre, le funzionalità potranno essere implementate dagli sviluppatori tramite API apposite.

Ora l'intelligenza artificiale può generare meno imprecisioni e confusione, ma anche compiere alcune azioni. Per esempio, cercare una ricetta online e poi ordinare gli ingredienti necessari da un negozio, mettendoli nel carrello. Un incredibile passo in avanti che crea già qualche dissapore con ChatGPT che potrebbe fare le veci dell'utente, con tutti i rischi annessi.

Sicuramente è ancora una tecnologia nascente che necessita di ulteriori test da parte degli utenti prima di essere ampiamente utilizzata e accettata. Mentre questo processo continua, i motori di ricerca rimangono il modo principale in cui reperire informazioni online.

Per saperne di piùChatGPT, cos'è, come funziona, a cosa serve, come usarla gratis

A cura di Cultur-e
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